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Attualità | 01 marzo 2024, 09:55

"No al parco eolico sul Monte Cerchio", nasce il coordinamento delle associazioni

"Gli enti locali liguri e piemontesi d’accordo: gestire insieme le iniziative di contrasto"

"No al parco eolico sul Monte Cerchio", nasce il coordinamento delle associazioni

"Con l’incontro di mercoledì 28 febbraio presso il comune di Saliceto, organizzato dalla consigliera di zona della provincia di Cuneo Annamaria Molinari, il caso del progetto di impianto eolico sulle alture del Monte Cerchio ha conquistato una nuova condizione: è diventato a tutti gli effetti un assalto che offende il territorio, unanimemente riconosciuto, che gli enti istituzionali che rappresentano i cittadini si sono convinti a contrastare". 

Ad affermarlo sono le associazioni ambientaliste che proseguono: "Un coro unanime di considerazioni e pareri contrari all’iniziativa, infatti, si è levato fra gli amministratori regionali, provinciali, delle comunità e delle municipalità che hanno riempito la sala, insieme ai rappresentanti delle associazioni locali e nazionali che già avevano posto l’accento sulla controversa questione". 

"L’avvocato Nadia Brignone di Cairo Montenotte, che ha condotto un corposo studio sulla documentazione – invero confusa, con errori e incompleta – presentata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Commissione Tecnica per la Valutazione di Impatto Ambientale, ha esposto con considerazioni chiare ed efficaci le prospettive che la realizzazione comporterebbe". 

"Sette pale di considerevoli dimensioni, alte oltre 200 metri, che l’azienda Windtek di Torino vorrebbe collocare al confine fra la Liguria e il Piemonte, nei territori dei Comuni di Cairo Montenotte, Cengio e Saliceto, non lontano dai ruderi del castello del Carretto. Consumo di suolo e sbancamento collinare, un cantiere di trenta mesi con incremento significativo del traffico pesante, creazione di strade, piazzole e opere accessorie su terreni calanchivi con rischio idrogeologico, distruzione permanente di ecosistemi", proseguono. 

"Per di più, con la certezza della carenza di venti adeguati: cosa che non consente nemmeno di cercare di comprendere, se non accettare o giustificare, sacrifici in nome della produzione energetica rinnovabile. Un’aggressione che è destinata a stravolgere del tutto la percezione paesaggistica di luoghi già da tempo apprezzati per la gradevolezza degli orizzonti e per un modello di sviluppo improntato alla qualità della vita a diretto contatto con l’ambiente naturale". 

"In collegamento telefonico con la sala, con il preciso compito di affiancare le preoccupazioni dei residenti e di sostenere le iniziative che si vorranno adottare, lo stesso presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha definito con decisione l’approccio come 'violenza territoriale'. Riuniti nel salone polifunzionale di Saliceto, si sono ritrovati rappresentanti piemontesi e liguri". 

"Erano presenti il vicepresidente del Consiglio regionale subalpino Franco Graglia e il consigliere Matteo Gagliasso, il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, la consigliera cuneese di zona Annamaria Molinari, i sindaci dei territori interessati in maniera rilevante e diretta dal posizionamento degli aerogeneratori, il padrone di casa Luciano Grignolo e i colleghi liguri Paolo Lambertini di Cairo Montenotte, con un ruolo duplice di primo cittadino e consigliere provinciale savonese, e Francesco Dotta di Cengio; oltre ad una ventina di amministrazioni comunali e alle unioni montane dell’Alta Langa e del Cebano". 

"Tutti si sono dichiarati contrari e sono stati invitati a sottoscrivere la segnalazione all’autorità competente, che è stata predisposta per sollecitare un approfondimento delle incongruenze, delle informazioni non corrispondenti al vero e delle omissioni rilevate nel progetto Windtek - aggiungono le associazioni -  I tempi ristretti delle procedure ministeriali ed una normativa semplificata, per favorire sia gli interventi finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia le iniziative rivolte alla transizione energetica e allo sfruttamento di risorse rinnovabili, fanno rilevare quanto sia necessario un riscontro rapido delle comunità e della politica locale". 

"Commentando le considerazioni espresse e i contenuti dell’incontro, anche i comitati promotori delle associazioni locali e nazionali – che già avevano cercato di sottolineare la pericolosità e i danni dell’impianto e che firmano questo comunicato – hanno espresso cauto ottimismo e soddisfazione per le prese di posizione convinte raccolte intorno al tema. È in corso di creazione un coordinamento formale dei diversi sodalizi, che comprendono al loro interno consistenti competenze tecniche in materia legale, geologica, paesaggistica, culturale, ambientale, faunistica e naturalistica". 

"Circoscrivere queste risorse e metterle a disposizione degli uffici delle amministrazioni come un unico interlocutore costituisce un beneficio coerente, al fine di contribuire a far fronte comune alla complessa questione. Sostenendo le loro posizioni anche supportati da studi di approfondimento, che sono stati portati alla conoscenza dei rappresentanti istituzionali riuniti, gli esponenti delle associazioni hanno subito chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Direzione Generale Valutazioni Ambientali, inclusa la Commissione Tecnica Verifica Impatto Ambientale, di esprimere parere negativo e/o comunque respingere l’istanza presentata dalla società Windtek per il progetto di parco eolico denominato 'Monte Cerchio'".

"Sapendo inoltre quale importanza assuma la sostenibilità dei modelli di sviluppo in un territorio, i sodalizi firmatari del presente comunicato stampa si sono altresì incaricati di farsi proponenti di una ragionevole alternativa. Hanno pertanto chiesto alle istituzioni piemontesi e liguri di attivarsi in qualità di Enti promotori per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili – CER a livello locale, sulla base della normativa vigente e del recente decreto ministeriale che prevede, tra l’altro, contributi sino al 40% dei costi ammissibili". 

"Le CER rappresentano una modalità di produzione energetica rinnovabile maggiormente sostenibile a livello economico, ambientale e sociale, con il coinvolgimento delle comunità locali, evitando speculazioni di soggetti privati e la sopraffazione sui luoghi e sulla collettività", concludono le associazioni ambientaliste. 

Redazione

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