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Attualità | 16 febbraio 2024, 09:54

Record di case vuote in provincia di Savona: solo una su due è abitata stabilmente

A Urbe vuote l'81% delle abitazioni. Lo studio di Francesco Gastaldi, genovese e docente di urbanistica all’Università Iuav di Venezia, su rielaborazione dei dati di Istat e Openpolis

Record di case vuote in provincia di Savona: solo una su due è abitata stabilmente

Sono 265.880 le abitazioni censite nella provincia di Savona di queste,quelle occupate e abitate stabilmente sono 133.545 (pari al 51,2%); mentre quelle non occupate sono 132.335 per il 49,8% del totale. Sono dati record: in pratica una abitazione su 2 del territorio provinciale non è occupata.

A fotografare la situazione immobiliare del territorio sono l’Istituto nazionale di statistica, Istat, e la fondazione indipendente Openpolis con dati rielaborati da Francesco Gastaldi, docente di urbanistica all’Università Iuav di Venezia. I dati più emblematici per percentuale di case non utilizzate come residenza principale sono relativi ai principali comuni turistici per effetto delle seconde case, in gran parte figlie del boom edilizio degli anni 60 e 70 (Laigueglia, Borghetto Santo Spirito con il 79.6% di non occupato).

Ma ci sono anche alcuni comuni interni, dove il non occupato è prevalentemente formato da vecchio patrimonio rurale o case di "villeggiatura", utilizzate poche settimane all'anno, oppure patrimonio di famiglie che nel corso dei decenni si sono trasferite verso le aree costiere. In questo caso troviamo al primo posto Urbe con l'81% di case non occupate.

Il minor numero di case non occupate si registra nel polo urbano (Savona, Vado Ligure e Quiliano) con percentuali di non occupato fra il 19% e il 21%  Si fa riferimento quindi al concetto di abitazione permanentemente occupata, considerata come il luogo nel quale almeno un individuo ha la propria dimora abituale (definizione Istat).

“Le alte percentuali di case non occupate nei comuni turistici e in quelli più marginali e interni sono la conseguenza diversi motivi – commenta Francesco Gastaldi, docente di urbanistica all’Università Iuav di Venezia, analizzando i dati relativi al 2021 -. Le cause sono l’invecchiamento della popolazione che investe alcuni comuni e che determina una minore dinamicità delle richieste; la vetustà delle case, con abitazioni inadeguate sotto il profilo degli impianti, climatico e energetico, che richiederebbero importanti (e costosi) interventi di riqualificazione. Non va sottovalutata neppure l’esistenza di alloggi inadatti alle nuove esigenze delle famiglie, coppie e single, che cercano, tra le altre dotazioni, nuove tecnologie, rete internet, spazi per il lavoro”.

Ci sono inoltre numerose case di campagna ferme agli anni 50 o 60 per tecnologie con: impianti elettrici fuori norma, stufe per riscaldarsi senza impianti di riscaldamento. Insomma alloggi oggi inabitabili e che richiederebbero centinaia di migliaia di euro per essere risistemate, molto difficili da vendere e che ai giovani delle famiglie proprietarie non interessano più. C'è anche un dismesso turistico e ovviamente, nelle aree più interne (e marginali) il dimesso agricolo o comunque rurale. 

La presenza di abitazioni non occupate in modo permanente è maggiore man mano che ci si allontana dai comuni centrali in termini di servizi. Nelle aree interne la percentuale media è quindi sistematicamente maggiore rispetto alla media nazionale, mentre nelle zone più vicine ai centri abitati e nei poli stessi il valore è in linea con quello italiano.

"Ci sono molte case vuote – spiega Francesco Gastaldi - soprattutto nelle aree più marginali e quelle lontane dalle vie di comunicazioni principali e quelle che si trovano in zona collinare non turistica e in campagna. Talvolta, inerzia, liti familiari, eredi sconosciuti o all’estero, aste giudiziarie e altri problemi burocratici bloccano i beni anche per molti anni. Il trascorrere del tempo e la mancanza di manutenzione, alla lunga, rendono l’immobile poco concorrenziale sul mercato. A tutto questo si aggiunge la scarsa propensione all’investimento nei periodi di crisi che abbiamo attraversato (Covid, guerre ecc ecc). Non va dimenticato il dismesso agricolo, anche in questo caso per problemi fra eredi e spesso elevati costi di manutenzione e ristrutturazione, con l'aggravante che più il tempo passa, più i problemi si complicano".

Files:
 Abitazioni in ordine di percentuale case occupate 01 (52 kB)
 Occupazione case città in ordine alfabetico 01 (53 kB)

Elena Romanato

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