Il Comune chiede le dimissioni di Simona Ferrando, amministratore unico di Ata. Le voci si sono rincorse ieri, tra i corridoi di Palazzo Sisto. Era stato proprio il sindaco Russo a volere Ferrando alla guida della partecipata ma ultimamente i rapporti si sarebbero fatti sempre più tesi.
Vari i motivi, di contrasto. La diffida di Ata, inviata al Comune da Tapparini e poi rinnovata da Ferrando lo scorso 19 dicembre che chiede 2,6 milioni per le fatture non pagate della gestione post mortem di Cima Montà, La liquidazione e i tfr dei dipendenti di Ata che non sono ancora state pagare.
Ferrando, in una Commissione consiliare, si era impegnata a liquidare quelle somme entro metà dicembre ma, ad oggi, non sono ancora state erogate. Ma ci sarebbe anche quella denuncia contro ignoti fatta ai Carabinieri per l'uso dell'acqua del contatore di via Fontanassa intestato ad Ata ma che la partecipata non avrebbe mai utilizzato e che già il precedente amministratore unico Tapparini aveva chiesto di chiudere. Ata aveva deciso di interrompere i pagamenti di quelle bollette già da molti mesi.
La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata la diffida, inviata il 19 novembre scorso e che il Comune aveva commentato spiegando lo “ sconcerto di questa grave e infondata diffida" con la quale Ata dava un ultimatun a Palazzo Sisto di pagare la cifra richiesta.
Tutte questioni irrisolte che avrebbero incrinato progressivamente i rapporti tra Ferrando e il Comune per il quale non ci sarebbe più il rapporto di fiducia che nel novembre di due anni fa aveva fatto nominare Ferrando alla guida della partecipata. Le dimissioni potrebbe arrivare sul tavolo del sindaco già entro fine mese.