Attualità - 12 febbraio 2024, 07:33

Parco eolico sul Monte Cerchio, le associazioni ambientaliste sul piede di guerra: "Sconvolgerebbe il territorio"

"Queste aree sono conosciute per la loro bellezza naturale e per essere un modello di sviluppo sostenibile"

La realizzazione di un parco eolico, proposto dall'azienda Windtek di Torino, sta suscitando intense controversie nelle regioni di confine tra la Liguria e il Piemonte. Il progetto prevede l'installazione di sette turbine eoliche di grandi dimensioni, con un'altezza superiore ai 200 metri, nelle aree di Cairo Montenotte, Cengio e Saliceto, nella zona del Monte Cerchio. L'iniziativa ha sollevato preoccupazioni significative tra gli abitanti locali e diverse associazioni ambientaliste.

"L'impatto visivo delle turbine eoliche potrebbe alterare profondamente il paesaggio delle rinomate zone dell'Alta Langa. Queste aree sono conosciute per la loro bellezza naturale e per essere un modello di sviluppo sostenibile. Inoltre, siamo preoccupati per le potenziali minacce alla biodiversità locale, poiché le turbine sarebbero situate in un'area boschiva critica per la migrazione di specie di avifauna protette", spiegano nella nota l'associazione Nazionale Italiabio, l'associazione per la Rinascita della Valle Bormida ODV, l'associazione Progetto Vita e Ambiente, La Porta sulle Langhe Società Cooperativa di Comunità, La Prima Langa – Osservatorio per il Paesaggio delle Valli Alta Bormida e Uzzone, La Via Aleramica APS, LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli – Delegazione Genova, il Parco Culturale Alta Langa Associazione No-Profit, Valle Bormida Pulita e WWF Italia – Delegato Liguria.

"L'impianto proposto, con una potenza complessiva di 43,4 megawatt, non riguarderebbe solo le turbine, ma anche la realizzazione di ampie infrastrutture di supporto, incluso un tratto di strada di accesso di oltre 3 km. Ciò comporterebbe uno sconvolgimento significativo del territorio, con un aumento del traffico pesante e potenziali rischi idrogeologici dovuti alla modificazione dei versanti naturali".

Nonostante il riconoscimento del bisogno di energie rinnovabili per la transizione ecologica, gli oppositori del progetto sottolineano la sproporzione tra la scala dell'iniziativa e la sensibilità del contesto paesaggistico e ambientale scelto per l'installazione: "Le perplessità riguardano non solo la perdita di biodiversità e l'impatto sul paesaggio, ma anche dubbi sull'economicità, la sostenibilità e la durabilità a lungo termine del progetto. Inoltre, temiamo che un intervento così massiccio possa preludere a future espansioni dell'impianto, compromettendo ulteriormente l'area".

"Chiediamo un'attenta riconsiderazione del progetto, nonché la protezione naturale e culturale della Regione, promuovendo uno sviluppo turistico realmente sostenibile - concludono le associazioni ambientaliste - Tale progetto non deve avvenire a discapito dei preziosi ecosistemi e paesaggi italiani". 

Redazione