«Non resta che rimanere basiti da certi pareri dati alle proposte di legge da parte del governo Meloni. La filiera del cavallo è una eccellenza del nostro made in Italy, che merita la dovuta attenzione e non superficialità. Ho presentato la proposta di legge (ac 329) per riconoscere e inquadrare la disciplina dell’ippicoltura all’inizio di questa legislatura, dopo che nella scorsa l’interruzione anticipata del governo Draghi non ne consentì l’approvazione finale al Senato nonostante il voto unanime in aula alla Camera». Interviene così la deputata di Italia Viva, Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera. Che prosegue: «Da mesi Italia Viva ne chiede la calendarizzazione in aula, e oggi in commissione Agricoltura avremmo dovuto dare il mandato al relatore.
Tra le condizioni espresse dalla commissione finanze se ne leggono alcune surreali. Se dobbiamo escludere dalle attività di ippicoltura “l’allevamento svolto in forma imprenditoriale”, a chi dovremmo fare allevare stalloni, fattrici e purosangue? Agli amatori in giardino? A chi dovremmo fare valorizzare le razze autoctone e non autoctone?
Delle due, l’una: sciatteria al governo tale per cui le proposte di legge dell’opposizione - votate all’unanimità la scorsa legislatura e condivise dal settore - non vengono neanche seguite con la dovuta attenzione, o c’è proprio la volontà di continuare a non dare risposte a queste imprese?
Spero che nelle prossime ore il ministero dell’Agricoltura si attivi per spiegare al Mef i nodi chiave della proposta di legge, a partire dall’inquadramento nella filiera agricola delle attività che ne hanno i requisiti secondo l’articolo 2135 del codice civile. Altrimenti, ciascuno si prenderà le sue responsabilità» conclude Maria Chiara Gadda.