E' l'Italia il quarto Paese al mondo e primo in Europa per volume di gioco d'azzardo distribuito su una vasta gamma di possibilità, da quello fisico all'online. Un movimento che ha visto in ballo, nell'ultimo anno, 136 miliardi di euro, ossia circa il 7% del Pil nazionale, dai quali lo Stato ricava 11 miliardi. Un giro di denaro nel quale forte è la commistione tra la gestione statale e i tentativi, spesso molto ben riusciti, di infiltrarsi da parte della criminalità organizzata.
"Il gioco d'azzardo, lo stato e le mafie" è infatti il titolo del libro presentato stamani (31 gennaio, ndr) nell'aula magna del Polo Scolastico Finalese con l'intervento di uno degli autori, il sociologo e docente dell’Università di Torino Rocco Sciarrone, e l'anima e coordinatrice dell’Associazione “A Cielo Aperto” Cinzia Aicardi, in un incontro al quale hanno preso parte diversi giovani studenti con un chiaro obbiettivo: puntare decisamente sulla prevenzione delle dipendenze patologiche legate all'azzardo, soprattutto tra le fasce più giovane.
"Il gioco online ha superato negli ultimi quello fisico e coinvolge sempre di più proprio le fasce giovanili - spiega il professor Sciarrone - L'età si abbassa sempre di più, quindi interagire direttamente coi giovani , come in questo caso con degli studenti, permette di capire anche alcune dinamiche".
Questo anche grazie ad alcune testimonianza portate dai giovani coinvolti nel corso della mattinata: "Ci hanno spiegato come si pongono, come giocano online, che tipo di sensazioni provano. Hanno parlato di adrenalina, di eccitazione, confermando così come alcuni tipi di gioco d'azzardo creino delle forme di dipendenza, di affiliazione. Per questo è molto importante arrivare a parlare coi giovani, non solo per dare una comunicazione unidirezionale, ma per ricevere anche da loro dei feedback, delle informazioni" continua Sciarrone.
E sono i canali attraverso i quali si propaga questa "nuova frontiera" del gioco "remunerativo", specialmente tra le nuove generazioni attraverso i mezzi di comunicazione su piattaforme raggiungibili ovunque e praticamente in ogni momento della giornata, diventando così sempre più causa di disagio sociale.
"Il tentativo è quello di lavorare sulla prevenzione e quindi sugli aspetti su cui noi operatori del sociale psicologi, psicoterapeuti, a volte arriviamo tardi, quando ormai la dipendenza è conclamata, quando ormai i giovani sono anche in una situazione di ritiro sociale" afferma la dottoressa Aicardi che, in tale ottica, sta promuovendo anche il progetto 'Link' sul territorio finalese.
Qui entra quindi in gioco il coinvolgimento di istituzioni, in questo caso quella scolastica, servizi sociali e Terzo Settore. Ma anche, appunto, dei giovani stessi: "Con giornate come questa - continua Cinzia Aicardi - l'intendimento è di aiutare i giovani e aiutare anche noi che abbiamo ormai dei canali comunicativi un po' in ritardo sulle nuove emergenze, i nuovi linguaggi, le nuove tecnologie, e quindi sentire anche le loro opinioni, sentire come fisicamente, mentalmente, loro stanno dentro a queste situazioni. Questo ci aiuta sul piano della prevenzione e sul piano di come avvicinarci a loro con i loro canali comunicativi".
Oltre a questo livello d'azione, nel libro si parla anche di regolamentazione del settore dei giochi d'azzardo, suggerendo la ridefinizione del ruolo delle istituzioni coinvolte e interventi concreti. Non con una soppressione "tout-court", come ha spiegato il professor Sciarrone, ma con una regolamentazione adeguata per contrastare gli effetti negativi, soprattutto tra i giovani, e prevenire il coinvolgimento delle organizzazioni criminali.
Ma come avviene la commistione di queste ultime all'interno dei canali istituzionali? "Il gioco d'azzardo è uno dei principali canali di riciclaggio del denaro sporco - chiosa il professor Sciarrone -. C'è un intervento diretto, di tipo proprio economico, professionale potremmo dire, delle mafie, sia per quanto riguarda il gioco fisico e negli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, quindi le slot machine, e sempre più nel gioco online, nei siti.com, che hanno una serie di cointeressenze, di collusioni che riguardano anche Paesi esteri. Le mafie intervengono quindi non solo nel gioco d'azzardo illegale, che anzi si riduce, ma in quello legale".