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Politica | 25 giugno 2024, 18:10

Il vertice di Ameglia infiamma il consiglio regionale: “La Liguria non deve essere amministrata dalla casa di una persona arrestata”

Su richiesta delle opposizioni l’aula ha discusso dell’incontro che ha visto gli assessori Piana, Giampedrone e Scajola fare visita al presidente Toti

Il vertice di Ameglia infiamma il consiglio regionale: “La Liguria non deve essere amministrata dalla casa di una persona arrestata”

Salta l’ordine del giorno previsto e il consiglio regionale si trasforma in un focus sul post incontro di Ameglia. Dopo una mattinata all’insegna del botta e risposta tra numero legale e ordine dei lavori, nel pomeriggio l’assise è stata interamente dedicata al dibattito sull’incontro che ha visto gli assessori Alessandro Piana (vice presidente ad interim), Giacomo Giampedrone e Marco Scajola incontrare il presidente Giovanni Toti nella casa di Ameglia dove dal 7 maggio è agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione e falso. Così hanno chiesto le opposizioni e così è stato votato all’unanimità del consiglio che, quindi, ha accantonato i punti previsti per dedicarsi al confronto.

In prima linea, come è ormai consuetudine dal 7 maggio, Ferruccio Sansa che a gran voce è tornato a chiedere le dimissioni di Toti e della sua giunta: “Dovete andare a casa per salvare la decenza e la dignità delle istituzioni liguri. Tutto il vostro sistema di potere è sotto accusa. Le decisioni devono essere prese nei luoghi istituzionali, non sullo yacht di Spinelli e non a casa di una persona arrestata”. E poi, sull’incontro di Ameglia: “È l’ultimo tassello, ha un grande valore simbolico: un gruppo di assessori che si riunisce a casa di un arrestato. Hanno arrestato Toti, non hanno arrestato la Liguria. E la Liguria non deve essere amministrata dalla casa di una persona arrestata”.
E poi le parole di Roberto Arboscello, Luca Garibaldi, Giovanni Pastorino, Roberto Centi, Paolo Ugolini, Fabio Tosi, Davide Natale e Sergio Rossetti per una opposizione compatta nel sottolineare l’inopportunità dell’incontro nella casa di Toti ribadendo la richiesta di dimissioni e di voto anticipato. Sullo sfondo anche la risoluzione sul rigassificatore di Vado (uno degli argomenti discussi dai tre assessori a casa di Toti) firmata da tutti i gruppi di minoranza con cui si chiede al presidente e alla giunta di “assumere le iniziative più opportune presso il Governo per cancellare il progetto di ricollocazione della FSRU Golar Tundra nello specchio acqueo davanti ai comuni di Vado Ligure e Savona”.
Abbiamo chiesto che rimanesse a Piombino - ha detto Rossetti (Azione) - c’è stato una sorte di ‘ghe pensi mi’ di Toti che si è poi trovato con oggettive contestazioni e anche il tema di un costosissimo trasferimento di un impianto che sta bene dov’è e nessuno protesta”.

Dopo un lungo silenzio, dai banchi della maggioranza sono arrivate le repliche aperte dall’intervento di Angelo Vaccarezza (Forza Italia): “Non avete capito che cosa è successo negli ultimi giorni, non ha senso aprire un dibattito. Sul rigassificatore non abbiamo gli strumenti per dire di sì, ma nemmeno per dire di no. Voglio che ci sia un nuovo commissario, che incontri i territori che che i territori dicano se hanno altre perplessità”.
In risposta alle parole delle opposizioni sono poi intervenuti i consiglieri di maggioranza Sonia Viale, Claudio Muzio, Veronica Russo e Alessandro Bozzano che hanno difeso a spada tratta l’amministrazione e la delegazione che ha fatto visito a Toti per la tanto contestata riunione di Ameglia.
La discussione ha avuto il proprio apice con la votazione della risoluzione presentata dalle opposizioni sul posizionamento del rigassificatore che è stata bocciata con i “no” della maggioranza compatta.
Approvato, invece, l’ordine del giorno per la nomina di un nuovo commissario (al posto di Toti) per il rigassificatore e per incontrare i sindaci dei 12 Comuni interessati e la Provincia di Savona: astenute le opposizioni.

Pietro Zampedroni

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