Politica - 27 maggio 2024, 17:51

Terzo consiglio regionale senza Toti: fuori dall’aula monterà la protesta, ipotesi mozione di sfiducia al presidente Piana

Le opposizioni hanno chiamato a raccolta i comitati: “Le istituzioni sono nostre, dobbiamo farci vedere”

E siamo a tre. Domani andrà in scena il terzo consiglio regionale da quando il presidente Giovanni Toti è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e falso. In aula la tensione è inevitabilmente salita e l’attenzione è sempre incentrata sull’inchiesta che ha portato la Liguria al centro di una sorta di Tangentopoli locale.

La prima seduta, quella di martedì 14 maggio, è stata interamente dedicata alla discussione sui fatti, mentre quella successiva (martedì 21) ha visto il voto sul mutuo da 57 milioni per la nuova diga di Genova, argomento a dir poco spinoso alla luce del focus principale dell’inchiesta. In sottofondo le costanti richieste di dimissioni da parte delle opposizioni e il netto “no” sbandierato a più riprese da parte di maggioranza e giunta. 

E domani? Seguendo il climax, gli animi si scalderanno ancora di più. Questa volta le opposizioni sono passate dalle parole ai fatti e hanno chiamato la cittadinanza a raccolta fuori dall’aula del consiglio per manifestare il dissenso del popolo ‘anti Toti’ e per chiedere le dimissioni del presidente, della giunta e, quindi, le elezioni anticipate. “Le istituzioni sono nostre - si legge in un post sui social di Ferruccio Sansa, poi ripreso anche dalle altre forze di minoranza - nostre, cioè di tutti, dei liguri. Martedì si terrà il consiglio regionale, dobbiamo andarci. Non soltanto i politici, ma soprattutto i liguri, insieme, dobbiamo farci vedere, farci sentire. Lavoratori, pensionati, studenti, associazioni, comitati, persone”.
E poi: “Gli scandali delle ultime settimane hanno dimostrato quello che dicevamo da anni: le decisioni che cambiano il destino della nostra Liguria, il suo futuro, non sono prese nell'interesse di tutti, ma di pochi. Sempre gli stessi. La politica non la decide il voto, ma il denaro. Andiamo in Regione. Mostriamo a tutti che vogliamo restituire le istituzioni ai cittadini. La crisi della Liguria è anche un’occasione, un nuovo modo di intendere la politica e le istituzioni in Italia deve partire da qui. Da noi”.

Alle opposizioni fanno eco 13 associazioni liguri che hanno annunciato la loro presenza in consiglio: “Crediamo che non sia sufficiente chiedere le dimissioni di Toti se poi non saranno cambiate le regole e i contenuti. Se ciò non avverrà, cambieranno gli attori ma la politica sarà sempre la stessa. Chiediamo pertanto le dimissioni di questa politica: non si tratta solo di reati, che sarà l’iter giudiziario a confermare o meno, ma di una gestione della regione e dei territori che contrappone gli interessi di pochi ai bisogni della collettività, sacrificando qualità della vita, salute e ambiente. Finché ci sarà questa convinzione che i cittadini siano “ospiti” all’interno delle istituzioni, allora non ci sarà mai la possibilità di un dialogo costruttivo con la politica. Quando i cittadini, per far sentire la loro voce, devono manifestare nelle strade e nelle piazze oppure ancor peggio devono ricorrere ai tribunali, allora siamo veramente di fronte al totale fallimento della politica: l’attuale amministrazione rappresenta del resto pienamente questo fallimento”.

Si aggiunge ‘Genova che osa’, associazione promotrice della petizione per chiedere le dimissioni di Toti: “Sono ormai due settimane che migliaia di persone stanno scrivendo a consiglieri e consigliere regionali chiedendo che Toti sia sfiduciato e più di 20.000 persone hanno firmato la petizione. Vogliamo che Toti se ne vada, faremo pressione affinché si dimetta”.

punti all’ordine del giorno sono 35, ma viene difficile immaginare che possa svolgersi una canonica discussione con altrettanto canonica votazione. Anche perché le opposizioni sembrano intenzionate a presentare una mozione di sfiducia al presidente Alessandro Piana (non è possibile indirizzarla a Toti in quanto sospeso) che, seppur respinta dalla maggioranza, aprirà nuovamente il dibattito sulla fotografia attuale della Liguria, anche alla luce degli ultimi interrogatori.

Pietro Zampedroni