Oggi, 8 marzo, è la Giornata internazionale della donna o Giornata internazionale dei diritti delle donne. Non una festa. Ma quale festa? Sarà festa quando non ci sarà più bisogno di istituire una giornata per ricordare che le donne hanno dei diritti, molti dei quali negati. Sarà festa quando non ci saranno più donne uccise, picchiate, sfigurate, umiliate, molestate da chi, a parole, dice di “amarle troppo”.
La Giornata internazionale della donna è stata istituita per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dal genere femminile (perché nulla è arrivato come avrebbe dovuto), ma anche per riflettere sulle discriminazioni di cui sono state e sono tutt’oggi oggetto nel mondo.
Non bastano gli auguri. Ci vuole uguaglianza sul lavoro, tutela delle scelte personali, protezione dai violenti, parità di genere, istruzione garantita.
Uno sguardo alla situazione in Italia. Nel 2023, 118 donne sono state uccise, 96 di queste in ambito familiare. 44000 mamme hanno dovuto lasciare l’attività professionale per la difficoltà di conciliare vita e lavoro. Solo il 6% delle donne trova occupazione dopo la maternità. Spesso, le donne hanno uno stipendio nettamente inferiore rispetto all’uomo con pari attività e livello.
Però, occorre rammentare che, grazie ai sacrifici delle nostre mamme e delle nostre nonne, tanto è stato fatto. In Italia, nel 1945 è stato consentito il diritto di voto. Nel 1951 il divieto di licenziamento per le neomamme. Nel 1963 l’accesso agli impieghi pubblici. Nel 1970 il divorzio. Nel 1975 la riforma del diritto di famiglia, stabilendo parità tra i coniugi e uguaglianza davanti alla legge. Nel 1978 l’aborto. Nel 1981 l’addio al delitto d’onore. Nel 2013 è stato approvato il decreto contro femminicidio e violenza sulle donne.
Però, quanta strada c’è ancora da fare. Si calcola che ci vorranno almeno altri 100 anni per avere la parità di genere nel mondo.
Oggi l’augurio è che possa essere realtà un futuro in cui le donne siano finalmente libere, indipendenti, mai più schiave di retaggi culturali patriarcali e maschilisti, vittime di ingiustizie, disuguaglianze e violenze di ogni tipo.