Potrebbe essere quella del 26 marzo 2024, anche se i condizionali in operazioni di questo genere sono sempre e comunque d'obbligo, a maggior ragione considerando i pregressi dell'oggetto in questione, una data storica per Finale Ligure. A circa dieci anni dal suo abbandono industriale: le ex aree Piaggio Aerospace hanno un nuovo proprietario.
Al momento il nome dell'aggiudicatario del secondo incanto resta "top secret" e si conoscerà solamente decorsi i termini necessari affinché l'atto diventi definitivo. Per quanto al momento trapela dal tribunale di Torino, il quale era deputato alla vendita dopo il fallimento della società FinalMare, l'asta non si sarebbe di fatto tenuta in questo secondo incanto: uno solo è stato infatti il soggetto presentatosi che si è aggiudicato il compendio per 10 milioni e 250mila euro.
"Sono molto soddisfatto, entrambi i distretti di trasformazione della nostra città (l'altro è quello delle ex cave Ghigliazza, aggiudicate lo scorso anno, ndr) hanno un nuovo proprietario - commenta il sindaco Ugo Frascherelli, che in questi dieci anni ha avuto modo di spendersi sul tema - Si tratta di due opportunità non da poco per l'Amministrazione che verrà nel prossimo o nei prossimi mandati: ora si hanno due interlocutori nuovi, con energie integre e il desiderio immerso nella contemporaneità, e con loro c'è la possibilità di dialogare per costruire insieme il futuro della città. Bisogna essere consapevoli che comunque servirà tempo tra demolizione, bonifica e riqualificazione per vedere concretizzarsi qualsiasi progetto".
A questo punto l'argomento si candida davvero a permeare la campagna elettorale che porterà i finalesi alle urne il prossimo giugno. E lo si farà con un nuovo elemento, dopo che lo scorso settembre il Consiglio Comunale, viste tramontare le ipotesi di acquisto diretto o "ibrido" da parte dell'Amministrazione, aveva approvato un atto d'indirizzo per vigilare sul futuro dell'area, basato su uno studio di fattibilità economico, idraulico e urbanistico commissionato dalla Giunta.
Chiunque sia il nuovo proprietario una cosa è certa. Oltre ai tempi di trasformazione dell'area per farle cambiare definitivamente volto, e qui si parla circa di una decina d'anni, si dovranno fare i conti con diversi aspetti anche a tratti critici in particolare sotto il profilo idraulico del Pora ma anche sotto quello architettonico, con nuove prescrizioni giunte nel corso del tempo da parte della Sovrintendenza. E il tutto con un minor consumo di suolo, con la riduzione di quelli che inizialmente erano i tanto discussi 220mila mc di nuove costruzioni.