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Attualità | 30 gennaio 2024, 17:26

Ridimensionamento scolastico, in consiglio regionale passa l'accorpamento di Boselli Alberti e Mazzini Da Vinci

L'accorpamento dei due istituti previsto in un emendamento presentato dai consiglieri di maggioranza Mai, Bozzano e Russo che “salva” il comprensivo e il liceo Calasanzio di Carcare

Ridimensionamento scolastico, in consiglio regionale passa l'accorpamento di Boselli Alberti e Mazzini Da Vinci

Come previsto, in Consiglio regionale con 17 voti a favore (maggioranza) e 10 contrari, è stato approvato il Provvedimento amministrativo n. 89 su “Integrazione del piano di dimensionamento della rete scolastica approvato con deliberazione del Consiglio regionale 28 novembre 2023".

In Provincia di Savona viene così cancellato l’accorpamento fra l’Istituto comprensivo di Carcare e il liceo Calasanzio di Carcare, previsto nella precedente versione del Piano di dimensionamento. Nella integrazione è previsto, invece, l’accorpamento fra l’Istituto secondario superiore Boselli–Alberti (istituto tecnico) e l’Istituto secondario superiore Mazzini-Da Vinci (istituto professionale).

L'emendamento che “salva” i due istituti scolastici di Carcare e prevede invece l'accorpamento degli istituti superiori savonesi è stato presentato dai consiglieri di maggioranza Bozzano, Mai e Russo e ha sollevato la protesta delle opposizioni oltre che del Comune di Savona e della Provincia. In un incontro i due enti, con gli istituti scolastici interessati, avevano chiesto più tempo per valutare l'accorpamento, facendolo slittare all'anno scolastico 2025-2026 ma la richiesta non è stata presa in considerazione .

Con il voto di oggi si chiude finalmente un dibattito a tratti surreale che ha smascherato le contraddizioni delle opposizioni: i consiglieri di minoranza sono infatti esponenti degli stessi partiti che a Roma hanno approvato e applaudito la Riforma voluta dal governo Draghi nel 2021 e qui, invece, per puro opportunismo politico, hanno sollevato polemiche strumentali pur sapendo benissimo che nessuna scuola chiuderà e che i ragazzi continueranno a frequentare le classi come hanno fatto fino ad oggi”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Scuola Simona Ferro dopo il via libera definitivo da parte del Consiglio regionale alla definitiva delibera di integrazione al Piano di dimensionamento della rete scolastica.

Nell’aula del Consiglio regionale – proseguono Toti e Ferro – si è volutamente trasformato un argomento, che a conti fatti coinvolge l’assetto amministrativo della scuola e non certamente quello formativo, in una diatriba esclusivamente politica. Le polemiche strumentali sollevate dalla minoranza hanno avuto il solo effetto di alimentare la paura tra le famiglie e i ragazzi, paventando il rischio, del tutto infondato, che il provvedimento comportasse la chiusura dei plessi e una riduzione dell’offerta formativa. Quella che abbiamo approvato è l’attuazione della Riforma varata nel 2021 dal governo Draghi e fermamente sostenuta anche dagli esponenti del centrosinistra a livello nazionale. Non solo: i criteri utilizzati per le riduzioni delle autonomie sulle quattro province sono stati approvati dal Consiglio regionale nel 2007 e fino ad oggi non erano mai stati contestati da nessuno. Abbiamo assistito a una pagina buia del dibattito consiliare, in cui, per puro opportunismo, si sono rivelate la totale incoerenza e l’incapacità di dialogare sui contenuti da parte della minoranza. Vogliamo infine ringraziare l’Ufficio Scolastico Regionale, con il suo direttore, con cui abbiamo condiviso ogni passo e scelta e tutto il Dipartimento istruzione della Regione Liguria”.

Oggi con l’approvazione in Consiglio regionale del piano di dimensionamento scolastico, è stato approvato definitivamente l’accorpamento tra gli istituti Boselli e Mazzini di Savona e dunque non quello IC Carcare-Calasanzio che avrebbe comportato diversi problemi come da noi evidenziato. Ricordando, comunque, che questo non influenzerà minimamente il percorso formativo dei ragazzi, né creerà disagi alle famiglie e, come risulta dai dati dell’ufficio scolastico provinciale, non ci saranno esuberi di personale. Contestualmente sono stati approvati due miei ordini del giorno, condivisi con i colleghi di maggioranza Russo (FdI) e Bozzano (Cambiamo) per dare un riscontro alle istanze rappresentate dagli intervenuti in audizione durante la III Commissione. Sebbene non abbia motivo di ritenere che ci saranno problemi sull’utilizzo di risorse Pnrr già assegnate agli istituti in oggetto di accorpamento e sulla possibilità degli stessi di avere il tempo adeguato per eseguire gli adempimenti burocratici conseguenti ad esso, per dare un riscontro ai dubbi sollevati dagli auditi, abbiamo chiesto un impegno formale per le verifiche del caso. Abbiamo inoltre richiesto alla Regione di intervenire presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, per verificare se siano possibili compensazioni interregionali per evitare ulteriori accorpamenti”. Lo ha affermato in una nota Stefano Mai, capogruppo della Lega in regione Liguria.

Il consiglio regionale ha approvato oggi il nuovo piano di dimensionamento scolastico, l'opposizione fa terrorismo psicologico e disinformazione: nessun istituto verrà chiuso o cambierà posizione; la continuità didattica è assicurata a tutti gli studenti e alle loro famiglie che non vedranno alcuna differenza per un provvedimento che riguarda esclusivamente una questione amministrativa”. Alessandro Bozzano, capogruppo della Lista Toti, commenta così la delibera assunta da Regione Liguria, respingendo ogni polemica puramente strumentale.

