Non dovrebbe esserci intoppi alla conclusione dei lavori dell'Aurelia, con gli atti che però comunque dovrebbero essere inviati alla Procura (al momento però non sarebbero giunti al sesto piano del Palazzo di Giustizia savonese).
Il giorno dopo la complessa e articolata indagine della guardia di finanza del comando provinciale di Savona i dubbi e le preoccupazioni sono emersi sul futuro dell'infrastruttura che però dopo 14 anni dopo l'avvio del cantiere nel 2026, dovrebbe, il condizionale è d'obbligo concludere il suo percorso in Corso Ricci.
Per il secondo lotto, già previsto, si vedrà, anche se i cittadini già fanno sentire la loro voce esprimendo preoccupazioni ed ansie (leggi LEGGI QUI).
Dagli approfondimenti eseguiti, delegati dalla Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Liguria, era emerso come i lavori per la costruzione dell’infrastruttura avessero subito diverse interruzioni dovute a rilevanti inconvenienti tecnici (imprevisti geologici nelle operazioni di scavo delle gallerie, carenze progettuali, difficoltà legate agli espropri per la legittima opposizione dei proprietari…) sorti nel corso dell’avanzamento, fino a giungere alla definitiva interruzione.
In particolare, dall’esame della documentazione acquisita, il tratto di “Aurelia bis” è risultato non idoneo a collegare direttamente il casello con l’hub portuale di Savona in quanto l'uscita della Margonara era stata letteralmente stralciata.
L’attività di indagine aveva, inoltre, consentito di individuare specifiche criticità, imputabili ad Anas (che aveva affidato i lavori ad una ATI) che hanno condizionato l’intero corso dell’appalto, oltre a quantificare un danno erariale per oltre 70 milioni di euro.
Nel dettaglio, si riferiscono alla mancata condivisione con il gestore della rete autostradale del progetto di sotto-attraversamento dell'autostrada A10 (nel tratto sopra il torrente Letimbro che porta all'uscita di Corso Ricci), all'assenza di individuazione di siti idonei per il conferimento dei materiali provenienti dallo scavo delle gallerie e alla scarsa gestione e direzione delle lavorazioni.
Secondo indiscrezioni a far scattare l'indagine sarebbe stato, oltre ad un evidente situazione di criticità e di stop sotto agli occhi di tutti, anche un video dal titolo 'Sciata di agosto a Luceto" realizzato da Luca Patrone e pubblicato su Youtube nell'agosto del 2020 da un gruppo di cittadini che avevano a sdrammatizzare sullo stato di fermo dei lavori.
L'ironia ne aveva fatta da padrone e così alcuni albisolesi che vivono nella frazione avevano utilizzato il cumulo di detriti del cantiere coperti da un telo bianco utilizzandoli come sfondo per una sciata sulla neve.
"Siamo qui davanti alla pista da sci che Anas ha creato al posto di finire l'Aurelia, spero che aprano le piste in maniera che vengano i turisti intanto che noi siamo sempre in coda non frega a nessuno" - aveva detto ironicamente un albisolese - Fortuna che abbiamo anche una piscina scoperta inagibile in quanto fatta senza fondamenta che il comune grazie ai suoi tecnici aveva fatto costruire in precedenza".
Gli albisolesi poi hanno indicato la cartina del progetto dell'Aurelia Bis facendo notare che la data di consegna era prevista per il 15 febbraio 2020.