Italiani popolo di poeti, santi, navigatori e... food blogger. Chi, da quando i social hanno cominciato a pervadere ogni più variegato aspetto della nostra vita, preso dall'ispirazione non ha mai postato una foto di prelibatezze gustate al ristorante o, ancor più lanciato sull'onda dell'entusiasmo "mastercheffiano", ha voluto, almeno una volta sola, immortalare il proprio successo tra pentole e padelle?
Eppure c'è anche chi, tra i fornelli, riesce a regalare delle risate. Volute? Decisamente no: in un'era in cui le immagini di piatti impeccabili dominano i social media, da dieci anni "CucinareMale" è l'antidivo di successo per eccellenza, celebrando la bellezza dell'errore in cucina. Ciò che iniziò nel gennaio 2014 come un semplice scherzo a un amico da parte del suo fondatore, il savonese Federico Briano, diventò prima una semplice pagina Facebook per condividere disastri culinari per trasformarsi poi in una vera e propria comunità social con oltre un milione di persone coinvolte.
"Era circa l'ora di pranzo e, cercando il modo migliore di condividere con lui una foto di un piatto riuscito non benissimo, mi sono detto: perché no, creo un gruppo su Facebook, ce la carico e poi lo invito - ci racconta Federico - All'inizio dentro c'erano gli amici, poi poco alla volta, ma quasi fin da subito, sono entrate diverse persone: il primo anno eravamo un centinaio di persone, grazie anche a un articolo pubblicato sulle pagine online di Repubblica con le foto del 'pollo di Halloween' e del 'pesce esploso', poi da lì siamo arrivati al milione che oggi abbiamo superato".
I membri condividono con entusiasmo le loro avventure culinarie, da ricette mal interpretate a creazioni che avrebbero fatto impallidire persino i cuochi più esperti. Il risultato? Una collezione variegata di immagini che fanno sorridere e raccontano storie di cuochi appassionati, improvvisati e perfino professionisti alle prese con la cucina domestica. Un punto di riferimento online per chiunque ami la cucina ma soprattutto abbia un debole per le risate.
Sincerità è quindi la regola per eccellenza anche e soprattutto nell'errore: "Al giorno ci arrivano una centinaia abbondante di foto - racconta Federico, ormai supportato da una sorte di staff - quelle cernite e pubblicate devono rispettare il nostro regolamento, costruito in maniera molto chiara e anche 'tranquilla', e non essere costruite apposta. L'altra regola è anche l'auto ironia, siamo arrivati anche a bannare quei commenti un po' 'perfettini'".
In questo decennio di avventure culinarie, "CucinareMale" non è stato però solo un luogo per ridere delle proprie disavventure in cucina. Col tempo e l'interattività nella gestione del gruppo, si è creata una comunità che si sostiene a vicenda. "Personalmente è stato molto facile entrare nella parte - continua Federico - non so cucinare quindi mi ritengo un po' rappresentante di me stesso (ride, ndr) anche nel mio modo di sperimentare, modificare le ricette. Non essere esperto non lo vivo come un dramma: cucinare male è un modo per accettare i propri fallimenti, per non arrendersi, uno dei messaggi che ho piacere passi nel gruppo".
Tante sono le foto "curiose" pubblicate in questi anni e dietro alle quali si trovano volti e storie che Federico, nel tempo, ha anche approfondito al di là del semplice post divertente. Tra queste una delle più recenti inorgoglisce il fondatore della community: "Da una laureanda magistrale siamo stati presi come 'contraltare' rispetto ai grandi chef nella sua tesi all'interno della quale ha inserito una 'world cloud' con le parole più utilizzate dagli intervistati e tra queste mi sono rimaste impresse termini come divertente, salvifica, necessaria: questo è il lato 'leggero'. Tante sono le storie dietro questi fallimenti, storie che raccontano anche le vite delle persone lontano dai fornelli".
Sfide mensili, consigli culinari e ora anche gli aperitivi per incontrarsi di persona hanno reso questo gruppo un luogo di divertimento e condivisione. E tante sono le foto "memorabili" raccolte che diventa quasi riduttivo farne degli esempi: "E' impossibile ricordarle tutte, sono davvero tante le immagini pubblicate in questi anni". Così come i commenti: "Alcuni hanno addirittura avuto più reazioni dei disastri culinari stessi ai quali erano riferiti, e con numeri nell'ordine delle migliaia".
Un'esperienza decennale che ha quindi arricchito una bibliografia della cucina nel suo lato imperfetto ma non solo: "Tecnicamente mi ha insegnato come si muove il web - racconta Federico - Però più che altro mi ha fatto conoscere un bello spaccato di umanità, tutte persone interessanti, con la battuta di spirito pronta, piacevoli. E non so se si tratta proprio di un insegnamento ma se non altro è un qualcosa che fa ben sperare. Cosa desidero? Che da una community sul web si possa, attraverso i nostri incontri, trasformare in un modo per far conoscere tra di loro le persone perché ho notato che c'è sempre più voglia di 'ritornare' al mondo reale oltre ai social".
Mentre festeggiamo questi dieci anni di risate, errori culinari e successi inaspettati possiamo solo immaginarci cosa ci riserverà nel futuro questa comunità unica che, in un'epoca di ribalta della perfezione culinaria, ha reso la cucina un'esperienza divertente anche nel più micidiale degli errori.