Oggi, 7 giugno, ricorre la Giornata mondiale della sicurezza alimentare, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una risoluzione, approvata a New York il 20 dicembre 2018.
Una giornata mondiale nata per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza di un’alimentazione corretta. L’obiettivo è quello di promuovere la corretta informazione dei cittadini migliorando la consapevolezza di come l’elevato livello di sicurezza alimentare riguarda tutti e che oggi è cruciale per la salute globale, ma anche per far fronte ai cambiamenti climatici e dare vita a sistemi alimentari sostenibili a livello mondiale.
Il tema di questa sesta edizione, “Sicurezza alimentare: prepararsi agli eventi inattesi”, non solo evidenzia la necessità di garantire a tutti un’alimentazione quantitativamente sufficiente, ma pone l’accento anche sul bisogno di assicurare la piena sicurezza del cibo che si consuma.
Con “incidenti di sicurezza alimentare” si intendono situazioni in cui esiste un rischio potenziale o confermato per la salute associato al consumo di alimenti, che possono verificarsi, ad esempio, a causa di imprevisti, controlli inadeguati, frodi alimentari o eventi naturali. Se da un lato, essere pronti a gestirli richiede un impegno dedicato da parte dei decisori politici, delle autorità per la sicurezza alimentare, degli agricoltori e degli operatori del settore, dall’altro anche i consumatori possono svolgere un ruolo attivo.
Nel tempo, grazie al lavoro congiunto di tutti gli attori della filiera agroalimentare, sono stati compiuti progressi enormi sul piano della sicurezza alimentare. Progressi che non sempre risultano evidenti alla popolazione dei consumatori, spesso condizionati da un’informazione troppe volte ingiustamente ansiogena e imprecisa.
Che cos’è la sicurezza alimentare? Con questa espressione s’intende l’assenza di fattori di rischio che possono danneggiare la salute dei consumatori. Una corretta politica per usufruire di cibo di qualità.
La sicurezza alimentare (food safety) è, quindi, la possibilità di garantire in modo costante e fruibile acqua e viveri, in modo tale da soddisfare il fabbisogno energetico di un individuo, mettendo in pratica adeguate condizioni igieniche. Regola imprescindibile è mantenere la salubrità dell’alimento, sia attraverso un profilo igienico che sanitario.
Una riflessione necessaria se si guarda alle stime dell’OMS: una persona su dieci si ammala ogni anno per aver consumato alimenti contaminati da sostanze chimiche, da batteri, virus, o da parassiti.
Gli alimenti poco sicuri sono causa, nel mondo, di più di 200 malattie: fra queste ultime sono comprese alcune forme di cancro. Mica finisce qui. Si stima che le malattie a trasmissione alimentare colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone e possono rappresentare un grave rischio per la salute, in particolare quella dei bambini e dei consumatori appartenenti a fasce socialmente svantaggiate.
La FAO e l’OMS hanno prodotto una guida che spiega ai Governi le fasi per garantire una salubrità alimentare ai cittadini. 1. Accertati che il cibo sia sicuro. I governi devono garantire cibi sicuri e nutrienti per tutti. 2. Coltivalo in modo sicuro. Produttori agricoli e alimentari devono adottare metodi corretti. 3. Tienilo al sicuro. Gli operatori di settore devono garantire che il cibo sia trasportato, immagazzinato, conservato e gestito in modo sicuro. 4. Verifica che sia sicuro. I consumatori devono ricevere informazioni tempestive, chiare e affidabili sui rischi nutrizionali e patologici legati alle loro scelte alimentari. 5. L’unione fa la salubrità. I governi, gli enti economici regionali, le organizzazioni delle Nazioni Unite, le agenzie di sviluppo, le organizzazioni commerciali, i gruppi di produttori e consumatori, gli istituti universitari e di ricerca e gli enti privati devono collaborare sulle problematiche della salubrità alimentare.
Il messaggio che emerge chiaro è che la responsabilità appartiene a tutti, dai genitori che educano il gusto dei propri figli e dalle scuole dove si fa formazione, fino ai governanti che con l’azione politica possono indirizzare il sistema produttivo ed alimentare verso logiche di promozione della salute dei cittadini e del pianeta.