Sono centinaia di migliaia gli appuntamenti di visite ed esami prenotati e “saltati” da pazienti, senza preavviso. Tutte prestazioni che vanno poi a pesare sulle liste d'attesa.
Il problema non è esteso come in Lombardia, dove a livello regionale le visite ed esami saltati sono il 21% delle prestazioni ambulatoriali. Per l'Asl2, secondo fonti aziendali, la percentuale si aggira intorno all'11%.
Se si considera che nel 2022 (dati bilancio Asl2) le prestazioni ambulatoriali ad esterni, cioè pazienti non ospedalizzati , sono state 3.394.701, di queste circa 373.417 prestazioni sono saltate, tra visite ed esami ambulatoriali di vario genere. Un dato comunque è elevato.
Periodicamente Asl2 sui suoi canali di comunicazione lancia annunci per ricordare ai pazienti che non possono sottoporsi ad un esame o visita di disdire; in questi giorni sulla pagina Facebook dell'Asl c'è un banner con lo slogan “Disdire è semplice” e le indicazioni per disdire la visita: al Cupo, nella farmacie o dai medici di medicina generale, al sito prenotosalute o ai Cup. In questo modo chi è in attesa potrebbe usufruire della prestazione.
Poi c'è anche l'aspetto economico. Ogni prestazione ha un costo che ricade sull'Asl. In alcune Regioni o Asl del territorio nazionale si è aperto il dibattito sul tema e qualcuno ha proposto di fare pagare il ticket al momento della prenotazione oppure erogare eventuali sanzioni a chi prenota e non disdice una visita o una prestazione con un certo anticipo.