Sanità - 16 dicembre 2023, 09:00

Impariamo a coccolarci per stimolare l'ossitocina

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Sono sempre più numerosi gli scienziati e ricercatori che parlano di un legame biochimico tra la mente e il corpo, proponendo una nuova concezione dell’organismo umano come una rete di comunicazione “intelligente”, la cui maggiore o minore efficienza potrebbe costituire la base del nostro stato di salute o malattia psicofisica.

La mente, lo spirito e le emozioni sono legate al corpo in un sistema di informazione intelligente, nel quale dei messaggeri biochimici comunicano informazioni e orchestrano, in ogni istante, un vasto complesso di attività consce ed inconsce. Questo scambio di informazioni, estremamente intercambiabili e flessibili, avviene mediante una rete che collega tra loro i sistemi e gli organi del corpo.

Nel punto strategico dello scambio di informazioni ci sono loro: i recettori di membrana, molecole composte da proteine, minuscoli aminoacidi, collegati tra loro in catene simili ad “antennine”, che vibrano, danzando e fluttuando, in attesa di captare messaggi inviati da altre molecole che si diffondono nel fluido che circonda ogni cellula.

La molecola messaggera (legante) si unisce al recettore, come fa una chiave quando entra in una serratura, creando un “disturbo” che costringe la molecola all’adattamento, inducendola a cambiare forma. Il recettore, dopo aver ricevuto il messaggio, lo trasmette all’interno della cellula, dove il messaggio può modificare lo stato della cellula, inibendola o stimolandola a una specifica funzione.

Da quel momento, parte una reazione a catena di eventi biochimici, in cui specifici meccanismi entrano in azione, guidati proprio dal messaggio trasmesso dalla molecola che si è legata al recettore di membrana.

Ogni messaggio indurrà una reazione specifica come la produzione di nuove proteine; la riproduzione cellulare; l’aggiunta o la sottrazione di fosfati ecc.. In parole semplici, la vita della cellula o meglio le sue funzioni sono regolate dai recettori che si trovano sulla sua superficie e dal messaggio che essi ricevono dalla molecola messaggera che si lega ad essi.

A livello sistemico e globale questi fenomeni fisiologici che avvengono a livello cellulare si possono tradurre non solo in cambiamenti nell’attività fisica, ma anche comportamentale e psicologici. Il processo di legamento tra recettore e legante è molto selettivo e specifico, vale a dire che avviene solo tra determinati elementi. Ad esempio, il recettore degli oppiacei potrà legare solo con leganti che fanno parte del gruppo degli oppiacei, come le endorfine; il recettore degli steroidi legherà solo gli ormoni steroidei e via dicendo. Oggi voglio parlarvi di una specifica categoria di leganti endogeni, la cui azione sulla cellula può determinare anche un vero e proprio cambiamento a livello psico-emotivo e comportamentale: gli ormoni del benessere.

Peptidi e neurotrasmettitori come le endorfine, la dopamina, la serotonina e l’ossitocina. L’ormone è un “messaggero chimico”, una molecola molto speciale che attiva reazioni all’interno dell’organismo, producendo una risposta biologica. La sua etimologia ci racconta la sua funzione: όρμάω dal greco, significa “mettere in movimento”. Gli ormoni rivestono un'importanza straordinaria per l'interazione delle nostre funzioni corporee e sono indispensabili per il nostro stato di salute. Attraverso il sangue, raggiungono le loro “cellule bersaglio”, alle quali trasmettono determinate informazioni, innescando processi metabolici. Legandosi al recettore, l’ormone ne determina una variazione strutturale e quindi una serie di cambiamenti all’interno della cellula che influiscono anche sul nostro stato d'animo e sulla gestione emozionale.

Se ci pensate, in ogni istante della nostra vita, viviamo emozioni: ci commuoviamo di fronte a un gesto di solidarietà; siamo estasiati di fronte a tramonto mozzafiato; felici di una vincita alla schedina; gratificati dalla promozione da tempo attesa; divertiti di fronte a uno spettacolo esilarante; soddisfatti per un traguardo raggiunto; eccitati al pensiero del primo appuntamento.

In questo preciso istante miliardi di persone, in tutto il mondo, stanno innescando, nei modi più svariati, il rilascio degli ormoni del benessere, probabilmente senza neanche accorgersene. Tra tutti ho scelto di palarvi dell’ossitocina, un ormone di tipo proteico prodotto dall’ipofisi, immesso nel sistema circolatorio e rilasciato dai recettori nervosi di alcune cellule.

