“Purtroppo, ancora ieri il centrodestra ha messo in scena la volontà di usare l’accorpamento di scuole imposto dal Governo a scopi politico-elettorali, con l’applicazione di criteri opposti applicati a seconda delle province. Possiamo dire che il dimensionamento scolastico regionale è fallito”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Azione Pippo Rossetti a proposito del dimensionamento scolastico regionale, ovvero l’organizzazione dell’offerta formativa dalla scuola materna alle superiori, argomento al centro del dibattito durante la seduta della Commissione Scuola svolta ieri.
“La Giunta regionale non ha dato alcun criterio sugli accorpamenti da fare - attacca Rossetti - e Bucci, che di accorpamenti ne avrebbe dovuti fare sei, ha chiesto e ottenuto di farne solo tre. Anche a Spezia le scuole sono state accorpate in modo da salvaguardare la maggioranza politica della provincia”.
In provincia di Savona invece l’assessore regionale alla Scuola Simona Ferro ha chiesto di accorpare tutte le scuole elementari e medie con il liceo di Carcare. Vista la ribellione di sindaci e scuole , i partiti di destra hanno presentato un emendamento contro l'assessore Ferro e, in vista dell'assemblea pubblica di Carcare dove tutti giustamente rifiutavano tale d decisione, hanno sostituito tale scelta con un complicato accorpamento delle superiori tra Boselli-Alberti con il Mazzini -Da Vinci, nel Comune di Savona dove non governa il centro destra. Si sa, è più importante il consenso che le esigenze del sistema scolastico. “Vista l’inadeguatezza della Regione nel gestire la questione del dimensionamento scolastico, che è stata affrontata come un mero adempimento guidato da logiche politiche anziché di valorizzazione e riorganizzazione delle scuole, ci aspettavamo che almeno accogliessero la richiesta di rimandare al prossimo anno scolastico qualsiasi scelta di ulteriore accorpamento - dichiara la consigliera di Azione della provincia di Savona Adele Taramasso -. A Savona vogliamo lavorare in sinergia con le amministrazioni locali e le scuole, in un’ottica di miglioramento dell’offerta formativa. Questo ci viene negato e ci delude profondamente, e a rimetterci sono le scuole”.
Tutti questi elementi determinano il fallimento del dimensionamento scolastico regionale. “È stato calpestato il diritto dei ragazzi e delle famiglie, il lavoro di presidi e docenti - conclude Rossetti -. Sì poteva applicare la norma in maniera costruttiva e non per imposizione. Un disastro sotto il profilo istituzionale, sono state calpestate le autonomie scolastiche, e si è abdicato al ruolo della Regione e non si sono rispettate le famiglie che iscrivono i figli a scuole che non esistono più”.