Una discussione incentrata sulla riunione a casa di Toti con, sullo sfondo, il destino del rigassificatore. Strana atmosfera in consiglio regionale per una seduta iniziata con un ipotetico ordine del giorno poi ribaltato dai fatti delle ultime ore e, infine, chiamato a votare prima la risoluzione sul destino del rigassificatore e, poi, l’ordine del giorno per la nomina del nuovo commissario. Non facile da spiegare, ma proviamo a ripercorrere le tappe della lunga giornata in consiglio.
Impensabile che la visita degli assessori Alessandro Piana, Giacomo Giampedrone e Marco Scajola a casa del presidente Giovanni Toti (ai domiciliari dal 7 maggio con le accuse di corruzione e falso) potesse non entrare nella narrazione di un consiglio regionale convocato a nemmeno 24 ore di distanza. Tra interruzioni e pause forzate o meno, gli interventi dell’opposizione sono stati tutti incentrati sulla riunione ristretta tra le mura di casa del presidente e che ha visto tra gli argomenti trattati anche il destino del rigassificatore. Toti, infatti, era stato nominato commissario dal Governo, carica poi ritirata a seguito dell’arresto. Un ulteriore elemento di complicazione in una vicenda già di per sé intricata.
Durante la lunga giornata di confronto nell’aula consiliare di via Fieschi, le minoranze hanno presentato all’aula una risoluzione “per cancellare il progetto di ricollocazione della FSRU Golar Tundra nello specchio acqueo davanti ai comuni di Vado Ligure e Savona”. Documento discusso a latere di un più ampio dibattito sulle vicende politiche e giudiziarie che stanno investendo la liguria dal giorno dell’arresto del suo presidente.
“Abbiamo chiesto che rimanesse a Piombino - ha detto Rossetti (Azione) - c’è stato una sorta di ‘ghe pensi mi’ di Toti che si è poi trovato con oggettive contestazioni e anche il tema di un costosissimo trasferimento di un impianto che sta bene dov’è e nessuno protesta”.
“Sul rigassificatore non abbiamo gli strumenti per dire di sì, ma nemmeno per dire di no - ha replicato Angelo Vaccarezza (Forza Italia) - voglio che ci sia un nuovo commissario, che incontri i territori che che i territori dicano se hanno altre perplessità”.
La risoluzione è stata poi bocciata dall’aula, mentre ha ottenuto l’approvazione (con l’astensione delle opposizioni) l’ordine del giorno per la nomina di un nuovo commissario (al posto di Toti) e per incontrare i sindaci dei 12 Comuni interessati e la Provincia di Savona.
“Il centrodestra butta la maschera, mostrando da che parte sta e vota contro la nostra richiesta di fermare il trasferimento del rigassificatore - commentano Natale e Arboscello (PD) a seguito della votazione negativa sulla risoluzione - un voto contrario che dimostra che la maggioranza, compresi i consiglieri savonesi, non difende e non dà risposte a un intero territorio che da subito ha chiesto di non far arrivare Golar Tundra a Vado-Savona. Una scelta che non ci stupisce, visto che anche nel consiglio monotematico avevano votato contro lo stop dell’iter. La presentazione in aula dell'ordine del giorno da parte del centrodestra, dopo aver votato la risoluzione, che chiede al governo di individuare un commissario per valutare il progetto e incontrare i sindaci e la provincia delle aree interessate, è l'ennesima pagliacciata giocata sulla pelle dei cittadini e a cui non abbiamo voluto partecipare. Noi non chiediamo un nuovo commissario o l'avvio di un confronto che è già avvenuto, ma noi non vogliamo il rigassificatore”.
“La questione del riposizionamento della nave rigassificatrice è governativa e non va strumentalizzata né in ambito locale, né tantomeno regionale - replica il presidente ad interim, Alessandro Piana - non è ammissibile da parte di chi ricopre un ruolo istituzionale alimentare le paure dei cittadini, il rigassificatore è oggetto di una procedura ambientale e di sicurezza che chiama i tecnici più qualificati d’Italia a pronunciarsi e a stabilire, su basi scientifiche, se vi siano o meno i requisiti per collocare la nave laddove è destinata”.