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Politica | 23 maggio 2024, 17:58

Elezioni Pietra, Carrara: "Dolcissima Pietra? No, carissima. Negli ultimi 5 anni costata al cittadino non meno di 260 mila euro"

Il candidato sindaco della "Lista indipendente per Pietra" critico sulla gestione da parte del Comune del tradizionale evento pietrese di settembre

Elezioni Pietra, Carrara: "Dolcissima Pietra? No, carissima. Negli ultimi 5 anni costata al cittadino non meno di 260 mila euro"

"Sul finire di questo mandato elettorale ci ha 'punto vaghezza', fare delle ricerche su questioni che l'Amministrazione uscente ha trattato gestendo i soldi pubblici. Questioni che riguardano maneggi di ingenti somme di danaro pubblico. Ci hanno incuriosito, in particolare, due questioni o aspetti che l'Amministrazione De Vincenzi ha gestito e continua tuttora a gestire; la prima delle quali è la sagra, la festa, o che dir si voglia, la 'mangeria' (nel senso di 'gran mangiata ininterrotta') di dolci & affini che ogni anno si tiene a metà Settembre, cioè: 'Dolcissima Pietra', manifestazione dolciculinaria, proposta nel 2004 dal sindaco De Vincenzi e, a quanto lui disse alla Giunta di allora, di cui chi scrive faceva parte, con questo stesso nome da lui medesimo battezzata. Questa kermesse dolciaria, che dura, di solito, due giorni all'anno, vede la partecipazione di standisti che vengono da ognidove e che, per parteciparvi, devono, ovviamente, pagare una quota. Quota che, tuttavia, non viene corrisposta al Comune, che, quindi, neanche ne determina l'entità, bensì alla società privata alla quale il Comune stesso affida l'organizzazione della manifestazione. Questa quota non siamo riusciti a sapere a quanto corrisponda, ma risulterebbe non irrisoria".

Lo afferma Mario Carrara, candidato sindaco a Pietra Ligure alla guida della "Lista indipendente per Pietra".

"Quello che, invece, dall'indagine fatta, risulta chiaro, è costituito dagli elementi tratti dagli atti comunali che sono pubblici, a disposizione di tutti e, a maggior ragione, dei consiglieri comunali eletti dai cittadini che, da loro, ricevono un potere di controllo sugli atti pubblici stessi - prosegue Carrara - Il primo dato macroscopico che emerge è che dalla prima edizione della manifestazione nel 2004, quest'ultima è stata sempre affidata allo stesso pool di persone, come pure, in questi ultimi cinque anni, sempre alla stessa società privata. Nell'anno 2019, per 30 mila euro, Nell'anno 2020, per 35 mila euro. Nell'anno 2021, per 45 mila euro complessivi. Nell'anno 2022, per 40 mila euro complessivi. In questi anni sopraccitati, l'affidamento è stato effettuato in forma diretta, a trattativa privata. Non c'è mai stata gara d'appalto. Nè, a quanto abbiamo potuto apprendere, risulterebbe nessun bando pubblico, affinché chi fosse interessato manifestasse, appunto, il proprio interesse ad essere interpellato per partecipare ad un'eventuale gara per esprimere una  migliore offerta. L'affidamento diretto, senza gara, va detto, era effettuato, come si legge da una determina: 'Considerato che l'evento proposto conserva caratteri di esclusività ed unicità, per le quali si può procedere mediante affidamento diretto' ed anche per il fatto che, stando sotto una determinata somma, l'affidamento diretto, senza gara d'appalto, secondo le determine visionate, era possibile. Tuttavia, nell'ultimo anno 2023, l'affidamento, in ogni caso sempre effettuato alla stessa società privata, lo è stato non più tramite una trattativa diretta tra il Comune e la società privata stessa, ma, questa volta, tramite la 'Centrale unica di committenza'. Cosa che ha avuto effetti benefici per le casse comunali perché siamo passati dai 40/45 mila delle somme precedenti, agli ultimi 17 mila 800 euro complessivi. Una tale drastica diminuzione nei costi dell'affidamento, sarà stata dovuta ad una altrettanto forte diminuzione generale dei costi e dei prezzi? Oppure, perché le diverse procedure della 'Centrale unica di committenza' hanno consentito questi notevoli risparmi? Non lo sappiamo. Ma ci poniamo e poniamo l'interrogativo, che in primis, dovrebbe essere posto al sindaco De Vincenzi, visto che 'Dolcissima Pietra' sarebbe una 'sua creatura', per la quale, è notorio, che seguirebbe ogni dettaglio del suo allestimento. E poi, all'assessore al Turismo Daniele Rembado, che da dieci anni segue il settore del 'turismo e spettacolo' e dovrebbe anche controllarne svolgimento e procedure".

