Eventi - 14 dicembre 2023, 11:30

Il presepe tradizionale con i ‘Macachi’: storia e segreti di un’usanza antichissima

Ne parla Ezio Del Nero, genovese e collezionista. Oggi pomeriggio conferenza al Museo dei Cappuccini: “La mia passione è nata dai nonni. Questo tipo di rappresentazione con materiali ‘poveri’ è prettamente popolare”

I ‘Macachi’ di Albisola sono delle particolari statuine del presepe, ricavate da stampi e modellate a mano che venivano realizzate dalle ‘figulinaie’, le signore del paese che si dedicavano alla produzione di queste figure per poi venderle alle fiere nel periodo delle festività natalizie. 

L’affascinante storia di una tradizione presepiale non troppo conosciuta verrà raccontata questa sera da Ezio Del Nero, collezionista e appassionato di Macachi, che alle ore 18, nel chiostro del Museo dei Cappuccini di Genova, terrà un incontro dedicato alla loro riscoperta, alla realizzazione e al valore di queste statuine. 

L’appuntamento si inserisce nella più ampia cornice di eventi dedicati al presepe: proprio nel 2023 si celebra infatti la ricorrenza degli otto secoli dalla prima raffigurazione della Natività che San Francesco ha realizzato a Greccio, una piccola cittadina a pochi chilometri da Rieti.

“La mia passione è nata dal presepe dei nonni - racconta Del Nero - Subito non sapevo di che tipo di statuine si trattasse, poi ho iniziato ad appassionarmi e a collezionarle, ora sono circa cinquecento i pezzi che possiedo. Quelli a cui sono più affezionato restano però quelli che acquistò il mio bisnonno prima del 1919: la mia famiglia è originaria di Carrara, ma lì le statuine del presepe popolare erano quelle di gesso. A casa mia, invece, c’erano queste particolari statuine, che con molta probabilità aveva acquistato un parente che era emigrato a Savona e che le aveva poi portate da noi”.

Una collezione che richiede passione, entusiasmo e voglia di scoprire: “Non si conoscono perfettamente i dettagli della nascita dei Macachi, anche se sono abbastanza semplici da reperire ancora oggi perché ci sono tanti collezionisti. Sono sicuramente parte di un fenomeno culturale e non solo religioso: si tratta di opere d’arte, alcune statuine sono anche state restaurate, soprattutto quelle di carta incollata”.

E pensare che il loro nome è stato pensato perché queste statuine venivano considerate bruttine, create con non troppa precisione per i dettami dei ceramisti e degli artigiani dell’epoca. In fondo, però, si tratta di una forma espressiva del popolo, con esemplari creati con materiali di poco costo come l’argilla di scarto, ma che sono cariche del sentimento e della fede dell’artista, che cercava di rendere il Natale più piacevole con i mezzi che aveva a disposizione.

“In parte li tengo esposti, un po’ invece sono nascosti, anche se non ho un vero e proprio pezzo preferito: mi piace tenere in vista quelli più recenti, ma solo per passione” continua a raccontare Del Nero, che anche dal punto di vista storico ha molto da spiegare: “Non si tratta di statuine molto antiche, si presume che si tratti di opere risalenti agli ultimi decenni del 1800. Lo deduco dalle zampe delle pecorelle, che sono state fatte con dei chiodi industriali che hanno fatto la loro comparsa nel mondo delle fabbriche proprio in quel periodo. Senz’altro la produzione è proseguita poi fino al periodo tra le due guerre mondiali, a cui si sono aggiunte accanto alle statuine con personaggi singoli anche le composizioni a cui siamo abituati oggi”.

Ma che cosa raffiguravano i Macachi? “Come spesso accade, erano una rappresentazione del mondo che circondava gli ideatori: una società rurale, con i mestieri di una volta. Non a caso gli animali più frequenti da trovare sono i muli e le pecore, animali usati dai contadini come mezzo di trasporto e per produrre latte. Per crearli occorreva uno stampo, che poi veniva riempito di argilla dalle donne del paese. Una volta pronta la statuina, iniziava a dipingerla e ad aggiungere dettagli. Si tratta di pezzi molto fragili e facilmente deperibili, infatti molti esemplari sono stati distrutti e rovinati da umidità, traumi e fattori ambientali”. 

Per poter ammirare un presepe di Macachi occorre fare un piccolo viaggio in auto fino a Luceto, vicino ad Albisola, “anche se non tutti i pezzi sono originali, ma tante riproduzioni”.