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Eventi | 14 giugno 2024, 10:05

Borgio Verezzi: domenica 16 giugno si festeggia Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori

Dalle 16.00 il mercatino dell’agricoltura e dell’artigianato locale nel cortile della chiesa di Gesù Redentore. Seguiranno la messa e la benedizione delle campagne

Borgio Verezzi: domenica 16 giugno si festeggia Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori

Borgio Verezzi è pronta a celebrare la Festa  di Sant'Isidoro. Domenica 16 giugno, dalle ore 16.00, appuntamento con il mercatino dei prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato locale nel cortile della chiesa di Gesù Redentore: un evento organizzato dalla Comunità Parrocchiale e dalla Soc. Coop. “Ortofrutticola”, con il patrocinio del Comune. Seguirà, alle 18.30, la Celebrazione Eucaristica: il Santo sarà sistemato su un trattore e sarà omaggiato dai prodotti della terra. Seguirà la benedizione delle campagne.

"Domenica 16 giugno Borgio Verezzi celebra, come da tradizione, Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori: questo invito è rivolto a tutti perché, oltre ad essere un’occasione per trascorrere alcune ore insieme, deve essere l’occasione per riflettere sui grandi valori che il lavoro dei campi porta con sé - spiega il presidente della Soc. Coop. “Ortofrutticola” Pier Luigi Ferro - Siamo in qualche modo un po’ tutti contadini, perché quel mondo ha segnato per millenni fino alla meccanizzazione dell’agricoltura la storia dell’uomo. Oggi quel mondo non esiste più. Le ragioni storiche sono molte: l’industrializzazione, l’urbanizzazione, l’esigenza di una migliore qualità della vita, il lavoro sempre più realizzato dalle macchine che in sé stesse condensano centinaia di braccia. Nel nostro tempo tornare a lavorare la terra è una scelta culturale e di vita".

"La civiltà contadina è fatta di lavoro, di tradizioni, profondo senso religioso - prosegue Ferro - Osservando le manifestazioni dei mesi passati dei lavoratori della terra (le sfilate dei trattori), da quanto si è visto alla televisione, la popolazione era con loro. La spiegazione è semplice: l’agricoltore è la voce antica della terra che un mondo virtuale vuole ridurre a suolo per pannelli solari. La terra, noi lo sappiamo bene, è qualcosa di solido ed è legata ai ricordi delle generazioni. La gente sostiene questi lavoratori e proprio per questo i 'capoccioni di Bruxelles' hanno rinunciato a quelle direttive che poco prima le definivano 'non negoziabili', come ad esempio il divieto assoluto dell’uso di fitofarmaci, chiamati 'pesticidi' proprio per spaventare la gente comune, o a non far coltivare parti di aree fertili in nome della tutela di certe varietà biologiche o a ridurre gli allevamenti per limitare l’inquinamento".

"Per ottenere queste cose le grandi aziende multinazionali trasmettono messaggi di terrorismo climatico - aggiunge ancora il presidente della società cooperativa- Fanno credere che l’intelligenza artificiale provvederà a tutto. Sia chiaro nessuno deve temere le nuove tecnologie, deve piuttosto far paura la stupidità di tanti creduloni. La terra va salvaguardata, ma questa parola va intesa in senso dinamico perché nella sua valorizzazione la natura esprime la sua potenzialità. Si preferisce far importare prodotti come carni e cereali da Nazioni dove non sono in vigore, come in Italia, le norme di tutela ambientale e alimentare. Per anni gli agricoltori sono stati identificati come nemici dell’ambiente..."

"Certo, lavorare le campagne comporta sacrificio, bisognerebbe incentivare la scelta dei giovani, occorrerebbe dare formazione che mostri come il lavorare la terra non sia una scelta degradante, ma soddisfacente in tutti i sensi: dare braccia all’agricoltura oggi, significa dare soprattutto testa e passione. Di questi tempi i sacrifici sono necessari per tutti. Ma punire i contadini, specie quelli a reddito più basso significherebbe accanimento, se l’Italia facesse ciò, farebbe solo male a sé stessa".

"Parlando del nostro territorio, ricordo che le nostre campagne hanno fornito, con il lavoro dei nostri padri, quei prodotti che hanno permesso alla cucina ligure di essere una delle più prestigiose in senso assoluto - osserva poi il presidente della Soc. Coop. “Ortofrutticola” - Parliamo di basilico, dell’olio di oliva, del vino, della frutta e della verdura delle nostre campagne. Oltre ai grandi temi sopra indicati, mi permetto più semplicemente di ricordare, a chi lavora la terra sia per professione sia per il piacere di farlo, la grande gioia che si prova tutte le volte che, dopo aver seminato, visto nascere, coltivato, si raccoglie il frutto delle proprie fatiche. Avere semplicemente un orto e riuscire a far crescere qualcosa con le nostre mani, è un’impresa meravigliosa che fa capire la bellezza della natura che ci circonda e da senso alla vita. Ricordiamoci che il cibo che mangiamo arriva dalla terra che gli agricoltori lavorano, non dai laboratori delle multinazionali".

"Celebrando Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori, in base a quanto sopra si auspica di essere riusciti a trasmettere alcuni sentimenti legati a questa festa, che è anche festa dei nostri padri che nella terra di Borgio e Verezzi hanno sudato e faticato anche per noi" conclude Pier Luigi Ferro.

Roberto Vassallo

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