"Finalmente anche in Regione si accorgono dello scandalo delle bollette dell'acqua gonfiate dai costi della depurazione che non viene fatta, mentre nel genovesato partono i rimborsi. Solo per Servizi Ambientali, il sindaco di Pietra Ligure De Vincenzi e gli altri sindaci il problema semplicemente non esiste, come non è mai esistito". Mario Carrara, consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure, accoglie con favore i recenti sviluppi sul tema dei costi in bolletta per la depurazione delle acque.
"Ormai, sono tre anni che abbiamo 'sollevato il velo' su una delle questioni più vergognose, che sembrano di vera 'depredazione' dei soldi dei cittadini in un modo apparentemente 'legale' cioè, aumentare surretiziamente il costo delle bollette, ma non di poco, di un'entità pesante che va oltre il 40% del loro totale, con l'escamotage del far credere che quel 40% sia dovuto per la depurazione dei liquami, senza, però, che nessuna depurazione venga fatta - prosegue Carrara - Peggio: per di più attestando, falsamente, nel frontespizio delle bollette, cioè, che gli utenti sono serviti da un 'impianto di depurazione attivo', pur nella consapevolezza (di chi emette le bollette) che ciò non sia vero. Ebbene, finalmente, della questione, oltre che noi, qualcun altro se ne comincia ad occupare".
"È il Consiglio Regionale della Liguria, il 13 febbraio scorso, su iniziativa del consigliere Armando Sanna, che, in un'interrogazione, ha rilevato come molti impianti in Liguria non svolgano attività di depurazione secondo le prescrizioni UE, in particolare la direttiva 91/271 CEE, né abbiano autorizzazioni allo scarico dei reflui nell’ambiente marino; ma, nonostante tutto ciò, i gestori continuino a pretendere il pagamento della quota di depurazione, come se venisse fatta - osserva l'esponente di minoranza pietrese - Il consigliere regionale ricorda come la Corte costituzionale abbia già stabilito il legittimo rimborso a favore dell’utente ma, anche come, ad oggi, sia i comuni che i cittadini si trovino in grande difficoltà nel capire di chi siano le responsabilità. Lo stesso consigliere dichiara che: 'Visto il pasticcio, aspettiamo che vengano al più presto definiti i termini per la restituzione delle somme e vengano definiti i meccanismi di informazione in modo che siano omogenei su tutto il territorio ligure'. A questa interrogazione, l'assessore Gianpedrone ha risposto di avere rivolto la questione agli enti competenti, assicurando un tempestivo aggiornamento del Consiglio regionale, anche per fare chiarezza sull’attuale caos in merito a responsabilità e procedure da mettere in atto".
"A questa notizia si somma pure l'altra, secondo la quale è stato riconosciuto il diritto alla restituzione delle somme pagate dalle famiglie per la depurazione non fatta in molti Comuni del genovese tra cui: Lavagna, Sestri Levante, Castiglione Chiavarese, Casarza - continua Carrara - Tutto ciò dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che quello per cui ci stiamo battendo da tre anni è giusto e legittimo e non è una battaglia basata sul nulla, contro i mulini a vento, fatta tanto per fare del clamore e basta. Dimostra che avevamo ed abbiamo ragione a sostenere che la depurazione se non viene fatta, non si deve pagare e se comunque indebitamente pagata, le relative somme devono essere restituite. Tuttavia, non siamo d'accordo sul fatto che una situazione, ormai ben chiara come questa, sia definita 'un pasticcio', o sia descritta: 'l’attuale caos in merito' a responsabilità e procedure da mettere in atto. Quasi come che se non ce ne si capisse niente. Qui non si tratta per nulla di 'un pasticcio', né c'è alcun 'caos' riguardo le responsabilità e le procedure. Perché i responsabili ci sono e sono ben individuabili nelle società di gestione dei servizi idrici; inoltre le procedure sono altrettanto ben definite, in quanto sono quelle del rimborso in restituzione, delle somme di danaro pretese dalle famiglie per i pagamenti non dovuti, per servizi di depurazione di cui non beneficiano perché non esistenti".
