Un presidio in Piazza Pertini con un corteo-fiaccolata che si concluderà in Piazza del Brandale. Questa la nuova iniziativa contro il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra a 4 km dalla costa di Vado Ligure e a 2.9 km da Savona.
"Il Comitato Civico #quellidellacatena, il Coordinamento dei Comitati “No Rigassificatore” e tutte le loro sigle, gli amministratori della pagina Facebook “Fermiamo il Mostro”, le altre storiche associazioni savonesi come Uniti per la Salute, le associazioni del commercio locali come Confcommercio e Confesercenti, l'Associazione Piccoli Proprietari, la libreria Ubik chiedono alla cittadinanza di unirsi in un corteo con fiaccolata di protesta con raduno programmato sabato 23 marzo alle 18.00 in Piazza Sandro Pertini a Savona transitando poi per le vie del centro, per raggiungere Piazza Sisto, dove aspetteremo l'imbrunire. Poi dotati di fiaccole attraverso Via Pia, raggiungeremo Piazza del Brandale: lì, il suono della Campanassa, evocativo di unità civica di fronte ad ogni pericolo che incombe sulla città, chiuderà la manifestazione, unendo simbolicamente anche tutti i Comuni interessati dal progetto e che hanno aderito alla manifestazione, in un coeso e ferreo rigetto di qualsivoglia ipotesi progettuale finora avanzata dalla Struttura Commissariale" spiegano i promotori.
"La Città di Savona ha radici storiche antiche e gloriose: due Papi protagonisti del Rinascimento e la sua Torre del Brandale, di origini incerte, ma già presente nel 1100 in alcuni documenti ufficiali. Un simbolo per tutta la città, soprattutto dal 1552, quando il comandante Andrea Doria ne decise il dimezzamento dai quasi 50 metri di altezza, nel tentativo di sottomettere Savona a “La Superba” Genova - continuano gli organizzatori - Qui sta il senso di questa manifestazione: attraverso il suo simbolo, chiamare a raccolta i cittadini tutti, ancora una volta contro una minaccia, un grave pericolo, proveniente da palazzi di potere lontani. I promotori del progetto FSRU "Alto Tirreno" devono essere ben consapevoli che i savonesi non intendono barattare: - il proprio futuro economico, a forte matrice turistica - il proprio mare e territorio, tanto pregiati a livello ambientale, quanto fragili come ecosistemi - la propria incolumità di fronte ad un nuovo impianto ad alto rischio d’incidente rilevante, che nelle sempre più frequenti ed estreme condizioni meteomarine avverse o in caso di tensioni geopolitiche costituirebbe facile bersaglio per attacchi terroristici dalle conseguenze devastanti".
"Tutto ciò Savona non lo accetterà mai, a nessuna condizione. Savona e nessuno dei Comuni direttamente interessati dal progetto, è più disposto a svendere la nostra costa ricca di Bandiere Blu, e il nostro entroterra rigoglioso a chi vuole trasformarli in luoghi per nuovi insediamenti industriali e relative servitù. L’intera provincia savonese ne è già satura e con estrema fatica è riuscita a trovare un proprio equilibrio, conciliando industria e turismo, quest’ultimo in netta crescita e in forte miglioramento qualitativo e occupazionale" puntualizzano i promotori