Il futuro del sito dell'ex Acna continua a essere oggetto di discussione. Dopo l'annuncio di qualche settimana fa riguardante un presunto progetto di rilancio dell'area, Pier Giorgio Giacchino, presidente dell'associazione Ala nonché ex sindaco di Camerana, ha scritto una lettera al sindaco di Cengio, Francesco Dotta, esprimendo seri dubbi al riguardo.
"Vedo che la memoria sempre più sbiadita della vicenda Acna e il suo immane lascito genera affermazioni fuor di realtà tanto sulla gestione tecnico-operativa del sito quanto sul suo possibile riutilizzo. Ciò avviene in assenza della minima osservazione critica e, quel che è peggio, nel totale silenzio istituzionale come si trattasse di una cosa su Plutone, e non la valle Bormida", scrive Giacchino.
"Comprenderai anche questa volta le ragioni della mia voce di valligiano, appartenente alla categoria dei semplici cittadini, le opinioni dei quali contano notoriamente nulla sicché, come il gatto nero di Trilussa, hanno smesso del tutto di pensare. Perdona se ancora mi ostino a rompere il silenzio ma che dire, sono piemontese, nessuno è perfetto. Di sicuro è massimamente imperfetta l'ormai 25ennale costosissima attività di tenuta del sito, definendo pretenziosamente 'bonifica' quell'immane cumulo di pestilenze chimiche da accudire, sia chiaro, in eterno".
"Ricorderai che ho denunciato l'ennesima volta quelle criticità nel gennaio 2019 nella relazione che ti inviai unitamente ai sindaci della valle: confermo ogni parola e aggiungo che in questi cinque anni non è cambiato nulla, se non in peggio - prosegue - Te la rimando per comodità, non sarebbe male parlarne con il tuo vice che 'numeri non ne vede', ma anche per le eventuali corresponsabilità di sindaco su non escludibili eventi generati nel territorio di competenza su cui 'non si può non sapere'".
"In verità la Syndial di allora rispose alle mie osservazioni con una relazione di ben 55 pagine (chi mai l’avrà letta) contenente una quantità di insulsaggini tecniche che meriterebbero un bel confronto diretto che mai avverrà, considerato il perdurante inspiegabile mutismo generale. Restando a noi che dire ancora delle fantasie sulla reindustrializzazione dell'area 2, sbrigativamente certificata idonea nonostante i vincoli sulla falda da mantenere rigorosamente al di sotto di 1,2 metri dalla superficie trattandosi a tutti gli effetti di percolato?".
"Per agevolare 'chi non vede numeri' trasmetto i dati della provincia di Savona del periodo 2010-2016: certificano che metà dei piezometri hanno sforato almeno 67 volte! Per vedere come è andata negli anni successivi basta cercare gli atti puntualmente trasmessi dalla provincia al comune di Cengio e si scoprirebbe che gli sforamenti sono stati innumerevoli", continua Giacchino.
"Al punto che Syndial, impossibilitata a rispettare i vincoli imposti, chiedeva con insistenza alla provincia di Savona e alla fine otteneva (anni 2021-2022) l'applicazione di una ermetica modalità di valutazione delle misure piezometriche, una sorta di media algoritmica definita ISPRAL LCL 95%. Immagino che da quel momento i valori rientrino nei limiti anche nei casi di emersione della falda, come peraltro accaduto: complimenti per questa ennesima 'soluzione tecnica'. Ma neppure l’elusione di tale insormontabile problema ha diminuito il panico che si scatena ogni volta che piove, dato che il cosiddetto depuratore TAF tratterebbe la miseria di 6,7 mc/h, ammesso funzioni come un orologio".
"È questa la ragione per cui sostengo e suggerisco da sempre che l'utilizzo di A2 può essere solo superficiale, previa adeguata impermeabilizzazione dalle acque meteoriche. Da ciò la proposta del parco fotovoltaico, non diversamente da 20 anni fa quando proponevo le piste per il Motorsport con il progetto 'Cengio senza frontiere', idea condivisa da tutti men che dal comune di Cengio. Guarda le foto del sito della settimana scorsa, dice più di ogni discorso. Oltretutto come si può pensare di vendere o affidare a chicchessia un sito di interesse nazionale non bonificato, ma solo messo in sicurezza? Una sicurezza da presidiare, da controllare, con costi di analisi da decine di migliaia di euro, chi mai se li accollerebbe?".
"E che facciamo dell'area Merlo che continua a emanare benzene e amenità tipiche del sito? Non sarà perché il famoso diaframma di cinturazione ermetica è del tutto mancante lato ferrovia? Non sarà grazie a questa via libera che il sito non si allaga nemmeno nelle alluvioni da 600 mm di pioggia in 24 ore (anno 2016), 150.000 metri cubi nella sola area A2? E chi li depura al ritmo di 6,7 metri cubi ora, vale a dire 22.000 ore, cioè due anni di trattamento a patto che non piova più una goccia? Una buona guaina impermeabile e asfaltare tutto, quale soluzione diversa? Come non bastasse sta materializzandosi il temuto progressivo disimpegno della proprietà. Posso comprendere, ma non condividere, che questo progetto improbabile e i suoi iperbolici costi stiano arrivando al “redde razionem”, tanto sono imbarazzanti".
"Lo si nota, volendo vedere, dalla riduzione progressiva del personale: nei giorni prefestivi e festivi la portineria è sguarnita, ben tre giorni di fila nel recente periodo di Pasqua. Nei festivi e notturni un solo uomo presidia i 250.000 m² dell'area A2 con la quantità di pompe del perimetro per tenere a bada la solita falda - sottolinea - La presenza dei tecnici della provincia di Savona per il controllo ambientale del sito, il relativo costo a carico della proprietà, è stata ridotta da cinque a due giorni alla settimana, non consecutivi, di fatto la verifica dei dati diventa postuma di almeno 7 giorni. Forse che a fronte di una pseudo bonifica si ritengono bastanti pseudo controlli?".
"Osservo che tutte queste variazioni/riduzioni sono state notificate a Regione, provincia, comune, Asl, Arpal, ma non mi risulta alcuna comunicazione al Piemonte dove si riversa l'effetto potenziale di ogni decisione. Se il confine regionale è stato arretrato alla portineria dell'ex Acna sarebbe il caso di avvisare almeno la Provincia di Cuneo, il governatore del Piemonte, no? Tranquillo Francesco, ci penso io. E accetta la provocazione, vuole essere costruttiva".
"Mi auguro che tu voglia comprendere il movente unicamente civico delle mie riflessioni, nulla di banalmente politico come di solito viene ridotta ogni opinione fuori dal coro in questo scombinato Paese. La mia è piuttosto protezione per un territorio, la sua storia, e preoccupazione per chi verrà dopo di noi. Certo dopo di me. Altro avrei da dirti ma non voglio causarti mal di testa. Alla prossima", conclude Giacchino.