La sala Rossa di Savona brulicava di gente in piedi nei corridoi per lo spettacolo "L'esodo dimenticato". Nessuno ha voluto rinunciare a un evento tanto atteso e bello: qualcuno è partito da Albenga e dalle Bormide. Tutto il tempo è stato pervaso da un'intensa commozione.
Dopo l’introduzione del presidente Com. Prov. di Savona Valter Lazzari, che ha esortato a una maggior consapevolezza dell’italianità di quei luoghi nel turismo, e il saluto del sindaco Marco Russo, insieme al Commissario Prefettizio di Vado Ligure Maurizio Gatti, la platea ha ascoltato con attenzione la giovane ricercatrice triestina Giovanna Penna (Istituto Regionale della Cultura Istriano-fiumano-dalmata), la quale ha raccontato le terribili condizioni dei CRP (Centri di Raccolta Profughi) durante i freddi inverni del 1955 e del 1956, con numerosi decessi di bambini e anziani.
"Al campo di Padriciano, il termometro era sceso a meno venti. La mattina, i bimbi deceduti venivano furtivamente portati via avvolti negli scialli. Turbe psichiche, impazzimenti, suicidi: come può una madre perdonarsi un simile accadimento? Poi si è proseguito con la Liguria, i luoghi di arrivo, le difficoltà, sempre con grande dignità e tanti episodi di solidale accoglienza. Canti, letture di poesie e testimonianze di esuli che si sono insediati nella nostra provincia. La Liguria è stata la regione d’Italia che ha assorbito il maggior numero di profughi".
I versi di Pietro Baccino e Laura Bacchetta, con la voce narrante di Gabriella Bianchi, sono stati sapientemente inseriti in un contesto di grande equilibrio. Le voci dei due cantanti lirici Linda Campanella e Matteo Peirone, accompagnati dal pianoforte di Andrea Albertini e dal violoncello di Arianna Menesini (anche lei, come Matteo Peirone, Fiume, esule di seconda generazione da Lussin Piccolo), hanno conferito elevata qualità alla performance. La commozione e gli occhi lucidi in tutti hanno accompagnato l’intera serata.
Ma forse il momento di maggior pathos è stato in chiusura, quando tutto il pubblico, in piedi, ha intonato il “Va’ Pensiero”, il canto della giulianità che risuonò nell’arena di Pola quando quasi tutta la popolazione (28mila su 33mila) stava per abbandonare per sempre la città.
L'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che solo tre settimane fa aveva già riempito la Sala Rossa con Fausto Biloslavo, ieri ha nuovamente stupito. La ricerca di testimonianze tra i savonesi, opera soprattutto di Lella Peirone, che è stata una necessaria premessa per l’incontro, ha portato all'emersione di tante storie e di tante persone che prima tacevano. Ora gli esuli, o più spesso figli e nipoti, parlano, si aprono, condividono. E intanto, gli iscritti crescono.