Qualche collega ha sostenuto che i bambini verrebbero iscritti a scuole che non esistono più, come se le famiglie non trovassero più la sede, le aule, gli insegnanti lì dove erano ieri e dove resteranno in futuro – ribadisce Bozzano -. Una narrazione falsa e fuorviante, le uniche novità riguarderanno il personale amministrativo, non l'offerta didattica e formativa, né gli studenti o il corpo docente. Piuttosto la sinistra decida una buona volta cosa vuol fare: questo Piano è figlio della decisione del governo Draghi, voluta dal ministro Bianchi e votata da chi oggi si lamenta per gli effetti che la scelta produce sul territorio. E soprattutto si sappia che la mancata approvazione del nuovo dimensionamento avrebbe potuto dare origine alla contestazione di un danno erariale. Un consiglio non richiesto a certi colleghi: gli unici a dover prendere i voti a scuola sono i ragazzi”.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha definito il Piano «un grande pasticcio che ha rivelato un alto livello di insipienza» da parte della giunta e ha criticato, in particolare, l’azione dell’assessore alla scuola Simona Ferro e la maggioranza di centro destra che non avrebbe sul tema una linea politica comune. Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) e Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) hanno evidenziato il confronto e l'ascolto del territorio ligure e degli operatori scolastici prima della presentazione del Piano di dimensionamento scolastico.

Mai, Bozzano e Russo hanno inoltre presentato due ordini del giorno che impegnano la giunta a confrontarsi con il Ministero per prevedere nel triennio operazioni di compensazione territoriale per le Province che sono state coinvolte dalle riduzioni previste per l’anno scolastico 2024-25 e di mettere in campo tutti i provvedimenti necessari atti a garantire tempi congrui per gli adempimenti amministrativi conseguenti, in particolare con l’estensione dei termini per la chiusura dei portali (SIDI), e a garantire il pieno utilizzo dei fondi del PNRR già assegnati, considerando la “trasformazione” degli istituti beneficiari degli aiuti.

"Oggi la politica regionale ha scritto una bruttissima pagina nei confronti del territorio savonese e della Scuola uno dei pilastri civili e sociali del nostro Paese - ha commentato il vicesindaco di Savona, Elisa Di Padova - Con una imbarazzante faciloneria, che malcela inadeguatezza ed egoistiche logiche di riposizionamento politico, vengono messi e tolti sulla carta, quasi come fosse un gioco, accorpamenti di scuole in spregio a tutto quello che esse rappresentano: progetti didattici, insegnanti, ragazzi con le loro fragilità e le loro opportunità, famiglie". 

"Senza sottrarsi era stato chiesto il tempo giusto per costruire un progetto che non mettesse in crisi il sistema scolastico sul nostro territorio. Questo viene negato con una scrollata di spalle e un cinismo mortificante - ha aggiunto la vicesindaco - Non si dica che non si poteva: l'approccio di Regione è stato sbagliato e squilibrato. Non serve un pallottoliere per constatare lo sbilanciamento anche numerico del dimensionamento su Genova rispetto al resto della Liguria".

"Come mortificante è stato il trattamento dei consiglieri regionali di centro destra, soprattutto quelli che dovrebbero rappresentare il nostro territorio, che hanno mostrato tutta la loro arroganza e poco rispetto di fronte alle competenze e al lavoro dei Dirigenti scolastici che hanno partecipato con spirito costruttivo all'ultima Commissione regionale. Una bruttissima pagina in cui la Regione si conferma sempre più distante dal nostro territorio" ha concluso Elisa Di Padova.

Anche Stefano Martini e Alessandra Gemelli, rispettivamente segretario comunale e capogruppo Pd a Savona, hanno espresso il loro dissenso: "Il Partito democratico di Savona insieme al gruppo consiliare esprime netta contrarietà al piano di accorpamento approvato oggi in Regione Liguria. Con i nostri amministratori e i nostri rappresentanti abbiamo provato in tutte le sedi possibili a evitare questa scelta assurda, un’azione che avrà come unico fine l’indebolimento del tessuto scolastico provinciale".

"L'accorpamento che è stato votato dal Consiglio Regionale della Liguria è l'ennesimo schiaffo che la destra da al nostro territorio, specialmente alla Città di Savona e al suo interland. Il Consiglio Regionale avrebbe dovuto votare compattamente contro un piano che ha come criterio la logica di accorpamento numerica quantitativa (basata sul numero di studenti) e che come finalità ha solo quella, per l'ennesima volta, del 'risparmio' di qualche stipendio da Dirigente Scolastico e da DSGA". Così Matteo Calcagno, presidente provinciale Italia Viva Savona.

"La giunta regionale, invece, avrebbe dovuto rimandare la richiesta a Roma, ai loro amici politici di Governo, e sottolineare che la Liguria, con le sue caratteristiche territoriali, demografiche, infrastrutturali e abitative non poteva essere oggetto di alcun accorpamento deciso da chi, molto probabilmente comodamente seduto al Ministero in Viale Trastevere, non sa neppure dove sia collocata la nostra realtà regionale e le sue oggettive criticità. Altre città ed altre regioni avrebbero potuto assorbire il 'budget' di accorpamento destinato a noi dal Ministero!" prosegue il presidente provinciale Italia Viva Savona.

"Nel caso di Savona, accorpare 4 istituti superiori completamente differenti, senza una logica didattica e formativa che miri al miglioramento delle competenze e delle conoscenze dei nostri ragazzi e ragazze, è una vera violenza innanzitutto verso il loro futuro! Per non parlare delle difficoltà che i docenti dovranno affrontare e le conseguenti ricadute professionali e quindi formative. L'ennesima brutta pagina che penalizza fortemente il territorio per colpa di una politica incapace e senza coraggio!" conclude Calcagno.

Elena Romanato

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