Attualità - 07 maggio 2024, 17:51

“Per il Lavoro ci metto la firma”, anche nel savonese la raccolta firme della Cgil per un referendum

Quattro i quesiti proposti, dai licenziamenti ai contratti passando per gli appalti

Dalla giornata del 25 aprile anche a Savona e Provincia è partita la raccolta di firme per i referendum proposti dalla Cgil: “Per il Lavoro ci metto la firma”.

Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà” affermano dalla segreteria provinciale del sindacato.

I quesiti sono quattro. I primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act. Il terzo riguarda invece la reintroduzione delle causali per i contratti a termine, in questo caso il riferimento legislativo è ad una delega del Jobs act, ma anche alla norma introdotta dal governo Meloni che lascia alle parti individuali la possibilità di indicare esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. Il quarto è infine relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni.

In tutte le sedi della Cgil di Savona sarà possibile informarsi e firmare, così come nei mercati settimanali, nei luoghi di lavoro, nelle leghe dei pensionati e nelle Società di Mutuo e Soccorso.

Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività sono diventati normali modelli organizzativi di ogni azienda privata e pubblica - affermano dalla Cgil - Il frutto di vent’anni di leggi sbagliate è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Per questo chiediamo di firmare per poter poi cancellare attraverso il referendum alcune di queste leggi sbagliate”.

Redazione