È scontro sulla gestione delle Acque Pubbliche savonesi con botta e risposta tra il sindaco Marco Russo e i sindaci di Borghetto Santo Spirito, Loano, Alassio Giancarlo Canepa, Luca Lettieri e Marco Melgrati.
La gestione pubblica del servizio idrico sta tenendo banco da mesi e se da una parte il primo cittadino di Savona dice che non c'è la volonta dei sindaci di procedere con la fusione del Consorzio Depurazione Acque del Savonese, Servizi Ambientali di Borghetto e Sca di Alassio in Aps, gli stessi primi cittadini non sono soddisfatti dell'operato del presidente Nanni Ferro.
Intanto lo spettro della gara se non avverrà la fusione in Acque Pubbliche dei tre soggetti entro dicembre si avvicina sempre di più.
Con il Comitato savonese Acqua Bene Comune che ha voluto esprimere la propria preoccupazione.
"La vicenda del mancato accordo per la creazione del soggetto unico per la gestione del Servizio Idrico Savonese (ATO 1 costiero) è di una gravità senza precedenti. Sono anni che diciamo, inascoltati, che il rischio era proprio questo - dicono dal comitato - Tutte e tutti i sindaci che si sono succeduti nel corso degli anni hanno le loro responsabilità, visto che il processo di fusione tra le tre società pubbliche era possibile già qualche anno fa".
"Si è perso del gran tempo per evidenti questioni di campanilismo, di divisioni partitiche, di difesa di interessi “di bottega”, di “potere”, tralasciando l’interesse generale, il diritto umano e il rispetto del referendum del giugno 2011 - puntualizzano - Si poteva fare perché la perequazione tra i diversi livelli di investimento e di peso delle tre società non compete in modo esclusivo e definitivo ai sindaci ma, nel momento in cui si fa la fusione tra le tre società, sarà il tribunale di Savona a compiere questa operazione attraverso un tecnico incaricato".
"Tale operazione, per chi non lo sapesse, ma un sindaco dovrebbe ovviamente saperlo, si chiama concambio ed è il meccanismo che rende omogenee, senza vantaggi o svantaggi per alcuno, i valori delle partecipazioni nelle società che sono diverse tra di loro. Il concambio deve essere certificato da un esperto nominato dal Tribunale competente - precisano dal Comitato savonese Acqua Bene Comune - Oggi, dopo anni di battaglie contro le possibili privatizzazioni, siamo giunti ad un punto di svolta: si vuole regalare il nostro servizio idrico e la nostra acqua ad un gestore privato? Perché questo sarà il risultato e il punto di arrivo della attuale situazione".
"Facciamo presente a tutti gli amministratori savonesi che non vogliono, di fatto, la fusione tra le tre società, che la formula del Consorzio non è ammessa, se non in via temporanea, dalla attuale normativa, così come abbiamo spiegato a suo tempo ai sindaci savonesi, invitandoli a procedere alla fusione e alla creazione di un soggetto unico operativo per la gestione del servizio. La società consortile vìola, infatti, il principio del “gestore unico” perché mantiene attive le società consorziate che concretamente svolgono l’attività di gestione del servizio lasciando alla consortile la sola attività di coordinamento - concludono - Invitiamo tutte e tutti le/i savonesi a mobilitarsi, contattando il nostro Comitato, in difesa della nostra acqua, della sua gestione pubblica e partecipativa, per il rispetto del nostro voto espresso nel referendum del giugno 2011".