Attualità - 29 gennaio 2024, 19:18

Festival di Borgio Verezzi, scossone alla direzione artistica: divergenze con l'Amministrazione, revocato l'incarico a Stefano Delfino

L'ormai ex direttore si sfoga con un briciolo di ironia: "Esonerato come Mourinho. Pesanti ingerenze sulle mie scelte artistiche". Il sindaco: "Rispettiamo il suo punto di vista ma andiamo avanti"

Stefano Delfino, al centro della foto

Dopo 22 anni, Stefano Delfino non è più direttore artistico del Festival teatrale di Borgio Verezzi, che la scorsa estate ha registrato il record di pubblico tra sold out e pienoni con il 93% di biglietti venduti.

Il sindaco Dacquino gli ha revocato l’incarico a seguito di "insuperabili divergenze" con l’Amministrazione comunale.

"Sono stato esonerato come Mourinho", sorride Delfino, che dal 1973 ha collaborato all’organizzazione della manifestazione con compiti diversi, prima nell’ufficio stampa e poi come consulente. Per quali motivi? "Pesanti ingerenze sulle mie scelte artistiche. Fatto mai accaduto nei precedenti rapporti con quattro diverse Amministrazioni".

E prosegue l’ormai ex direttore, che ha sempre svolto questa mansione per pura passione, a titolo gratuito: "Prima ci sono state incomprensioni sul budget assegnato e sul numero delle serate, con motivazioni pretestuose, quindi - dopo la presentazione del programma - mi è stato contestato il mancato inserimento in cartellone di uno spettacolo, particolarmente caldeggiato dal Comune". 

E non solo, tra dimissioni accettate fulmineamente prima ancora che fossero rassegnate ed elogi palesemente farlocchi, perché le parole contraddicevano i fatti, "l’impressione, a giudicare da alcuni segnali, letti con il senno di poi, è che si sia colta la palla al balzo, di fronte a resistenze di carattere etico, per sbarazzarsi di un collaboratore scomodo perché coerente e incapace di genuflettersi".

Non si è fatta attendere la replica del primo cittadino borgese, che ha spiegato: "Il Festival Teatrale è un valore di tutta la comunità, merita alta attenzione; quello che conta, sempre, è saper gestire il presente ed essere in grado di progettare il futuro. Questa la base dei nostri ragionamenti e delle nostre scelte".

"Per quanto riguarda il dottor Delfino - ha continuato - il festival, grazie a lui, ha vissuto anni di importanti successi, lo ringraziamo per le sue competenze, la coerenza nelle scelte, l'entusiasmo e la passione. Rispettiamo il suo punto di vista e andiamo, in team, avanti per la prossima edizione".

Quello di Delfino era un cartellone ricco e immaginato come un libro, la cui copertina erano gli spettacoli itineranti nelle grotte con argomenti letterari: apertura ai primi di luglio, con Davide Diamanti e Uno sguardo dal palcoscenico di Cairo Montenotte, e chiusura a Ferragosto con Cloris Brosca e il Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare. In mezzo, come tanti capitoli, gli appuntamenti in piazza Sant’Agostino: da "Toc Toc" con Laura Curino, Max Pisu e Antonio Cornacchione, a "Il cappotto di Janis" con Roçio Munoz Morales; dall’Anfitrione di Plauto con Emilio Solfrizzi, a una curiosa "Locandiera" lirica; da "Elena la matta", con Paola Minaccioni ai figli d’arte Marianna e Marco Morandi in "A letto senza cena" e Rosita Celentano ne L’illusione sentimentale; da Fabio Canino in "Ma che cosa hai in testa?" a "Calcoli" con Blas Roca Rey, Giancarlo Ratti, Salvatore Marino e Monica Rogledi, dagli acrobati circensi "The Black Blues Brothers" a "Age Pride", con Alessandra Faiella. 

Redazione