"C'è anche da dire - continua il candidato sindaco - ed il dettaglio non è da poco, che, sempre la stessa società privata organizzatrice di 'Dolcissima Pietra', come apprendiamo dal contenuto di una determina, ne ha, addirittura, registrato il marchio, facendola diventare, così, una manifestazione 'sua propria'. Ci chiediamo come sia stato possibile che il Comune, che nel 2004, avviò questa manifestazione, se ne sia stato fatto spossessare in questo modo, senza reagire? Oppure, contrariamente a quanto si è sempre creduto, nello stesso 2004, quando De Vincenzi inserì nel calendario delle manifestazioni turistiche 'Dolcissima Pietra', il suo marchio era già stato registrato dalla stessa società che poi l'avrebbe sempre materialmente organizzata? Non lo sappiamo e non possiamo rispondere. Tuttavia a questa stessa domanda potrebbe proprio rispondere lui, Luigi De Vincenzi, che della questione dovrebbe essere bene addentro,  anche perché, ci sembra proprio  di ricordare che, nel 2019, quando annunciò la sua ridiscesa in campo per partecipare alle elezioni comunali, scelse proprio la sede pietrese della stessa società privata che organizza 'Dolcissima Pietra' per annunciare in una conferenza stampa la sua candidatura a sindaco. Qualcosa lui dovrebbe sapere".

"Alle determine dell'affidamento dell'organizzazione della manifestazione, se ne devono aggiungere, per ogni edizione della stessa, altre che comportano impegni finanziari del Comune per eventi diversi come canori, musicali, sportivi, conferenze, convegni, ecc., che, a differenza della società organizzatrice che non cambia mai, invece, per quanto riguarda gli autori ed esecutori, cambiano continuamente di edizione in edizione della stessa. Perciò, dai dati che siamo riusciti a reperire, risulterebbero queste somme complessive, anno per anno: nel 2019, 'Dolcissima Pietra' è costata 52 mila euro; nel 2020, è costata 37 mila 500 euro; nel 2021, è costata (la bellezza di) 80 mila 681 euro; nel 2022, è costata 50 mila 137 euro; nel 2023, i costi sono scesi a 37 mila 666 euro complessivi. In totale in questi ultimi 5 anni, 'Dolcissima Pietra', che si è svolta in una dozzina di giorni complessivi (due e a volte tre per anno), al contribuente pietrese, che paga tutte le tasse al massimo, è costata non meno di 260 mila 984 euro. Di cui 170.300 alla sola società privata che da sempre la gestisce e, fino al 2022, in affidamento diretto. Se teniamo conto che quest'ultima, inoltre, riscuote i ticket degli standisti dolciari partecipanti, non possiamo che dire che questa manifestazione rappresenti un bel business. Tuttavia, visti i costi che questa stessa manifestazione comporta per il Comune ed i contribuenti pietresi, più che 'Dolcissima', essa dovrebbe chiamarsi 'Carissima Pietra'. Sarebbe più appropriato. Ovviamente, la manifestazione, visti i costi, si potrebbe ben ragionare se riproporla ancora, oppure, visti i 'lacci e lacciuoli' cui è vincolata, come il nome registrato, si potrebbe riproporre con un altro nome" conclude il candidato sindaco Mario Carrara, sottolineando ancora "tutti i dati esposti sono facilmente reperibili sul sito del Comune di Pietra Ligure andando su 'amministrazione trasparente' e cliccando su determine turismo".

I.P.E.

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