"Ma la 'vertenza' concerne ben tre aspetti dello stesso problema, che sono: la mancanza delle strutture di collegamento tra Pietra Ligure/Val Maremola ed il depuratore, nonché l'inadeguatezza dello stesso depuratore a ricevere tutta la massa di liquami. Ma questo è un aspetto che riguarda, non tanto i singoli cittadini, quanto le competenze delle istituzioni preposte, in primis i Comuni, che finora si sono dimostrati incapaci a risolverlo, dato che vi girano intorno da decenni; Il rimborso delle somme pretese in pagamento dalle famiglie nelle bollette in questi ultimi dieci anni per la depurazione che non c'è; la cessazione, da subito, nelle bollette attuali, della richiesta dello stesso pagamento. E qui ci sono altri responsabili 'indiretti' se una cosa del genere è potuta andare avanti così negli anni, quasi fosse un fatto inevitabile, 'un atto dovuto': sono i sindaci dei Comuni interessati che non hanno fatto niente, ma proprio niente per difendere i loro concittadini da questo abuso. Chi, se non loro, avrebbe avuto il dovere prioritario di intervenire con un atto istituzionale dei propri consigli comunali, in difesa dei propri cittadini, per chiedere che i pagamenti della depurazione nelle bollette venissero sospesi? Visto che proprio loro sapevano benissimo che la depurazione non esisteva per il 70% di Pietra Ligure, circa 5.700 persone, e per il 100% della Val Maremola, dato che non era mai stato fatto il collettamento col depuratore di Borghetto?".
Il consigliere d'opposizione ha poi ricordato la mozione sul tema presentata da lui stesso nella quale si chiedeva a sindaco e Giunta di Pietra Ligure "la sospensione immediata dalla bollettazione delle utenze del consumo dell'acqua potabile, del pagamento di tutte le voci relative alla 'depurazione' delle zone del territorio comunale di Pietra Ligure non collegate con il depuratore di Borghetto S. Spirito, in quanto non effettuata e, quindi: non dovuta…".
"Tuttavia, il 30 luglio 2021, durante la discussione in Consiglio comunale, non solo il sindaco contrastò in tutti i modi questa mozione, prendendo, sostanzialmente, le parti della Servizi Ambientali contro gli interessi dei suoi concittadini, ma anche ci dileggiò, come se avessimo presentato la mozione stessa solo per fare della propaganda" ha aggiunto.
Sempre a proposito di quella seduta consiliare, Carrara ha sottolineato come "di fronte ad una legittima richiesta di difendere i cittadini di Pietra Ligure dall'angaria di dover subire un pagamento preteso per un servizio di cui non usufruivano, il sindaco De Vincenzi rispondeva: 'La depurazione per legge bisogna pagarla lo stesso'; 'Non illuda la gente…; 'fa soltanto della propaganda'".
"De Vincenzi ed i suoi bocciarono la Mozione consiliare - puntualizza ancora il consigliere di minoranza - Essendo assenti Sara Foscolo, Silvia Rozzi e Maria Vaianella, votarono a favore Mario Carrara e Nicola Seppone". A votare contro la mozione, come evidenziato da Carrara, furono tutti i componenti della maggioranza: "Di certo, votando contro, non tutelarono, né resero un servizio ai circa 5700 cittadini che, pagavano e pagano per un servizio non reso. Anche a quei cittadini che li avevano votati, dando loro mandato di rappresentarli e, appunto, tutelarli".
"Le cose, però, per fortuna, stanno andando in modo diverso rispetto a come De Vincenzi ed i suoi si sono finora comportati e la ragione, se non proprio, la giustizia stanno emergendo. I cittadini devono tutelarsi da soli, vista l'indifferenza, se non l'ostilità, di chi dovrebbe 'in primis' istituzionalmente tutelarli. Per questo confermiamo che sabato mattina 17 febbraio 2024, saremo presenti con una postazione nei pressi di piazza San Nicolò, via Matteotti, per raccogliere le adesioni di coloro che vorranno intraprendere l'azione di recupero delle somme indebitamente pagate in questi ultimi dieci anni, con l'assistenza dell'associazione 'Onda ligure-consumo e ambiente', collegata ad organizzazioni di tutela degli utenti e consumatori" conclude infine Mario Carrara.