La Salis era detenuta da 15 mesi in carcerazione preventiva in Ungheria, il processo è iniziato qualche mese fa. Le foto nell'aula di tribunale con manette e catene alle caviglie, tenuta da un'agente con un'altra catena come un guinzaglio avevano suscitato un grande clamore mediatico e reazioni internazionali. Salis è stata accusata di aver partecipato a degli scontri con due neonazisti durante una manifestazione
"La concessione dei domiciliari a Ilaria Salis sono un importante risultato – dichiara Gabriella Branca presidente nazionale di Sinistra Italiana - Noi abbiamo seguito la vicenda da dentro e sappiamo come per mesi e mesi non ci sia stato nessun tipo di collaborazione né con l'ambasciata né con il Ministero. Ilaria è stata lasciata praticamente sola, 35 giorni di condizioni impossibili e poi sette mesi in cui non riusciva nemmeno ad avere le comunicazione con i suoi familiari. Una situazione di degrado sociale sia dal punto di vista umanitario, dell'igiene e dei rapporti".
Ora, dopo la candidatura, Salis è impegnata per le Europee. "Chiaramente questa candidatura – aggiunge Branca - con un atto di coraggio notevole da parte di Ilaria, perché è un modo per essere esposta, ha comportato cambiamento delle sue condizioni. Questo, direi, fin da quando abbiamo acceso il faro su di lei: le condizioni sono migliorate molto anche all'interno della cella, dal punto di vista della pulizia. Il fatto che il Tribunale del riesame abbia accolto l'appello sullo status libertatis ha comunque ha influito sulla candidatura. Non dimentichiamo che Ilaria Salis è un caso politico a tuti gli effetti. Teniamo conto che le persone che sono state fermate con lei dopo pochi giorni erano già tornate a casa loro".
Il padre di Iralia Salis aveva specificato che Ilaria, agli occhi del Governo ungherese, aveva tre difetti, quelli di essere "italiana, donna e antifascista".
"E' la vittima ideale per un politico come Orban – aggiunge Branca - che attraverso la 'punizione' esemplare di un'antifascista manda diversi messaggi sia all'Italia sia all'Europa. Purtroppo questa ragazza è finita nel mezzo di una vicenda più grande di lei".
In tribunale l'aggredito ha dichiarato di non essere certo di riconoscere in Ilaria Salis uno degli aggressori. "La vicenda è paradossale – conclude Branca – che riguarda anche l'Italia. Noi stiamo cercando non soltanto di fare quello che abbiamo detto, cioè portarla a processo in uno stato diverso che non ai ceppi come nel Medioevo, ma anche una tutela dei diritti perché quello che è capitato a Ilaria può capitare a ognuno di noi e nessuno ci pensa. Se pensiamo che è stata fermata per aver semplicemente partecipato ad una manifestazione antifascista e legittima. Era una contromanifestazione della famosa Festa dell'onore che non solo è inneggiante a quelli che erano gli ideali di Hitler. Una cosa formalmente vietata in quel paese dove, non solo viene tollerata ma vengono arrestati gli antifascisti".