Attualità - 01 giugno 2024, 10:43

In congedo il "cacciatore" di rapinatori: arriva la pensione per il luogotenente Antonio Narice

In servizio nell'Arma dei Carabinieri da 41 anni. Diversi gli episodi di cronaca locale, salite anche alla ribalta nazionale, sui quali ha lavorato: ora potrà dedicarsi alle sue passioni nel Finalese

Dopo 41 anni di effettivo servizio nell’Arma dei Carabinieri, è giunto il tempo del meritato congedo per il luogotenente C.S. Antonio Narice, dopo 41 anni di effettivo servizio che lo hanno visto operare soprattutto in abiti civili estraendo la divisa dall'armadio unicamente in occasione delle premiazioni per le operazioni di servizio e in particolare quelle che lo hanno reso celebre tra i colleghi e nella Procura savonese come "cacciatore di rapinatori".

Dopo gli inizi di carriera negli anni Ottanta e Novanta in Piemonte, dimostrando una particolare predisposizione per le indagini sulle rapine violente agli istituti di credito che all’epoca erano molto frequenti, arriva a Savona nel 1999 prestando servizio presso il Nucleo Investigativo. Lì si è occupato, oltre che delle indagini per i cruenti omicidi come quello di due ragazze a Campochiesa d'Albenga e dell’orologiaia Marrone nella città della Torretta, prevalentemente di rapine in danno soprattutto di banche, uffici postali e gioiellerie, ma anche di esercizi commerciali e abitazioni private.

Uno tra i tanti episodi che hanno suscitato l’interesse della stampa nazionale, in questo caso anche di quella normalmente dedicato al gossip, è stato l’arresto di due criminali napoletani autori, armati di mitraglietta e con l'aiuto di una coppia insospettabile del luogo, di una decina di rapine in banche e gioiellerie delle province di Savona, Imperia e Cuneo. Curiosamente si è scoperto che i criminali, prima delle azioni criminose, si rivolgevano a una maga per predirne l’esito.

Il momento di maggiore difficoltà, imbarazzo e pericolo, fu quando, in attesa di un rapinatore latitante, si era finto mendicante sedendosi a terra, sotto i portici di piazza Castello a Torino, e vide arrivare un’amica della madre intenta a fare shopping, da cui ne è uscito comunque brillantemente.

Dall’arresto di circa 120 rapinatori responsabili di centinaia di rapine, in maggioranza in danno di banche, ha avuto origine il soprannome di “cacciatore di rapinatori”, divenendo quindi anche punto di riferimento per i colleghi dell’antirapina dell’Arma e della Polizia di Stato della Liguria e del Piemonte, con i quali ha sempre attivamente collaborato guadagnandone la stima.

Quando ormai le rapine in banca, con i nuovi sistemi di sicurezza, sono cessate, si è dedicato ad indagini nei confronti di persone legate alla criminalità organizzata calabrese, dimoranti nell’area ingauna, ottenendo, anche in questo settore, eccellenti risultati.

Negli ultimi anni ha prestato servizio come responsabile della sezione di PG dei Carabinieri, presso la Procura della Repubblica di Savona, mettendo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria la propria esperienza investigativa. Non limitandosi tuttavia alle sole attività burocratiche, e di coordinamento con le forze di polizia, ma effettuando indagini che hanno consentito di scoprire numerose truffe nei confronti di persone anziane, e conseguire l’arresto degli autori.

Il fatto di non dover più inseguire su tutto il territorio nazionale, e in qualche circostanza pure all’estero, i rapinatori, gli ha permesso di dedicarsi ad indagini di altro tipo sul territorio della sua Finale Ligure, con pubblicazioni e articoli di storia e costume locale, effettuando importanti scoperte, quali la postazione del telegrafo ottico napoleonico sulla Caprazoppa, e il sito di incisioni rupestri, da lui stesso chiamato “Ciappo di Varegina” sull’altopiano di San Bernardino.

Carattere un poco burbero, come d’altronde è tipico dei liguri, ma determinato e fortemente legato alla propria terra d’origine, il neo-pensionato, nell’ottica di continuare a svolgere un lavoro (ora un hobby) sempre a lui gradito, ci ha assicurato che la caccia continuerà ancora nel territorio finalese alla scoperta di nuovi segni del passato e di immagini della fauna locale, in particolare del lupo.

Redazione