Attualità - 03 febbraio 2024, 11:00

Paolo Ghibaudo sulla fiction Rai sul gerarca Grandi: “Ci sono forzature ma l'idea di parlare della storia di quegli anni è incoraggiabile”

L'esperto di comunicazione e autore del libro "8 settembre: i segreti svelati. Indagine sui giorni che hanno cambiato l’Italia" commenta la fiction Rai sul gerarca fascista

"L'idea è di una limitatezza di budget della produzione, però credo che sia un tentativo, mal riuscito ma sano, di parlare della storia recente".

Così Paolo Ghibaudo,  dottore di ricerca e docente ed esperto EU per la comunicazione, appassionato di storia contemporanea e autore del libro "8 settembre: i segreti svelati. Indagine sui giorni che hanno cambiato l’Italia", ha commentato la fiction "La lunga notte - La caduta del duce" andata in onda su RaiUno dal 29 al 31 gennaio e dedicata a Dino Grandi.

Grandi è il gerarca fascista autore dell’ordine del giorno presentato alla riunione del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943, al termine della quale Benito Mussolini fu messo in minoranza.

Per il suo libro Ghibaudo ha studiato ed esaminato documenti e testi della storia di quegli anni che tratta anche nel suo sito www.8settembre1943.it

"Già la prima scena fa pensare ad una limitatezza della produzione ­– spiega Ghibaudo – E' quella in cui Grandi  passa in macchina al Pincio dove ci sono due cannoni che dovrebbero essere anti aerei. Solo uno è anti aereo, l'altro non c'entra. Ma credo sia dovuto a limiti di budget".

Ghibaudo analizza poi i fatti storici riportati nella fiction spesso rappresentati in maniera troppo forzata, forse proprio per esigenze di copione e più per far presa sul grande pubblico che attenersi alla realtà storica.

"Dal punto di vista storico - spiega Ghibaudo – c'è la componente romanzata. Il Gran Consiglio del fascismo è un tentativo messo in campo per togliere di mezzo Mussolini. Il giorno dopo era previsto il colpo di Stato dell'esercito che era già pianificato da marzo. Se non ci fosse stato ilGran consiglio del fascismo ci sarebbe stato il colpo di Stato e questo non emerge nella fiction. Il Gran consiglio è stato benedetto dal re perché gli aveva tolto le castagne dal fuoco".

C'è poi la questione dei personaggi, quasi sempre forzati e la figura di Grandi.

"Direi che la fiction è molto 'grandi centrica' - dichiara Ghibaudo - E' vero che ha preso lui l'iniziativa, ma perché spinto dal re. Grandi sapeva che non sarebbe stato nominato al posto di Mussolini perché gli alleati chiedevano discontinuità e Grandi aveva buoni rapporti con Curchill e la Gran Bretagna ma non con gli Stati Uniti. Il fatto che nella fiction Grandi abbia la speranza di sostituire Mussolini è una forzatura, lui sperava di far parte del governo. Personaggi, anche dal punto di vista fisico sono lontano dalla realtà ma nella fiction, comunque, non ci sono stupidaggini. L'idea di parlare della storia di quegli anni è comunque incoraggiabile".

"Per ciò che riguarda gli altri personaggi, Maria Josè, ad esempio non aveva preso l'iniziativa così sfacciatamente come nella fiction e il re Umberto I, da tutti i documenti e testi che ho letto, non risulta che avesse mai alzato la voce. Il fatto che nella scena della IV armata  batta i pugni tavolo è un'altra forzatura. Era - conclude - una persona intelligente ma amorfo, succube del padre e ligio a qualunque suo volere".