"Cosa succede? Che abbiamo i lupi in casa". Mentre taglia enormi bistecche di manzo e srotola chilometri di salsicce, Francesco Romano stramaledice l'ultima minaccia proveniente dai boschi di Sassello: "Hanno già mangiato tre cani e un vitello e dimezzato i gatti del paese!". Allevatore e macellaio pluridecorato, Romano è il re dei carnivori e si vanta di aver riconvertito alla braciola anche due ragazze vegane giunte come turiste al suo ranch, oggi assediato da una vecchia razza di carnivori europei: i lupi. "Alla mia vicina hanno mangiato un cane", racconta Romano, "era disperata perché non lo trovava più. Mio figlio fa un giro con la macchina e a 50 metri dalla casa vede il lupo con qualcosa in bocca. Lo fa scappare e quello molla il boccone: era la testa del cane".
"Era una cagnolina meticcia che pesava al massimo 12 chili", racconta Enrica Di Monofili, parrucchiera a Sassello e vicina di Romano, "Probabilmente era riuscita a uscire dal giardino. Dopo 7 o 8 ore l'hanno trovata i miei vicini. Abbiamo fatto la denuncia alla Forestale e ora stanno facendo l'indagine sul DNA rimasto sulla testa per capire se l'aggressore fosse un lupo o un ibrido. Ormai arrivano tranquillamente nel centro del paese. Dei signori che uscivano dal ristorante alle 10:30 di sera hanno visto il lupo davanti alla farmacia...".
"Un'altra mia vicina", prosegue Romano, "Santina Assandri, ha un giardino con un recinto alto un metro e mezzo e il lupo, tre giorni fa, è saltato dentro. Era sera. Santina stava parlando con mio figlio, quando sentono il cagnolino, un boxer di 7/8 mesi, che piange e sbatte forte contro il cancello in cima alle scale cercando di entrare. In fondo alla scala c'era il lupo che lo fissava. Quando hanno acceso le luci, il lupo ha saltato di nuovo il recinto ed è scappato".
Chiedo: "Però i lupi di solito non attaccano gli uomini...".
Risponde Romano: "A Varazze, 50 anni fa, i lupi hanno portato via una bambina di 12 anni. Quando sono arrivati il padre e i vicini l'hanno mollata, ma ormai era morta. I vecchi di Varazze se lo ricordano. Se in un bosco ci sono 10 lupi restano nel bosco, ma se ce ne sono 200 o 300 scendono a cercare cibo in paese. Cosa dovrebbero fare nel bosco? Guardare gli alberi?".
Sara Zunino gestisce un agriturismo a 2/3 km da Sassello dove alleva anche 40 mucche, che fino a poco tempo fa erano tutte a pascolo libero. "Oggi sono tutte 'ai domiciliari'", dice, "cioè chiuse nella stalla. Specie quelle che devono partorire. Perché se si avvicina il lupo si spaventano e abortiscono. Un mese fa, alle 6 del mattino, ci chiama un cacciatore e ci dice che ha visto il lupo su uno dei nostri vitelli. Lo aveva ucciso quando le mucche erano ancora al pascolo dentro il recinto elettrico. Era un vitello appena nato e il lupo gli ha aperto la gola e gli ha mangiate le interiora. Sa quanto ho avuto di indennizzo dalla regione? 100 euro! 100 euro per un vitello che ne valeva almeno 1000! Se non fosse che era impossibile, per ragioni burocratiche, li avrei già restituiti! Pensi che solo lo smaltimento dei resti mi costa da 200 a 300 euro, perché occorre una ditta specializzata! Che poi questi 'lupi' sono degli ibridi. Un lupo che entra in paese e che alle 9 di sera è davanti alla mia porta di casa che mi guarda, è un ibrido, non è un lupo! Se li riconoscessero come tali non sarebbero più una 'specie protetta' e si potrebbero abbattere".
"Anche a noi è sparito un vitello", aggiunge Romano, "non sappiamo che fine ha fatto e qui extraterrestri non ne abbiamo ancora visti... Ho scritto una lettera alla regione perché metta in sicurezza la mia fattoria e so già che mi diranno di mettere un recinto elettrico, ma occorre una rete elettrosaldata di 2m o 2,5m e per un'azienda come la mia ci vogliono 300-400.000 euro! Poi ci sono quelle degli altri... Se vogliamo tenere i lupi recintiamo i parchi e mettiamoci i lupi. Costa molto meno!".
Secondo gli abitanti di Sassello, i lupi si stanno avvicinando sempre più al paese in cerca di cibo, perché nei boschi sono diminuiti i cinghiali, uccisi dalla peste suina, e anche i caprioli. Ma il 'fenomeno' ha anche effetti collaterali: "Ora dobbiamo tenere le mucche chiuse nella stalla", dice Sara Zunino, "ma dovremo ridurle a quasi la metà. Tenere le bestie al chiuso non è possibile e non abbiamo abbastanza foraggio per sfamarle. Col pascolo libero noi tenevamo puliti 60 ettari all'anno. Tenevano puliti i pascoli come fanno anche i Romano. Se non si fa qualcosa, Sassello cosa diventerà? Un bosco? Uno spinaio?".
