Arriva da Roma una importante svolta per quanto riguarda la vicenda legata all'antenna di telefonia Iliad installata all'interno di un terreno privato in via Zurmagli (località Berruti) a Boissano.
Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso di un gruppo di cittadini contro il provvedimento tacito di assenso sull'istanza presentata dalla compagnia telefonica ai fini dell'installazione della - ormai nota viste le conseguenti azioni sia in ambito politico che legale - stazione radio base per la telefonia mobile sul territorio del comune dell'entroterra loanese: il titolo autorizzativo è stato così annullato.
"La sentenza indica come Iliad abbia installato l'antenna senza la presenza di alcun procedimento amministrativo da parte del Comune - spiega l'avvocato Federico Smerchinich dello studio Anselmi di Genova, che ha rappresentato i cittadini ricorrenti - il fatto che l'amministrazione sia rimasta silente dopo aver ricevuto la richiesta di installazione, secondo il giudice comporta che il procedimento non sia mai stato fatto e quindi l'installazione non può ritenersi autorizzata".
"L'immediata conseguenza è che l'amministrazione dovrà rivalutare la situazione con lo spostamento dell'antenna in una posizione coerente con il piano antenne e con le linee tracciate all'interno della sentenza - prosegue il legale - quindi tenendo conto di tutti i vincoli paesaggistici e di quanto altro indicato, perché secondo il giudice ciò è quanto è venuto a mancare nell'installazione avvenuta".
Nella sentenza particolare rilevanza viene quindi data a quanto venne redatto nel 2004 dall'ingegner Ferro: "Il Consiglio di Stato in fondo alla sua sentenza dice che l'amministrazione dovrà rivalutare tutta l'installazione alla luce del piano antenne vigente - ha concluso l'avvocato Smerchinich - quindi viene dato per assunto che il piano antenne sia valido, legittimo e attuale".
Il Comune di Boissano e Iliad sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese del doppio grado di giudizio nei confronti dei ricorrenti.
"Ancora una volta si deve dolorosamente leggere la frase 'contro il Comune di Boissano' nell’epigrafe di una sentenza relativa alla nota vicenda del ripetitore telefonico di via Zurmagli, quella emessa dal Consiglio di Stato che dichiara illegittima l’installazione imponendo il riesame della pratica nel rispetto delle procedure e delle regole tra le quali anche le delibere ed il piano delle telecomunicazioni faticosamente ritrovati" commentano dal comitato di cittadini Beallu Buinzan.
"Sentenza di un ricorso a cui non ci si poteva sottrarre sia per senso di giustizia che per rispetto dei 1200 abitanti che hanno sostenuto la petizione di richiesta di tutela del paese - continuano dal Comitato - Sentenza che riconosce l’impressionante mole di anomalie e mancanze amministrative che solo grazie ad una grande forza d’animo sono state recuperate in un contesto decisamente non facile. Si è fiduciosi che questo sviluppo possa contribuire ad una rapida risoluzione del problema da parte dell’amministrazione, dislocando il ripetitore nelle aree previste dal piano antenne comunale ed agevolando le indagini della commissione di inchiesta comunale che deve chiarire come tutto questo sia stato possibile".
"Purtroppo servirà invece molto tempo per rimediare alle anomale e profonde divisioni che la vicenda ha portato nella nostra comunità. Il Comitato Beallu Buinzan continuerà ad adoperarsi per unire il paese confidando nella collaborazione di tutti. Si ringraziano l’avvocato Federico Smerchinich dello studio Anselmi di Genova e tutti gli abitanti di Boissano indistintamente. Speriamo che questa sentenza possa essere un utile riferimento a livello nazionale contribuendo ad uno sviluppo tecnologico rispettoso della tutela di tutti. Dedichiamo questa vittoria a coloro che ci hanno creduto ed in particolare alle petitrici che, animate dai propri ideali a tutela della comunità, hanno coraggiosamente subito immeritate tensioni" la chiosa di Beallu Buinzan.