Ilaria Salis è detenuta da 15 mesi in carcerazione preventiva in Ungheria, il processo è iniziato qualche mese fa. Le foto nell'aula di tribunale con manette e catene alle caviglie, tenuta da un'agente con un'altra catena come un guinzaglio avevano suscitato un grande clamore mediatico e reazioni internazionali. Salis è stata accusata di aver partecipato a degli scontri con due neonaziisti durante una manifestazione.
Ad aprile è stata candidata al Parlamento Europeo con Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Se fosse eletta scatterebbe l'immunità che prevede il blocco del processo (non è ancora stato stabilito se l'immunità dovesse scattare all'esito delle urne o con l'ufficializzazione dell'elezione).
Roberto Salis era a Savona oggi, 11 maggio, per l'incontro "Il coraggio di osare, per un’Europa dei diritti" sui diritti e sulla situazione carceraria nell'Unione Europea, organizzato proprio da Alleanza Verdi e Sinistra Italiana.
"L'ultima volta che l'ho sentita, stava abbastanza bene – spiega - ora è molto concentrata su questa candidatura e sta lavorando sulla campagna elettorale". Roberto Salis può parlare con sua figlia Ilaria solo una volta a settimana, con 70 minuti di telefonate. In questo periodo si stanno confrontando per preparare la candidatura alle europee.
"Questo è un problema politico – afferma Roberto Salis - nel senso che è un processo mosso da fini politici dell'Ungheria e dovrebbe interessare la diplomazia italiana per fare in modo che mia figlia sia più tutelata. Non ha fatto questa scelta per scappare dal processo ma per avere un processo giusto".
Nei giorni scorsi altre immagini shock di un giovane italiano fermato a Miami, negli Usa, Matteo Falcinelli, hanno sconvolto l'opinione pubblica italiana e internazionale, per i metodi violenti usati dalla polizia Usa nell'arresto.
"Non conosco personalmente il caso del ragazzo a Miami – afferma Roberto Salis - ma conosco molto bene quello di mia figlia. Credo che il modo in cui l'ambasciata e l'unita di crisi della Farnesina hanno gestito la cosa potrebbe essere migliorata".
L'Ungheria è stata più volte sotto il mirino dell'Unione Europea in tema di diritti umani e indipendenza della magistratura; una dello scorso gennaio, ad esempio sosteneva che l’Ungheria non soddisfa i requisiti per l’indipendenza della magistratura. L'ultima lo scorso aprile che evidenzia carenze nel sistema giudiziario, conflitti d'interesse, minacce alla libertà dei media e ai diritti fondamentali.
"C'è stata una risoluzione approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Europeo il 24 aprile – ha concluso Salis -che ha evidenziato le storture del sistema ungherese. Il fatto che uno stato dell'Unione Europea non rispetti i diritti umani è un grave problema. Sul caso di via figlia vediamo molta attenzione, un'attenzione che sta costantemente aumentando e che sta tornando ad avvicinare le persone alla politica, soprattutto molti giovani. E' una cosa molto bella che ci fa piacere".