I lupi che stanno turbando la pace di Sassello e di altri paesi si chiamano "lupi confidenti", cioè lupi che si prendono delle confidenze coi mortali, confidando di mettere insieme il pranzo con la cena a spese degli animali domestici dei centri abitati. Il "Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE)", un gruppo specializzato all'interno dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura
(IUCN), dichiara che un lupo è 'confidente' quando è "fortemente abituato all'uomo, non ne ha paura ed è capace di avvicinarsi direttamente alle persone in modo ripetuto, ad una distanza inferiore a 30 metri".
"Io sono contro l'abbattimento", dice Enrica Di Monofili, "ma vorrei vivere tranquilla a casa mia. Non abito in un bosco, e vorrei che anche i miei cani potessero vivere. Adesso escono solo quando io sono a casa. Quando sono in negozio e c'è il sole i miei cani devono stare chiusi. Non me la sento più di lasciarli fuori... In Piemonte a Entraque c'è un parco dove i lupi possono vivere senza far danni. Si potrebbe fare lo stesso qui: catturarli, sedarli e metterli in un'area cintata".
Daniele Buschiazzo, ex sindaco di Sassello e oggi presidente del Parco del Beigua, è a lui che chiedo come si possa affrontare l'"invasione". "Centinaia di lupi?", risponde, "posso capire la reazione emotiva agli ultimi eventi, ma i lupi (raddoppiati in 10 anni) saranno al massimo una cinquantina. Sicuramente occorre diminuire l'interazione fra uomo e lupo. La cattura l'avevo proposta alla Regione - visto che avevamo anche le gabbie per i cinghiali - a una riunione che si è tenuta qui a Sassello, ma la risposta è stata un silenzio di tomba. Dato che il lupo è una specie protetta dalla Direttiva Habitat dell'Unione Europea, non si possono fare ordinanze come facevamo con i cinghiali, bisogna agire ascoltando prima il parere dell'ISPRA. Una delle soluzioni possibili è il cosiddetto 'pastore elettrico', una recinzione elettrificata che deve avere almeno 4 fili, perché il lupo salta. Le organizzazioni degli agricoltori dicono che non funziona e che costa, ma recentemente, per il Parco del Beigua, abbiamo fatto un preventivo da cui risulta che occorrerebbero materiali per 5000 euro per cintare ben 10 ettari. Gli agricoltori dicono che ciò comporta un lavoro in più perché, due volte all'anno, bisogna tagliare l'erba sotto i fili e controllare che cacciatori e fungaioli non abbiano spostato i fili, ma anche a Saluzzo non mettevano le reti antigrandine perché grandinava ogni 10 anni, poi però hanno cambiato idea. La diminuzione delle interazioni si può ottenere in vari modi: vietando di dar da mangiare ai lupi, come ha fatto il sindaco, oppure, come ha fatto la regione (e ha fatto bene), chiedendo all'ISPRA un parere sull'utilizzo delle pallottole di gomma. Non uccidono, ma associando il dolore all'uomo possono dissuadere i lupi dall'avvicinarsi ai centri abitati".
Chiedo: "Von der Leyen propone di declassificarli in modo che non siano più considerati una 'specie in estinzione'".
Risponde Buschiazzo: "Per i numeri che hanno raggiunto – 3300 in Italia, il paese più popolato – il regime di protezione è sicuramente esagerato. Il lupo non è più una specie in estinzione e rimborsare 100 euro per un vitello da 1000 euro può invece estinguere la pazienza degli agricoltori. Lo stato deve prendersi la responsabilità di gestire questa convivenza, che non può essere delegata al bracconaggio: se il bracconiere uccide il maschio alfa di un branco, il branco si disperde e ne nascono tre... In Francia e Germania esistono dei 'Piani Lupo' nazionali. C'è anche in Italia ma giace ancora non approvato dal 2015 in Conferenza Stato-regioni. Prevede anche il ricorso all'abbattimento, ma ci sono dei protocolli: prima provo con le pallottole di gomma o con altri metodi dissuasivi, poi, se non ho risultati, posso arrivare anche all'abbattimento".
Chiedo: "Si potrebbe creare una zona cintata in cui mettere i lupi?".
Buschiazzo risponde: "Sì, è fattibile, ma va studiata e i tempi non sono immediati e va gestita. Avrebbe dei costi di gestione: i lupi non vivono di aria".
(Si ringrazia per la collaborazione Luisella Luciano e Vincenzo Pinto)