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Attualità | 13 febbraio 2024, 18:00

Infrastrutture, la Filt Cgil invita a riscoprire la linea ferroviaria Savona-Alessandria

Marina Garabello e Francesco Pastorino: "Soluzione non solo 'green', ma anche economicamente vantaggiosa"

Infrastrutture, la Filt Cgil invita a riscoprire la linea ferroviaria Savona-Alessandria

"La crisi del Mar Rosso è la più recente criticità che pregiudica la regolarità e i volumi delle merci destinate al Mediterraneo, dal quale passa il 12% dei traffici mondiali. Come Organizzazione Sindacale non possiamo certo intervenire sulla situazione geopolitica, ma continueremo ad attenzionarne l’evoluzione per le ricadute che potrebbe avere sui traffici destinati al Porto di Savona-Vado, all’interno dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale". Così, attraverso una nota stampa, Marina Garabello e Francesco Pastorino della FILT CGIL Settore Ferrovie Savona.

"L’attuale 'tallone di Achille' dei traffici savonesi che, se continua ad essere ignorato rischia di compromettere lo sviluppo della portualità savonese con ricadute anche nell’indotto, è infrastrutturale. L’inoltro di quelle merci, che sono cresciute negli ultimi anni e nonostante tutto continuano ad essere confermate in aumento dai soggetti interessati, trova un collo di bottiglia quando toccano terra - spiegano dal sindacato - Di fronte ad una realtà che vede autostrade e strade statali intasate e non più in grado di ricevere ulteriori traffici, esiste sin da subito un’alternativa non solo 'green', ma anche economicamente vantaggiosa, rispetto alle attuali modalità, per quanto riguarda la circolazione delle merci in arrivo al porto di Savona-Vado: si tratta della linea ferroviaria Savona-Alessandria che, dopo aver condiviso con la direttrice per Torino il tratto appenninico, a San Giuseppe di Cairo si dirama verso la pianura padana. Soluzione integrativa a quella incentrata quasi interamente sul trasporto su gomma, a causa delle ricadute negative in termini di sostenibilità per le città di Savona e Vado, per il territorio circostante e infine per la criticità sempre maggiore delle vie di comunicazione ad essi afferenti".

"Grazie alla lungimiranza di chi progettò e costruì il tracciato della linea ferroviaria, nonostante si fosse solo a metà ‘800, quest’ultima ha caratteristiche che la rendono particolarmente interessante per le finalità di cui sopra (a cui si aggiunge la positività della variante di valico - la via Altare - costruita a inizio ‘900, meno acclive e già predisposta per la posa del secondo binario). Per tutta la sua estesa (oltre ad avere il parco merci di San Giuseppe di Cairo a soli 20 Km e che può ritornare, con i suoi spazi, ad essere il retroporto savonese) e nonostante la circolazione a semplice binario, la linea presenta un tracciato altimetrico costante e senza particolari criticità di trazione: alle condizioni infrastrutturali attuali, si possono trasportare anche 500 tonnellate di merce con un locomotore di trazione, con la possibilità di aumentare il peso trasportato raddoppiando la trazione. Le stazioni ubicate lungo il percorso hanno lunghi binari di interscambio, eredità di un traffico merci consistente quantomeno sino agli anni ‘60/70 del secolo scorso, quando il carbone movimentato dal porto di Savona trovava la sua destinazione verso nord quasi tutto su treno".

"Ma è nell’attuale concezione di una logistica funzionale alle esigenze di sviluppo dei traffici, che la linea ferroviaria in oggetto trova la sua naturale e importante collocazione, inserita com’è in una direttrice fondamentale rispetto ai piani di sviluppo italiani ed europei - proseguono Garabello e Pastorino - in meno di 100 Km è infatti in grado di far convergere sulla pianura padana, che sappiamo essere il crocevia del traffico sud/nord europeo, tutte le potenzialità di una realtà in continua espansione come il porto di Savona-Vado, fornendo sin da subito risposte adeguate, in attesa di quegli sviluppi infrastrutturali che coinvolgono la Liguria, ma sono ancora in fase di realizzazione. Basti pensare alla rapidità di collegamento da Alessandria con Novara, sede di un importante interporto, e di qui la Svizzera; con Milano via Mortara (linea in fase di raddoppio) e sempre con Milano per l’Austria via Verona e/o Bologna attraverso la direttrice Alessandria-Voghera-Piacenza".

"Sicuramente un upgrade della linea sarebbe opportuno, ma questo indipendentemente dal concretizzarsi del nuovo traffico o meno. L’unico intervento indifferibile di una certa valenza, comunque realizzabile in tempi e con costi contenuti, sarebbe l’adeguamento della breve galleria di Spigno alle sagome 'high cube' dei container provenienti dalla piattaforma vadese (con l’abbassamento del piano del ferro o l’asportazione di parte della volta della galleria) fornendo, caso mai ce ne fosse bisogno, un’ulteriore pezza giustificativa alla realizzazione dell’opera. La progettazione di una bretella di poche centinaia di metri che colleghi la Savona-Alessandria alla direttrice Voghera-Milano o Piacenza, eviterebbe la rottura di carico per gli ingressi sia in Alessandria Stazione che ad Alessandria Smistamento; a questo riguardo non esisterebbero soggezioni di nessuna natura e lo spazio compreso tra le due linee, situate a breve distanza l’una dall’altra, è libero da costruzioni".

"Come FILT CGIL settore ferrovie di Savona riteniamo necessario l’avvio di una discussione che coinvolga tutti i soggetti e gli enti interessati (Regione, comuni, Provincia, ADSP, RFI..), che concretizzi le dichiarazioni rilasciate in merito alla necessità di un potenziamento ferroviario del savonese, per rispondere in modo efficace allo sviluppo produttivo del porto Savona-Vado e che possa essere un traino per un accrescimento occupazionale non solo savonese, ma anche della Val Bormida" concludono dall'Organizzazione Sindacale.

Redazione

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