«"Laudato si', mi Signore, per sor'acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta". Forse vale la pena per tutti meditare sulle parole di San Francesco e confrontarle con la realtà odierna, dai contorni ben più drammatici».
Sta nell'ultimo aggettivo usato da Gian Luigi Taboga, esponente di Assoutenti e rappresentante dei consumatori all'interno della Camera di Commercio delle Riviere Liguri, la definizione che il mondo dei consumatori dà alla situazione del servizio idrico nell'area del Ponente savonese
Questa, secondo Taboga, «è entrata in una fase assolutamente critica, con la sensazione di trovarsi di fronte a un groviglio dove interessi politici, economici e amministrativi confliggono con i diritti dei cittadini utenti, vittime di una gestione carente che non soddisfa le loro legittime e sacrosante esigenze per un servizio di primaria importanza» e con «una serie di riforme che avrebbero dovuto incidere positivamente sulle varie fasi della gestione del servizio idrico rimaste mere aspirazioni, disattese nella loro esecuzione».
«La ragione principale è e rimane la mancata unificazione dei vari enti preposti in un unico organismo di gestione - continua Taboga - comuni, aziende pubbliche e private dovrebbero trovare, sotto l'egida dell'ATO provinciale, una sintesi per un'adeguata amministrazione dei problemi di captazione, distribuzione, depurazione e riciclo dell'acqua, bene pubblico e prezioso. Tuttavia, dimostrano una netta propensione verso una gestione campanilistica, in contrasto con le norme vigenti, generando una conflittualità permanente con l'utenza e giuste rivendicazioni per oneri di depurazione non dovuti, che potrebbero sfociare in azioni legali, pesando economicamente sull'intero sistema».
Tra i punti sottolineati come manchevoli dal rappresentante dell'associazione consumatori vi è anche quello di una «estrema disuguaglianza nella suddivisione degli oneri tra utenti residenti e utenti delle seconde case», ma anche «tra zone servite dalla depurazione e zone non coperte dal servizio», tema, quest'ultimo, tornato di forte attualità dopo la pronuncia della scorsa settimana da parte del difensore civico regionale.
«È da considerare anche il degrado del sistema distributivo con perdite in rete di crescente importanza - aggiunge Taboga -, senza concreti interventi su nuove fonti di captazione tramite invasi diffusi sul territorio, al fine di evitare una crisi simile a quella sofferta dal comprensorio di Andora».
Un capitolo a parte poi da Assoutenti lo riservano «alla canalizzazione e il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso agricolo e industriale, oltre all'approvazione di un regolamento contrattuale unico per l'intero ATO e di una "carta di qualità" del servizio redatta obbligatoriamente con le Associazioni dei Consumatori, insieme a una verifica periodica sulla qualità reale e percepita dagli utenti, nonché sulla validità della gestione economica e del sistema di gestione dei reclami e della conciliazione paritetica dei conflitti».
«È nostro dovere, come Associazioni dei Consumatori, esporre quanto sopra per l'interesse generale, invitando coloro che hanno responsabilità a tutti i livelli amministrativi a provvedere nei tempi e nei modi previsti dal buon governo e dalle norme esistenti» conclude l'esponente di Assoutenti.