È arrivato in questi giorni in Franciacorta un esemplare della Zucca di Rocchetta di Cengio, inserita nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali e protagonista della rinascita della Valbormida.
Un esemplare inviato dalla comunità della Zucca di Rocchetta è stato consegnato dal giornalista Claudio Porchia a Debora Bordiga, direttrice della scuola alberghiera Zanardelli di Clusane d’Iseo. Alla cerimonia di consegna sono stati presenti anche il sindaco di Iseo, Dott. Marco Ghitti e Loretta Tabarini, organizzatrice del concorso “Un fiore nel piatto”, gemellato con il Festival della Cucina con i fiori di Alassio.
Insieme alla Zucca sono state consegnate alcune copie del libro Zukky, scritto dalla giornalista Renata Cantamessa conosciuta come Fata Zucchina.
In questa pubblicazione la Zucca di Rocchetta è protagonista di una fiaba, dove i sogni possono diventare realtà e produrre la felicità sociale. Un libro interessante che si presta a laboratori con i ragazzi delle scuole, non solo primarie, una favola agricola, dove i temi della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente si intrecciano con le emozioni.
Prosegue così la diffusione di questo straordinario prodotto che dopo aver raggiunto le migliori cucine della Liguria e del Piemonte, si afferma ora anche in altre regioni. Dopo le Marche ora è il turno della Lombardia.
La Zucca di Rocchetta, l’unica che dispone di una carta di identità, nel 2005 è stata salvata dall’estinzione da Slow Food, partendo dai pochi semi rintracciati in una frazione di Cengio appunto Rocchetta. Qui l’utilizzo più diffuso era in cucina per preparare risotti, ripieni di ravioli, nella minestra e per la preparazione di una crema vellutata. Viene raccolta come da disciplinare alla fine di settembre e inizio ottobre. Particolarmente utilizzata per preparazioni di grande qualità, grazie alle sue proprietà di lunga conservazione può arrivare in alcuni casi anche a mantenersi anche fino a 18/24 mesi.
Ogni anno le migliori zucche dei soci produttori vengono registrate e ad ognuna viene apposto al picciolo un cartellino riportante il numero dell’esemplare, il peso, il numero del socio produttore al fine di garantirne la piena tracciabilità. Dal 2019 ogni esemplare viene accompagnato dalla sua “carta di identità” riportante tutte le informazioni della registrazione ed è proprio questo particolare a rendere unica questa zucca nel panorama italiano, che vanta molte varietà di cucurbitacee.