Attualità - 21 gennaio 2024, 10:40

47 anni fa salvò la vita ad un bambino: il racconto di Bruno Folco, il vigile premiato a Borghetto S. Spirito

Il 7 luglio del 1977 il suo tempestivo intervento fu provvidenziale per strappare alla morte il piccolo Roberto, oggi 56enne

"È stata una cosa istintiva: ero in servizio sul lungomare e ho sentito urlare. Mi sono voltato, ho visto questo bambino in terra e mi sono buttato".

Inizia con queste parole il racconto di Bruno Folco,  il vigile che il 7 luglio del 1977 salvò la vita di un bambino (Roberto Cogliati, oggi 56enne) che stava morendo folgorato. Ieri, 47 anni dopo, nella ricorrenza di San Sebastiano santo protettore della Polizia Locale, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giancarlo Canepa ha voluto rendergli omaggio premiandolo nel corso di una cerimonia tenutasi nella sala consiliare del comune.

"Per me lui era morto, ho cercato di di fare il massaggio cardiaco, ho cercato di fare tutto quello che potevo - ha proseguito Folco - il problema più grave, oltretutto, era che si era amucchiata un sacco di gente, un sacco di persone, di curiosi, perché eravamo sul molo. È stata una cosa istintiva: io sono un carattere molto impulsivo, non mi faccio tante domande e se una cosa è da fare si fa. Dopo - ha poi ammesso - è venuta la paura, ho capito cosa ho rischiato. Il bambino ha fatto parecchi mesi di ospedale, terapie intensive, operazioni. Quando l'ho visto dopo due mesi, perché suo padre mi era venuto a cercare, faceva pena: aveva dei buchi nelle mani e nel viso, davanti era tutto bucato".

"Tutta la vita ho pensato: sarà vivo o sarà morto - ha continuato l'ex vigile ripensando a quel bambino - però non ne ho mai parlato a nessuno, anche i miei figli non sapevano niente. Quando ci siamo incontrati ho visto questo bambino, che per me rimane un bambino ancora adesso che ha 56 anni perché all'epoca aveva 10 anni, l'incontro è stato emozionante: io sono un carattere duro, forte, però come fai non piangere?".

Emozioni che riportano indietro nel tempo, a quell'episodio mai dimenticato: "Ero come in trance - ricorda ancora Folco ripensando a quegli attimi - Allora non avevamo la tecnologia di oggi e quindi per i soccorsi sarei dovuto andare a cercare una cabina telefonica, sperare in Dio che qualche imbecille non avesse strappato la cornetta e se ero fortunato telefonare e poi ritornare indietro. È stato un tuffo. Dopo però ho riflettuto, ho pensato che avevo due bambini, uno di 5 anni e l'altro di 8, e potevo morire".

"Ogni tanto quando sentivo qualche fatto simile alla televisione o alla radio o che lo leggevo sul giornale mi dicevo chissà se quel bambino sarà ancora vivo e grazie al cielo è andata così" ha infine concluso l'ex vigile che a distanza di 47 anni ha potuto riabbracciare Roberto, che quel vigile borghettino che gli salvò la vita non lo aveva mai dimenticato.

Bruno Folco e Roberto Cogliati, legati indissolubilmente da quanto avvenuto nel luglio del '77: "Sarò grato per tutta la vita a Bruno - ha dichiarato il 56enne, oggi manager a Lecco - sono stato anche sul molo dove è successo questo fatto proprio per cercare di ricordare, ma a quel tempo ero piccolo e poi lo shock non mi ha portato più a ricordare niente se non i momenti prima o i momenti leggermente successivi. È stato un momento un po' particolare".

Una ricerca, quella dell'uomo che lo strappò ad un terribile destino, complicata anche da un nome (o meglio un cognome) non preciso. Tramite un articolo di giornale dell'epoca era riportato Falco anzichè Folco: "Il ringraziamento va anche al comandante Enrico Tabò che mi ha aiutato in quello che è stata la ricerca non tanto facile, perché comunque si parlava di 47 quasi 50 anni fa e quindi anche negli archivi qui presenti ha avuto un po' di difficoltà a trovarlo. Però è stato veramente gentile e disponibile e ha capito un po' il momento in cui mi trovavo e che ci tenevo tantissimo".

E per Roberto anche la consapevolezza di aver trovato una famiglia in più. Ad accompagnarlo alla cerimonia i figli dell'ex vigile: "Bruno e sua moglie mi hanno detto che sono il loro terzo figlio e questo mi fa piacere - ha concluso - e anche le mie figlie, che oggi non hanno potuto essere qui, non vedono l’ora di abbracciarlo perché senza di lui loro non esisterebbero".