Economia - 31 maggio 2024, 07:00

La storia del Festivalbar, la kermesse canora che ha movimentato l’estate in Italia

Fare la tv ormai è diventato piuttosto complicato perché, per una generazione abituata a ottenere tutto e subito, è difficile aspettare una settimana, che sia per una puntata di una serie tv o una kermesse live.

Quante volte ci ritroviamo a pensare ad alcuni format televisivi che, al momento, non esistono più o non vengono più riproposti? Magari figli di altre epoche o, semplicemente, troppo complessi da poter riesumare per un pubblico che inevitabilmente ha cambiato palato. Fare la tv ormai è diventato piuttosto complicato perché, per una generazione abituata a ottenere tutto e subito, è difficile aspettare una settimana, che sia per una puntata di una serie tv o una kermesse live.

Nonostante ci siano trasmissioni che ancora resistono, abbinate a format anche online che si svolgono in diretta, come per esempio i giochi del live casino di Jackpot City o di portali simili, oltre che agli episodi completante online di comici nati e diventati famosi grazie a YouTube, alcuni spettacoli in streaming, altre invece hanno dovuto abdicare allo scorrere del tempo. Un esempio lampante è certamente quello del Festivalbar, uno dei format più amati in Italia in passato ma ormai sparito nel nulla da molti anni.

Festivalbar: di che cosa si tratta?

Il Festivalbar è stato uno degli eventi musicali più iconici nella storia dell’Italia, quasi una sorta di rito di passaggio per artisti emergenti o anche affermati. Nato addirittura nel 1964, è diventato un appuntamento praticamente imperdibile per gli amanti della musica, oltre che un trampolino di lancio per molti cantanti e gruppi italiani.

All’inizio il Festivalbar, la cui ideazione è da attribuire a Vittorio Salvetti, produttore e conduttore televisivo, proponeva un’idea semplice ma geniale: una competizione musicala basata sulle vendite di dischi e sul gradimento del pubblico. La prima edizione fu “vinta” dal leggendario Bobby Solo con “Credi in me”. Nel corso degli anni la kermesse aumentò vertiginosamente la sua popolarità e ospitò nell’albo dei vincitori tantissimi artisti iconici come Gianni Morandi, Lucio Battisti e i Pooh.

Il vero periodo d’oro del Festivalbar risulta forse quello dagli anni ’80 agli anni ’90. Un decennio abbondante e particolarmente splendente, in cui il Festivalbar cambiò format e si trasformò in una sorta di tour estivo che finiva per toccare diverse città italiane, con l’ultima serata finale trasmessa in diretta tv. Artisti come Eros Ramazzotti, Laura Pausini e Vasco Rossi divenne oltremodo celebri proprio grazie alle loro performance dal vivo, che seppero emozionare e infiammare il pubblico a seconda dei momenti.

La fine e l’eredità

Anche i primi anni ’90 furono molto generosi con la fama del Festivalbar, che seppe lanciare nella stratosfera musicale italiana artisti molto validi e conosciutissimi ancora oggi come Jovanotti, Elisa e Max Pezzali, che divennero delle vere e proprie icone generazionali. Purtroppo, come in ogni caso, anche le cose belle finiscono. Dopo l’inizio degli anni 2000 (in realtà, parzialmente, già dalla fine degli anni ’90) il Festivalbar fece fatica a mantenersi su alti livelli come forma di intrattenimento, visto che l’avvento dei reality show musicali e i cambiamenti del mercato discografico resero più difficile la vivibilità del Festivalbar. Che, infatti, nel 2007 visse la sua ultima edizione conosciuta, prima di interrompersi.

Anche se da tantissimi anni non va più in onda, il Festivalbar è stato in grado di unire generazioni di persone e di trasmettere atmosfere festose e di condivisione. Non è un caso, infatti, che ciclicamente si pensi a una sorta di “reboot” del format, reso comunque più complesso dai cambiamenti tecnologici e sociali che hanno avvolto la musica in questi anni. In caso di revival, però, siamo certi che il Festivalbar otterrebbe considerazione e una larga fetta di pubblico pronta a cantare e ballare a ritmo di musica.