Una petizione prima delle elezioni per il Parlamento Europeo e esposti/denunce che possono presentare sul sito della Commissione Europea direttamente i cittadini.
Queste le proposte delle parlamentari europee Maria Angela Danzì e Tiziana Beghini intervenute questo pomeriggio a Savona nell'incontro "Rigassificatore a Vado Ligure. Quale impatto per la città e l’ambiente" organizzato dal Movimento Cinque Stelle, per opporsi al posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra a 4 km dalla costa di Vado Ligure e a 2.9 km da Savona.
Lo spostamento del rigassificatore da Piombino al savonese da mesi sta tenendo banco in provincia di Savona e non sono mancate le proteste contro il progetto. Negli ultimi giorni ci sarebbe stata l'apertura del sindaco di Ravenna Michele De Pascale al trasferimento sulla costa del comune romagnolo. Che diventerebbe il secondo rigassificatore presente in zona, in quanto la nave Fsru Singapore sarà attiva nel 2025.
Così facendo la Golar Tundra non attraccherebbe nel comune vadese, spegnendo di fatto le polemiche e le preoccupazioni dei cittadini sia sulla parte a mare che su quella legata al passaggio a terra della rete del gas a Quiliano, Altare, Carcare e Cairo Montenotte. Rimarrebbe però da districare il tema legato alla strategicità del posizionamento.
Proprio per questo il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin avrebbe nuovamente confermato il posizionato nel mare di Vado.
Oltre alle europarlamentari con la moderazione di Stefania Scarone, consigliera comunale di Albisola Superiore, sono intervenuti il deputato, Roberto Traversi, il sindaco di Quiliano Nicola Isetta, il consigliere comunale di Savona Federico Mij, il giurista ambientale Marco Grondacci e la biologa marina Nadia Repetto.
Sul rigassificatore di Vado, Danzì e Beghin hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea e sono due le interpellanze depositate alla Camera da Roberto Traversi.
“La decisione di spostare il rigassificatore di Piombino a Vado Ligure è a dir poco discutibile - spiega Maria Angela Danzì - cittadini non lo vogliono perché avrà un innegabile impatto sul turismo ma anche perché danneggerà diversi siti Natura 2000, quelli protetti dall’Unione europea per salvaguardare la biodiversità”.
“Su questo progetto, infatti, sia Ispra sia l’Istituto Superiori di Sanità hanno messo in luce alcune criticità in materia di sicurezza ambientale e sanitaria – affermano Danzì e Beghin - L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha messo nero su bianco una serie di criticità: per esempio ha dichiarato l’attuale studio idrodinamico ‘insufficiente’, tenuto conto del contesto ambientale particolarmente esposto a mareggiate di grande intensità, facendo riferimento ‘potenziali eventi di tsunami’. Oppure ha avvertito che ‘occorre considerare la presenza dell’Area Marina Protetta Isola di Bergeggi nell’ambito degli studi di alterazione della qualità chimica delle acque derivante da scarichi idrici in fase di esercizio".
“Anche l’Istituto superiore di Sanità ha evidenziato una serie di inadeguatezze di un progetto considerato carente. Così come hanno fatto la Capitaneria di Porto o i Vigili del fuoco. Dunque, non un’opposizione populista come dice il presidente della Liguria e commissario straordinario per il rigassificatore, Giovanni Toti - ha continuato l'europarlamentare Danzì - ma supportata da dati scientifici che dimostrano il rischio per la salute e l’ambiente. E per il turismo e tutti i settori economici del territorio, agricoltura compresa. L’articolo 6 della direttiva Habitat impone all’Italia una serie di obblighi e di procedure specifiche per la conservazione e la protezione dell’area marina protetta di Bergeggi, che si trova nelle vicinanze in cui la nave rigassificatore verrà attraccata. La Commissione deve intervenire, far rispettare i provvedimenti europei e fermare una volta per tutte questo ecomostro che nessuno in Liguria, a parte il Presidente Toti, vuole”.
“Anche il mondo economico savonese ha espresso numerose perplessità sul progetto. Le principali associazioni di categoria di industriali, commercianti e agricoltori hanno messo in evidenza gli effetti negativi, tra gli altri, su ‘ben tre attività industriali, di cui due di interesse pubblico’, sul comparto agricolo con la ‘sottrazione di superfici coltivate in modo irreversibile’ e, più nello specifico, ‘sulla vocazione agroalimentare assunta negli ultimi anni dall’area del quilianese’” conclude.