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Attualità | 08 giugno 2024, 12:57

Illegittimità della revoca dell'incarico da segretaria generale: Giulia Colangelo fa ricorso al giudice del lavoro

Chiesta anche la revoca del procedimento di nomina di un nuovo segretario. Si stanno per concludere le indagini della Procura

Illegittimità della revoca dell'incarico da segretaria generale: Giulia Colangelo fa ricorso al giudice del lavoro

Un ricorso al giudice monocratico del lavoro contro la revoca dell'incarico di titolare della segreteria generale della Provincia di Savona disposta dal Ministero dell'Interno e dal presidente Pierangelo Olivieri.

Questa la decisione  di Giulia Colangelo, difesa dall'avvocato Giulia Bongiorno che vuole accertare e dichiarare l'illegittimità e/o nullità della revoca disposta lo scorso 11 aprile richiedendo così la reintegrazione. Colangelo chiede anche la revoca del procedimento di nomina di un nuovo segretario della Provincia di Savona avviata da Palazzo Nervi e ordinare alla stessa di adottare gli opportuni provvedimenti per mantenere la supplenza temporanea nell'ufficio di Segretario della Provincia di Savona, permettendo alla ricorrente il rientro al termine del periodo di sospensione. 

Il Tribunale di Savona- Sezione Lavoro e Previdenza ha fissato la comparizione delle parti la prossima settimana. 

La Provincia tramite il presidente Olivieri ha deciso di costituirsi in giudizio affidando l'incarico all'avvocato Andrea Zorzi.

Nel frattempo si stanno per concludere le indagini della Procura coordinate dai pubblici ministeri Maddalena Sala e Claudio Martini.

Nella lente d'ingradimento dei pm erano finiti oltre a Colangelo (che pare debba rispondere di 17 capi d'imputazione), il dirigente degli affari generali Maurizio Novaro, Laura Pomidoro, del servizio legale e contenziosi; Veronica Valenti, alla stazione unica appaltante e Jessica Rebagliati. Oltre a due amministratori comunali.

Colangelo nei mesi scorsi oltre all'avvocato Cristiano Michela che già la difendeva in prima battuta, aveva affidato l'incarico all'avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, ex Ministro della Pubblica Amministrazione dal giugno 2018 al settembre 2019. 

Il Gip Alessia Ceccardi, nell'ottobre 2023, sulla base di un'articolata indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Savona, aveva ritenuto sussistenti, in capo al Direttore Generale, gravi indizi di commissione dei reati di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti di alcuni dipendenti dell'ente; aveva inoltre ritenuto, nei confronti di Colangelo e Novaro, sussistenti i gravi indizi dei reati di utilizzazione di segreti d'ufficio, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico, tutti commessi, nell'ipotesi accusatoria, nell'ambito dei concorsi per la selezione del personale dipendente con lo scopo di favorire alcuni candidati.

Lo scorso fine dicembre Novaro era ritornato al lavoro dopo la richiesta di revoca della sospensione da parte dei suoi avvocati Massimo Boggio e Marco Fazio. 

Nell'interrogatorio del dirigente sarebbero risultate evidenti le differenze tra le mansioni che svolgeva nell'ambito del nuovo incarico, rispetto a quello precedente e per questo sarebbero state escluse possibilità di reiterazione, ma Novaro non prenderà comunque parte allo sviluppo dei concorsi interni.

Sarebbe emerso inoltre che nel 2021 un gruppo di dipendenti avrebbero presentato un esposto anonimo, mandato ai sindaci della provincia, alla Prefettura e ad alcuni altri soggetti. Dentro, punto dopo punto, ci sarebbero state accuse a Colangelo per una gestione del personale anomala. 

Le firme non ci sarebbero state, i lavoratori avevano paura di ritorsioni e avevano spiegato di voler mantenere l'anonimato "in quanto temiamo di perdere il posto di lavoro". E avevano descritto una situazione esasperante per chi era preso di mira con un personale che "da anni a questa parte, subisce minacce, ricatti e angherie da parte del direttore della Provincia, Giulia Colangelo».

Parlavano di "dirigenti ricattati" di sindaci che non si rivolgono più alla Provincia per "questo stato di inefficienza e degrado" , di concorsi interni, definiti "farsa" e di un ente che "non esercita da diversi anni una serie di funzioni istituzionali". Le accuse erano continuate in due pagine, citando fatti che dovranno essere accertati.

Luciano Parodi

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