La vespa velutina, chiamata anche calabrone asiatico dalle zampe gialle è un predatore di api originario del Sud-Est asiatico sempre più noto anche nella nostra terra.
Introdotto accidentalmente in Europa nel 2004 a partire dal Sud-Ovest della Francia, si è diffuso rapidamente nel resto del continente arrivando in Italia nel 2012, quando a Loano venne catturato il primo individuo adulto prima di trovare, nel 2013, i primi nidi proprio nel ponente ligure e in provincia di Cuneo. Fino ad arrivare agli ultimi mesi del 2023, quando ci sono stati i primi ritrovamenti di individui adulti e di un nido in zona Cavoretto, a Torino, destando così molto allarme per la diffusione di questo insetto.
L’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha condotto un progetto sperimentale finalizzato al suo contrasto finanziato dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ed è basato su un metodo di lotta integrata.
Il metodo permette di neutralizzare i nidi della vespa mediante il trattamento singolo di esemplari di vespe, catturate durante l’attività predatoria presso gli alveari: dopo essere processate in sicurezza e poi rilasciate, le vespe raggiungono nuovamente il loro nido portandolo alla completa neutralizzazione.
Secondo quanto riportato dallo stesso IZS, i risultati dei test hanno dimostrato l’efficacia dei trattamenti, sia osservandone direttamente gli effetti su un nido posto nelle vicinanze di un apiario, sia negli apiari oggetto del trattamento e in quelli circostanti, evidenziando inoltre come anche le colonie di api selvatiche o non gestite e di altri insetti preda della Vespa velutina traggono un beneficio indiretto. Il particolare comportamento predatorio dell’insetto suggerisce che un’eventuale applicazione del metodo su intere aree territoriali potrebbe determinare una totale neutralizzazione dei nidi presenti.
Attualmente è in fase di realizzazione, un dispositivo completamente automatizzato. Si tratta di una stazione di trattamento in grado di compiere un intervento selettivo che non necessita della presenza costante dell’operatore. Questo dispositivo potrebbe essere collocato anche lontano dagli apiari, in applicazione di un piano di controllo o, vista l’efficacia dimostrata, di un piano di eradicazione nelle zone di neo-infestazione. Questo strumento contribuirebbe in modo significativo a contrastare l’avanzata della Vespa velutina nell’ottica soprattutto di una lotta integrata e sotto il controllo degli enti preposti.