Attualità - 17 gennaio 2024, 11:38

Gabbie per la cattura dei cinghiali, l'OSA contro il sindaco di Quiliano: "Meglio riportarli in campagna e liberarli"

"Si accorgerà presto che dopo decine di crudeli esecuzioni, gli ungulati continueranno ad arrivare. E intanto, le casse comunali avranno speso 500 euro di soldi pubblici per smaltire ogni 'carcassa'"

Sono furiosi e rattristati i volontari dell’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) dalla notizia che anche il sindaco di Quiliano ha chiesto l’installazione per la cattura – e la fucilazione – dei cinghiali che scendono in città, come già fatto dai colleghi di Sassello, Alassio e Albisola Superiore.

"Anche lui si accorgerà che dopo decine di crudeli esecuzioni, gli ungulati continueranno ad arrivare. E intanto, tra l’altro, le casse comunali avranno speso 500 euro di soldi pubblici per smaltire ogni 'carcassa' dei poveri animali".

"Sarebbe meglio riportare i catturati in campagna e liberarli. Gli animalisti, che li hanno curati in passato, sostengono che questa esperienza negativa potrebbe convincerli a non fare più ritorno e a trasmettere ai loro compagni di branco la paura provata". 

Secondo OSA per ostacolare le incursioni occorre prendere altre iniziative incruente, oltre alla gestione corretta della spazzatura: recintare i cassonetti, tenere puliti gli alvei dei torrenti e bloccare, con i mezzi tecnici disponibili, i sentieri di boschi e campagne da cui scendono in città; ma, soprattutto e di concerto con la Regione, costringere le squadre locali dei cinghialisti a frequentare spesso i torrenti (e possibilmente anche i sentieri di cui sopra) con i loro cani al guinzaglio, costringendo gli intrusi a ritornare nel bosco.

"Del resto la situazione è solo colpa dei cacciatori: hanno liberato a fine ‘900, quando i cinghiali erano quasi scomparsi, soggetti d’allevamento (molto fertili e più confidenti) per farli riprodurre ed avere più prede. Per anni hanno scaricato montagne di scarti vegetali dei mercati ortofrutticoli (come Pilalunga) nelle loro zone di caccia, per legare al territorio i cinghiali, che hanno quindi associato l’uomo alla presenza di cibo. E quando questi rifornimenti sono stati vietati, gli animali sono scesi negli abitati". 

OSA non capisce infine cosa c’entri con il problema la 'mappatura delle colonie feline da parte dell’Asl 2': "Non è certo il cibo somministrato ai gatti liberi che riempie la pancia dei cinghiali. Esso viene infatti mangiato quasi tutto e quasi subito. La mappatura, per legge, deve essere finalizzata solo alla successiva sterilizzazione della colonia felina". 

"Invitiamo il sindaco a ripassare l’articolo 8 della legge regionale 23/2000, che proibisce a chiunque, lui compreso, di impedire di rifocillare o spostare i gatti liberi, ostacolarne la cura e la gestione dei ripari e delle strutture. Per 'colonia felina' si intende anche un solo gatto libero, ubicata nella zona in cui ha liberamente scelto di abitare e dalla quale non può essere spostato", concludono dall'OSA. 

Redazione