Attualità - 13 giugno 2024, 12:00

Marina di Alassio, Marino Agnese e Giancarlo Cerutti assolti perché il fatto non sussiste

Erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Savona, nel gennaio 2021: Agnese a un anno e quattro mesi, Cerutti a quattro mesi. Grande la soddisfazione degli avvocati difensori Boggio, Tabbò e Frascherelli

Il fatto non sussiste: con questa formula la Corte d’appello di Genova ha assolto il direttore della Marina di Alassio Marino Agnese e l’ex presidente Giancarlo Cerutti dall’imputazione di usurpazione della funzione pubblica. Le richieste erano state depositate dagli avvocati difensori Massimo Boggio, per Agnese, e Andrea Frascherelli e Cecilia Tabbò per Cerutti.

Entrambi al vertice della Marina di Alassio, erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Savona, nel gennaio 2021: Agnese a un anno e quattro mesi, Cerutti a quattro mesi. Secondo l’accusa, i due funzionari avrebbero illecitamente selezionato chi, tra i prestatori d’opera, poteva lavorare all’interno del porto e chi no, sottoponendo il loro ingresso alla necessaria autorizzazione della Marina di Alassio, limitando così arbitrariamente l’uso pubblico del Demanio.

“Siamo molto soddisfatti per l’assoluzione del comandante Cerutti– afferma Cecilia Tabbò -. Se la meritava. Ha sempre svolto il suo ruolo con grandi competenze, anche a livello umano. È un uomo di altissimi valori, di straordinaria saggezza e, per sua volontà, ha sempre rinunciato a percepire il corrispettivo dovuto per la sua funzione”.  

“Una persona di grande valore, stimata da tutti – le fa eco l’avvocato Andrea Frascherelli -. Veramente un’ottima persona Cerutti. Eravamo convinti che dovesse risolversi con un’assoluzione piena, perché il fatto non sussiste. Dal punto di vista processuale, il risultato forse poteva arrivare anche prima, ma siamo soddisfatti di averlo raggiunto”.

“C’è insussistenza radicale, questa è una grandissima soddisfazione – afferma l’avvocato Massimo Boggio, difensore di Marino Agnese -. La sentenza è stata completamente ribaltata, quindi. Il direttore della Marina di Alassio ha ottenuto vittoria anche in sede lavoristica, un riconoscimento non da poco. D’altra parte, non era mai venuta meno la fiducia da parte del Consiglio di amministrazione nei suoi confronti, che si era limitato a fare un giudizio lavoristico minimo, applicando una sanzione a fronte di una condanna che sembrava fondata su elementi probatori ma, a ben vedere, la Corte ha ritenuto assolutamente di annullare. Una vittoria su tutti i fronti, siamo davvero soddisfatti”.

Tra i motivi d’impugnazione, l’avvocato Boggio, difensore di Agnese, ha evidenziato l’insussistenza della natura di pubblico funzionario del direttore della Marina di Alassio. L’attività di direzione di un porto turistico non persegue interessi pubblici, bensì meramente commerciali. È stato dimostrato come l’adozione del regolamento sia a cura del Consiglio di amministrazione, quindi Agnese non aveva alcun potere di revoca del regolamento.