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Attualità | 07 gennaio 2024, 10:00

Oggi, 7 gennaio, è la Festa del Tricolore

Tutte le curiosità da sapere sulla bandiera italiana

Oggi, 7 gennaio, è la Festa del Tricolore

«La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni». L’articolo 12 della Costituzione detta le forme e l’aspetto del vessillo che sventola su tutti i palazzi istituzionali del Paese, dal più piccolo dei Comuni fino al Quirinale.

La norma è in vigore dal 1° gennaio 1948, ma la storia della bandiera italiana è ben più antica. Dal 1997 viene celebrata ogni 7 gennaio nella “Festa del Tricolore” a Reggio Emilia, la città che diede i natali alla bandiera nel municipio cittadino, ribattezzato Sala del Tricolore.

Storia del tricolore

Era il 7 gennaio 1797 quando a Reggio Emilia nacque il tricolore italiano: bandiera nazionale. A idearlo Luigi Zamboni, studente dell’Alma Mater, e Giovanni Battista De Rolandis, patriota piemontese. Il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decretò «che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco e Rosso e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti». Il tricolore fu così adottato come vessillo durante il Risorgimento dal Regno di Sardegna, dal Regno delle Due Sicilie e da tutti i territori che man mano andarono a ricomporre durante le Guerre d’Indipendenza il territorio nazionale. La proclamazione ufficiale, nonostante l’Unità raggiunta nel 1870 con la Breccia di Porta Pia, avvenne però solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Era il 24 marzo 1947 quando la neonata Repubblica Italiana eliminava il simbolo dei Savoia dalla bandiera e proclamava nell’articolo 12 della Costituzione il seguente articolo: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni».

Perché questi tre colori?

Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina, che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. Anche i reparti militari “italiani”, costituiti per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.

Chi erano gli ideatori

Luigi Zamboni (1772-1795), bolognese, era studente di Legge all’Alma Mater. Figlio di un commerciante di stoffe di via Strazzacappe e di Brigida Borghi, fin da ragazzo interrogava i viaggiatori stranieri che si recavano presso il magazzino del padre e si appassionò alle vicende francesi. Si convinse così che Bologna doveva affrancarsi dal dominio pontificio per riavere l’antica autonomia.

Ben presto entrò in contatto con l’ambiente rivoluzionario e viaggiò in Francia e Corsica. Dopo aver partecipato ad una serie di missioni segrete sotto falso nome e dopo essere venuto in contatto con esponenti della massoneria, tornò a Bologna e raccolse intorno a sé alcuni studenti, giovani laureati e uomini di strada, tutti contrari al governo assolutista e antidemocratico dello Stato Pontificio. La madre condivideva il suo innato patriottismo e confezionò coccarde tricolore alla moda francese, sostituendo il verde all’azzurro.

Giovanni Battista De Rolandis (1774-1796) originario dell’Astigiano proveniva da una famiglia aristocratica. Quando i francesi si concentrarono sulla dorsale delle Alpi piemontesi, la madre lo allontanò da Torino e lo mandò al seminario di Asti da dove venne allontanato dopo una protesta e fu così che, per intercessione del cugino della madre Carlo Luigi Amico, ministro dei Savoia a Napoli, venne accolto presso il Collegio Piemontese “La Viola” di Bologna e iscritto alla facoltà di teologia. Sotto le due Torri incontrò Luigi Zamboni.

Insieme assunsero il comando di una piccola formazione e iniziarono a scrivere e distribuire manifesti. Nella notte tra il 13 e il 14 novembre 1794 diedero vita ad una sommossa, vennero catturati nei pressi di Firenzuola e vennero rinchiusi a Bologna, nel carcere del Torrone. Luigi fu trovato impiccato nella sua cella il 18 agosto 1795 in circostanze mai chiarite; De Rolandis venne portato alla forca l’anno successivo, dopo aver subito crudeli torture. I due vengono considerati i primi martiri della libertà italiana e del Risorgimento.

Silvia Gullino

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