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Attualità | 24 giugno 2024, 08:28

Loano, alla scoperta della devozione a San Giovanni Battista

Storia e tradizione del culto che ogni 24 giugno si rinnova per il Santo patrono

Loano, alla scoperta della devozione a San Giovanni Battista

È una bella storia di devozione quella che unisce Loano al suo Santo patrono, Giovanni Battista. Un culto che si rinnova ogni 24 giugno, giorno in cui la Chiesa fa memoria della nascita del profeta che battezzò Cristo.

Pronti a tornare tra i banchi di scuola? Bene, perché adesso ve la raccontiamo. L’origine del culto di San Giovanni Battista a Loano risale all’alto medioevo, infatti in una pergamena dell’anno 775 è riportato un atto di donazione dell’imperatore Carlo Magno ai monaci benedettini di San Pietro in Varatella. Essa, tra le diverse disposizioni riporta: «Etiam in loco qui Lovanus vocatur, una cum Plebe in honorem S. Mariae, et S. loannis». Da questo prezioso documento si rileva che non solo a Loano era già stabilita una pieve, ma che lil comune riconosceva tra i suoi patroni San Giovanni Battista.

Verso l’anno Mille i Monaci di San Pietro in Varatella avevano fondato in Loano un monastero Benedettino sotto il titolo di San Giovanni, come risulta da un atto del 1257 di papa Alessandro IV indirizzato al Vescovo di Albenga, riguardante la soppressione dello stesso.

La chiesa di questo monastero, più volte modificata e ricostruita, è l’attuale Oratorio di San Giovanni Battista sede dell’omonima Confraternita la cui fondazione si fa risalire al 1262.

Nel 1263 il Vescovo di Albenga, Lanfranco di Negro, vendeva Loano ad Oberto Doria, Ammiraglio di Genova, e incominciava così una lunga storia tra Loano e Genova, tra la Confraternita dei Disciplinanti ed i Doria. L’unico punto di contatto e di unione tra queste ultime realtà fu San Giovanni Battista e le sue Ceneri.

Il rafforzarsi ed il propagarsi a Genova e più in generale nella Liguria del culto del Battista è sicuramente legato alla presenza, nella cattedrale di San Lorenzo delle sue ceneri.

San Giovanni morì martire nella fortezza di Erode sul monte Macheronte nell’anno 28. Il suo sepolcro fu venerato fino al IV secolo nella città di Samaria presso la biblica Sebaste, le spoglie quindi furono profanate, bruciate e disperse per i campi il 29 agosto 362, su ordine dell’imperatore romano Giuliano l’Apostata. Un monaco presente al fatto raccolse i resti e la terra cosparsa di cenere, portandoli nel suo convento; le Ceneri, dopo essere state inviate a Filippo, vescovo di Gerusalemme, e ad Atanasio di Alessandria, sarebbero state infine poi tumulate nella città di Myra in Licia nel 540.

I Genovesi, Baresi e Veneziani di ritorno dall’assedio di Antiochia, avvenuto nel corso della Prima Crociata, erano alla ricerca delle reliquie di San Nicola, vescovo nel IV secolo di Myra; sotto la guida di Guglielmo Embriaco, i Genovesi sbarcarono in quei luoghi, scoprendo di essere stati preceduti dai Baresi. Temendo un raggiro dei monaci scavarono comunque sotto l’Altare Maggiore e rinvenirono altri resti. Dai lamenti dei monaci e dalle frasi di protesta degli stessi compresero che in realtà le reliquie rinvenute erano quelle di San Giovanni. Le preziose reliquie giunsero finalmente a Genova il 6 maggio del 1099, dopo un viaggio durato tre mesi, come ci tramandano gli scritti di Jacopo da Varagine. Fu un avvenimento memorabile per la città, con le Ceneri trasportate in San Lorenzo dopo una probabile sosta nella chiesa di San Giovanni di Prè, prospiciente l’omonima marina. In questo contesto apparvero certamente molte reliquie non autentiche; di conseguenza anche i resti del Battista proliferarono in molte città di tutta Europa.

La devozione al Santo cominciò a farsi sempre più fervente, alla fine del ‘200 si istituì la Confraternita intitolata a San Giovanni, con il compito di accompagnare le reliquie al Molo in caso di tempesta in mare; nel 1327 la l Repubblica proclamò il Santo come Patrono di Genova, affiancandolo a San Giorgio e San Lorenzo, decretando una processione da tenersi ogni anno.

Durante l’ultimo conflitto mondiale la cattedrale di San Lorenzo scampò da uno scempio irreparabile in occasione del bombardamento navale del 1941 (venne colpita il 9 febbraio da un proietto perforante inglese da 381 mm sparato dalla corazzata inglese HMS Malaya. I danni risultanti consistettero in un «Foro d’entrata nel tetto e nella volta della navata destra, in una considerevole breccia nel muro portante destro della navata centrale, al di sopra degli archi dei matronei e nella caduta di un arco del matroneo di sinistra».

Il proietto, poi, urtò contro la parete interna settentrionale ma, avendo ormai esaurito gran parte della sua forza cinetica, non riuscì a sfondarla, cadde a terra e rotolò attraverso la navata centrale fino a fermarsi nella navata di destra senza esplodere).

L’arcivescovo, Cardinale Pietro Botto, con il Capitolo dei Canonici, decise che le reliquie ed il Tesoro della Cattedrale fossero divisi e trasportati in luoghi ritenuti più sicuri. La custodia delle ceneri di San Giovanni Battista fu affidata al santuario di N.S. del Boschetto a Camogli (29 novembre 1942). Il 24 giugno 1945, ricorrenza della festa del santo Patrono del capoluogo, monsignor Giuseppe Siri, riportò le sacre reliquie da Camogli a Genova.

Per quanto concerne la piccola porzione di Ceneri di San Giovanni Battista conservata in Loano, i Disciplinanti ne vennero in possesso grazie ai Principi Doria che volevano ingraziarsi l’ostica confraternita. Fatto sta che riuscirono ad ottenere dall’arcivescovo di Genova una parte delle Ceneri, affinché venissero custodite nell’oratorio di San Giovanni Battista.

Tuttora sono conservate in due antiche urne, autenticate con i vescovili sigilli, e sono portate in processione nella festività di San Giovanni Battista il 24 giugno, così come avviene anche nella città di Genova. 

Silvia Gullino

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