Fino a pochi anni fa, questo neurotrasmettitore era noto esclusivamente per il ruolo svolto al momento del travaglio e dell’allattamento. Recenti studi hanno dimostrato che in realtà quest’ormone interviene anche in molti processi della nostra vita, giocando un ruolo di primo piano tanto in ambito sessuale quanto nella sfera dell’affettività e dell’emotività. Forse non lo sapevate, ma questo ormone contribuisce anche a migliorare le interazioni sociali e motiva gli individui a cercare e sviluppare relazioni, favorendo l’empatia.

È stato dimostrato che l’ossitocina è coinvolta in tutte le fasi dell’attività sessuale, dal preliminare scambio di effusioni tra i partner fino al raggiungimento dell’orgasmo. Non solo. Oltre ad accrescere il desiderio, l’ossitocina funge da collante nelle relazioni interpersonali, favorendo la monogamia e i rapporti stabili, tanto da meritarsi l’appellativo di “ormone dell’amore e della fedeltà”, in quanto accresce il reciproco attaccamento, rinsaldando i legami affettivi che si instaurano all’interno della coppia. L’ossitocina è l’ormone delle coccole, degli abbracci, del contatto fisico e dell’empatia. Diminuisce i livelli di stress e di ansia, favorendo la tolleranza, la fiducia e il senso di appartenenza. Viene prodotta a livello endogeno e la sua sintesi può essere stimolata anche da particolari comportamenti e attraverso l’assunzione di alcuni alimenti dal potere afrodisiaco. Tra i tanti vi ricordo il melograno: questo frutto, oltre ad essere ricchissimo di vitamina A, C, E, favorisce la produzione di estrogeni e testosterone ed è pertanto in grado di innalzare i livelli di ossitocina nel sangue. Interessante anche l’azione della vaniglia, una pianta conosciuta soprattutto per il suo aroma speziato, dolce e intenso. La vanillina, il suo principio attivo, si trova nei baccelli integri essiccati, nella polvere di quelli macerati in alcool o nell’olio essenziale.

Questa molecola si presenta sotto forma di una sostanza volatile in grado di diffondersi nell’aria e penetrare nel nostro corpo anche attraverso la semplice respirazione. Il suo profumo è in grado di stimolare i ferormoni e di conseguenza la produzione di ossitocina da parte dell’ipofisi.

Il cioccolato fondente, grazie alla presenza di un ormone chiamato feniletilamina, responsabile dell’innamoramento, è un alimento afrodisiaco, in grado di favorire la secrezione di ossitocina. Le ostriche, alimento afrodisiaco per eccellenza, aumentano la libido e di conseguenza innalzano i livelli dell’ormone dell’amore, ma anche uova, banane, yogurt, riso integrale, quinoa, anacardi, noci, salmone, alga spirulina, patate, legumi, semi di sesamo. Anche le mandorle costituiscono un afrodisiaco naturale soprattutto per le donne, poiché la presenza di vitamina E le aiuta a ritrovare il desiderio perduto e stimola la fertilità. Ci sono poi altri cibi in grado di aumentare i livelli di ossitocina nel sangue. Tra di essi i fichi, i tartufi, i porri e i pinoli.

Una curiosità: il fiore di loto non è direttamente responsabile della produzione di ossitocina, ma ne favorisce comunque la formazione, poiché contiene quercetina, una molecola che contrasta i radicali liberi, consentendo una vita sessuale longeva e più appagante. In cucina trova spazio grazie alla peculiarità di contenere pochi grassi ed essere ricco di nutrienti come: vitamina C, potassio, tiamina, riboflavina, vitamina B6, fosforo, rame e manganese.

I petali freschi possono essere consumati in insalata oppure, se essiccati, si ottiene un tè profumato con proprietà sedative e calmanti.

I rizomi sono utilizzati come condimento per zuppe e minestre, mentre i semi possono essere cucinati come popcorn. E che dire dello Ylang-ylang, conosciuto come “il fiore dei fiori”, ha un aroma molto particolare, noto col nome di “profumo afrodisiaco” perché era molto diffuso negli harem. Il suo olio essenziale ha la capacità antistress e rilassante, regola il ritmo del respiro, tonifica la pelle, stimola la circolazione sanguigna, rinvigorisce l’organismo e risveglia la passione. Può essere impiegato come olio per massaggi oppure come incenso.

In entrambi i casi, il suo potere afrodisiaco sarà potentissimo. Come avrete ben capito, l’ossitocina è molto sensibile agli stimoli sensoriali; quindi, qualsiasi attività che riesca a metterci in contatto col nostro corpo o con quello del partner può risultare un suo stimolante naturale. Allora, via libera ai massaggi, alle coccole, allo yoga, alla danza e a tutte quelle attività che vi procurano piacere e soddisfazione.

La mente e il corpo sono intimamente legati nella soddisfazione di un piacere e l’appagamento dell’uno influenzerà positivamente quello dell’altro, favorendo la salute psicofisica.

Redazione