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Attualità | 08 marzo 2024, 13:00

La passera scopaiola: quando in natura comanda il genere femminile

Accetta i favori sessuali di più maschi per ottenere cure aggiuntive alla sua prole

La passera scopaiola nello scatto di Enrico Ruggeri

La passera scopaiola nello scatto di Enrico Ruggeri

È piccola e si fa notare poco, ma è un uccellino tutto pepe: parliamo della passera scopaiola (Prunella modularis nella foto di Enrico Ruggeri).

Per fugare ogni equivoco e maliziosi doppi sensi, diciamo subito che questo piccolo passeriforme non deve il proprio nome ai suoi presunti facili costumi, ma all’abitudine di nidificare vicino ai cespugli di erica scoparia, quella pianta che, in tempi antichi, veniva utilizzata per realizzare le ramazze. È una specie molto diffusa in Europa, che tende a svernare nei Paesi mediterranei, tra cui l’Italia, dove nidifica preferibilmente nei boschi delle regioni settentrionali.

Lunga meno di mezza spanna e dal piumaggio poco appariscente, color grigio bruno, la passera scopaiola, se si esclude il melodioso canto, sembra non avere particolarità e motivi di interesse, ma osservando le abitudini riproduttive ci rendiamo conto di quanto sia speciale.Essa è infatti caratterizzata da una forma rarissima di poligamia: la poliandria, vale a dire la tendenza della femmina ad accoppiarsi con più maschi nel corso della stagione riproduttiva. Un bell’impegno con un motivo molto valido: ottenere cure aggiuntive per la sua prole.

In genere la futura madre sceglie almeno un paio di partner: tra i due la rivalità è ovviamente altissima. Ma la loro è una competizione che non vede mai un vincente e un perdente.Uno dei modi utilizzato dai contendenti consiste nell’eliminare ogni traccia del passaggio dei rivali: a questo scopo, prima dell’accoppiamento, il maschio colpisce con il becco le parti intime della femmina, per farle espellere il seme del partner precedente e poterla a sua volta fecondare e trasmettere il proprio DNA alla progenie.

E non è tutto, perché i genitori maschi sono consapevoli di ciò che accade: ciascuno di essi, infatti, contribuisce ad accudire la prole e ognuno ci mette l’impegno profuso direttamente proporzionale al numero di uccellini realmente generato. Quindi non è raro se vediamo una femmina con un paio di maschi nella stessa nidiata, peggio di “Beautiful”. Sorpresi? La natura è così e questo è proprio il bello!

Silvia Gullino

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