Archiviare il procedimento in corso e invitare Snam a presentare una nuova istanza per l'avvio di un nuovo procedimento autorizzativo.
Questa la forte presa di posizione del commissario straordinario del Comune di Vado, Maurizio Gatto, contenuta in una lettera indirizzata al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e al commissario straordinario di Governo per l'opera, Giovanni Toti, con al centro le integrazioni e modifiche progettuali sul posizionamento del rigassificatore al largo della costa savonese inviate da Snam e la proroga di soli 15 giorni per l'invio delle osservazioni da parte degli enti coinvolti.
Come fatto dal Comune di Quiliano, anche il commissario prefettizio di Vado ha esternato le sue perplessità: "Qualora il Dicastero non ritenesse di procedere in tal senso, questa Amministrazione chiede, in subordine e senza prestare in alcun modo acquiescenza a tale configurazione procedimentale, riservandosi di valutare, nel prosieguo del procedimento, ogni possibile forma di tutela giuridica degli interessi del territorio comunale e della salute pubblica, che venga concessa, a fronte della rilevante mole di nuovi documenti prodotti e non ritenendo comunque congruo il differimento dei termini di 15 giorni già concesso, una proroga del termine per presentare osservazioni etc, pareri non inferiore a 60 giorni".
Secondo Gatto, quanto l'azienda ha inviato nell'ultimo aggiornamento agli enti su Fsru Alto Tirreno non sarebbe stato "una mera 'documentazione integrativa' del progetto, bensì una documentazione che descrive e rappresenta un progetto ampiamente modificato e, pertanto differente, per molti profili rilevanti, da quello originario sottoposto ad approvazione". Circostanza, quest'ultima "confermata, in primo luogo, dalla mole della documentazione" ossia quasi 600 allegati da non meno di 20 pagine l'uno.
"Inoltre - aggiunge il commissario vadese - da un esame, inevitabilmente sommario, dei documenti in questione emerge che Snam ha presentato solo in via 'integrativa' i dati di monitoraggio dell'area interessata dal progetto, di elevatissimo valore ambientale, che in realtà avrebbero dovuto costituire essenziale presupposto tecnico da produrre contestualmente alla presentazione del progetto originario e, quindi, prima dell'avvio del procedimento autorizzativo".
Altro nodo critico sollevato da Gatto sarebbe l'evidenza di alcune modifiche "geografiche". Innanzitutto dell'area in cui è prevista la collocazione dell'impianto PDE, "nonché il tracciato originario delle condutture di collegamento alla rete nazionale" a Cairo Montenotte. Anche il punto di ormeggio ed il sistema di ancoraggio della Golar Tundra ne sarebbero stati oggetto, "al dichiarato fine di evitare gli impatti sulla biocenosi i quali, peraltro, non erano stati presi in considerazione in sede di redazione del progetto originario: infatti, tra le numerose osservazioni formulate da molti enti partecipanti al procedimento, era stata sin da subito rilevata la mancanza di uno studio puntuale ed approfondito in merito alle ripercussioni sull'ambiente marino derivante dall'installazione dell'impianto". Questo in particolare vista la poca distanza dall'area marina protetta dell'Isola di Bergeggi.
Insomma, una serie di modifiche delle aree in cui dovrebbero essere collocati gli impianti alla quale ha fatto seguito la necessità per Snam di predisporre e produrre documenti del tutto nuovi riguardanti vari aspetti (i profili di rischio di incidente rilevante, il Progetto di Monitoraggio Ambientale-PMA, le indagini geofisiche, gli studi dei livelli di vibrazione e di posizionamento dei fabbricati, le analisi acustiche redatte con la modellistica di dispersione con relativi ricettori sensibili). Tutti aspetti che, a suo tempo, ossia alla prima presentazione del progetto, avevano portato alle osservazioni per le quali erano serviti ben più di quindici giorni di tempo.
Ma non solo. Nella lettera del commissario Gatto si evidenzia come "alcuni dei nuovi documenti presentati [..] appaiono comunque incompleti". L'esempio è quello della Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), il cui elaborato originario era stato ritenuto insufficiente dall'Istituto Superiore di Sanità. "L'elaborato VIS aggiornato non sembra idoneo a superare le criticità rilevate in precedenza - si legge - posto che, come espressamente affermato dalla stessa Snam, non sono stati esaminati i profili di rischio sulla salute derivanti dal funzionamento dell'impianto, in quanto non sono stati raccolti ed elaborati i dati 'ante operam' riguardanti la salute della popolazione residente o, comunque, presente nell'area interessata dal progetto".
Considerazioni che portano dunque l'Amministrazione vadese a ritenere i documenti presentati da Snam non integrativi ma addirittura "modifiche sostanziali al progetto originario, configurandone uno nuovo", suggerendo quindi al Ministero come passaggio più indicato quello di invitare la società proponente "a presentare una nuova istanza per l'avvio di un nuovo procedimento, previa archiviazione del presente procedimento di VIA".