E' arrivata nella serata di ieri (4 aprile, ndr) la tanto attesa "fumata bianca" per definire, oramai pare definitivamente, il quadro degli sfidanti alle urne il prossimo 8 e 9 giugno a Finale Ligure.
La quarta lista a scendere in campo sarà quella ispirata al concetto di campo largo come presentato ad esempio alle ultime regionali sarde "Scelgo Finale" che ora, oltre al nome, ha anche ufficialmente un candidato sindaco: Simona Simonetti.
Europa Verde, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano e i gruppi civici "Per Finale" e "Finalesi in Movimento 2024", quest'ultimo composto da attivisti del Movimento 5 Stelle, ha riposto la propria fiducia nella portavoce regionale dei Verdi, già protagonista tra le fila della minoranza nel primo mandato del sindaco Frascherelli dal 2014 al 2019.
"La coalizione vuole essere il fronte riformista, progressista, ecologista e antifascista, impegnato nel sociale e nel volontariato, unitariamente, per rappresentare al meglio la comunità finalese nella sua interezza" commentano dal gruppo.
«A Finale c’è bisogno di una nuova politica di centrosinistra partecipata, un campo largo aperto alle idee, basata sui contenuti - è il primo commento della candidata - Ben diversa dalla politica leaderistica basata sull’autocelebrazione del candidato sindaco e da persone che restano incollati ai posti di comando perdendo ogni contatto con la vita reale».
«Siamo un gruppo energicamente coeso e determinato e lo dimostreremo nei fatti e nei contenuti - aggiunge - Il gruppo 'Scelgo Finale' non propone alleanze contraddittorie e compromessi al ribasso perché crede (come dice Eugen Debs) che "è meglio votare per quello che desideri e non ottenerlo piuttosto che votare per qualcosa che non vuoi ed ottenerlo"».
«Ci proponiamo per difendere la sostenibilità ambientale ed economica delle scelte amministrative, il buon funzionamento della macchina comunale e soprattutto avremmo un sguardo molto attento a quella parte di città che deve essere riqualificata, alla salvaguardia di quanto non deve diventare merce in quanto diritto inalienabile: l’acqua e i beni comuni».