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Attualità | 14 febbraio 2024, 17:30

Il caso dei 2,6 milioni chiesti da Ata al Comune per la chiusura di Cima Montà: Palazzo Sisto affida l'incarico legale

La contrapposizione tra la partecipata e l'ente comunale di Savona è ancora in fase stragiudiziale e si cerca un dialogo per evitare la causa

Il caso dei 2,6 milioni chiesti da Ata al Comune per la chiusura di Cima Montà: Palazzo Sisto affida l'incarico legale

E' passata da 1,8 milioni a oltre 2,5 milioni di euro la cifra che Ata chiede di pagare al Comune di Savona per gli oneri per le attività di chiusura, post chiusura e post mortem della discarica di Cima Montà, periodo 2006-2018. E così, di fronte alla difficoltà di trovare un accordo, Palazzo Sisto si è affidata al legale Mauceri per cercare di dialogare con l'azienda e sbrogliare questa grana, ancora in fase stragiudiziale.

Ata Spa, con una nota del 20 settembre 2021, quando amministratore unico era Gianluca Tapparini, aveva richiesto la corresponsione degli oneri per le attività già citate della discarica di Cima Montà per il periodo di dodici anni, dal 2006 al 2018 chiedendo il pagamento di 1.869.362 euro.

Lo scorso 14 dicembre 2023, l'avvocato Enrico Soprano del foro di Napoli, per conto di Ata stessa, aveva invitato e diffidato il Comune di Savona a pagare la somma incrementata di circa 800mila euro dando al Comune 10 giorni per pagare senza procedere in via giudiziale allo scadere del termine.

La cifra era stata aggiornata in base alle “spese di manutenzione della discarica” Cima Montà e ai “costi di sistemazione finale del sito”. Anche questa richiesta era stata respinta dal Comune perché ritenuta inammissibile, non pertinente ed infondata.

La richiesta dell'avvocato Soprano sarebbe stata accompagnata da una relazione approfondita e da centinaia e centinaia di fatture pagate da Ata per Cima Montà e di cui la società chiede il rimborso.

Tutto risalirebbe alla giunta Caprioglio quando l'allora assessore al Bilancio e alle partecipate, Silvano Montaldo, per salvare l'azienda dal fallimento e far partire il concordato preventivo della società, aveva deciso di accollare al Comune chiusura e gestione post mortem della discarica.

Elena Romanato

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